Love Boat

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  1. vam zimmer 483
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    Ecccomi per l'up di routine...
    uppppppp
     
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  2. .Lulli_Style.™
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    up!!
     
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  3. thForLife
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    upupupupupupupupupupupup
     
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  4. fromTOKIOtoMARS
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    Ragazze, mi odio T___T
    Il capitolo c'è e non c'è, ma il fatto è che non sono a casa, e già che sia riuscita a connettermi è un mezzo miracolo (chiedetelo alla Moody se non ci credete u.u)
    Appena posso avrete il capitolo, vi chiedo solo un altro po' della vostra infinita pazienza
     
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  5. !Moody
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    Non mettermi in mezzo nei tuoi sporchi affari V.V
     
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  6. thForLife
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    upppp
     
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  7. fromTOKIOtoMARS
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    Ribadisco che sei un mostro, pauperilla u.u
    SPOILER (click to view)
    ma ti amo, lo ben sai u.u
     
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  8. !Moody
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    Tu sei un mostro!!!
    SPOILER (click to view)
    Io ti amo molto di più V.V
     
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  9. .Lulli_Style.™
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    uffi =/


    vabè dai, attenderemo ancora. Up ù.u
     
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  10. Leben
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  11. fromTOKIOtoMARS
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    Titolo: Love Boat
    Autore: fromTOKIOtoMARS
    Genere: Romantico, Commedia (ci provo -.-)
    Raiting: NC17
    Avvisi: AU, Twincest Not-Related, Slash, Angst (accenni)
    Pairing: BillxTom
    Disclaimer:Tutto quello che viene descritto è frutto della mia fantasia. I personaggi realmente esistenti non sono di mia proprietà (sfortunatamente -.-"). Questa storia viene pubblicata senza fini di lucro.



    Capitolo 1

    - Sul filo di lana, William!- Jeff sorrise al moro, passandogli un cornetto ancora caldo sgraffignato dal buffet.
    Bill sorrise, strappando elegante un pezzo della sua colazione, e lentamente se lo portò alla bocca, gustandola estasiato.
    - Dio, Tony è sempre il migliore, non c’è niente da fare...- mormorò rapito, leccandosi la punta delle dita coperte di zucchero, risultando un tantino troppo malizioso per star assaporando solo un dolce.
    - Se solo non provasse tutto quello che cucina!- disse Jeff, mimando una grossa pancia, e i due scoppiarono a ridere nello stesso istante in cui nella sala fece il suo ingresso il Capitano di bordo, che li fulminò con i suoi occhi neri come il petrolio.
    - Cole, Morales, perché non mi stupisce che siate sempre voi due i più rumorosi?- borbottò austero, mentre i ragazzi spaventati si mettevano sull’attenti, e Bill quasi non si strozzava infilandosi il croissant intero in bocca.
    - Ci scusi, Signor Thompson.- mormorò il moro tossicchiando, e sgonfiando il petto non appena l’uomo si voltò.
    Il Capitano Wallace J. Thompson era una persona ancora molto affascinante, nonostante la sua età oscillasse ormai sulla sessantina.
    Aveva corti capelli grigi perfettamente in piega, la barba sempre accuratamente tagliata ed un portamento fiero ed elegante, accentuato di più dalla sua media altezza e dal suo fisico asciutto.
    Amava il suo lavoro, e la discendenza che il suo potere aveva sugli altri.
    Aveva imparato ad amare il mare sin da piccolo, memore dei giorni trascorsi a bordo con il padre, anche lui un importante Capitano di navi da trasporto.
    L’aspetto che adorava di più di tutto quel potere era che poteva prendersela quando voleva con i membri dell’equipaggio, ma era decisamente più divertente quando quelle persone rispondevano al nome di William Cole e Jeffrey Morales.
    - Cole…- disse, avvicinandosi a lui. Bill sussultò, cominciando a pregare anche in aramaico antico affinché il Capitano si fosse svegliato col piede giusto quella mattina, e che non gli affidasse nessun compito al limite di ogni umana resistenza.
    - Sì?- chiese titubante, tremando impercettibilmente, e vide il Signor Thompson scuotere la testa, chiaramente rassegnato.
    - Hai delle occhiaie che fanno schifo, lo sai? Quante volte ti ho detto che ti voglio riposato, Cole?- domandò, arrivando pericolosamente vicino al suo viso.
    - Ho fatto tardi, Mr T. …- disse Bill con voce piccola, e l’uomo schioccò la lingua. – Perché neanche questo mi stupisce?- chiese teatralmente a sé stesso, alzando gli occhi al cielo.
    Si voltò, dandogli le spalle, e Bill mugugnò qualche insulto a bassa voce, non facilmente comprensibile.
    Jeff gli tirò una gomitata leggera, richiamando la sua attenzione. – Dato che non fa altro che lamentarsi, perché domani non gli vieni tutto truccato?- propose sottovoce, sorridendo.
    Bill ghignò sinistramente, incrociando le braccia al petto. – Così mi tenti, Jeff…sai che non ci metto niente a farlo sul serio…-
    - Voi due!- urlò il Capitano, puntandogli minaccioso un dito contro. – Siccome avete tutta questa voglia di chiacchierare, oggi accoglierete voi i nuovi passeggeri!-
    Jeff sgranò gli occhi, e il moro divenne più pallido di quanto già non fosse. – Avanti, Mr T. …- cominciò supplichevole, ma l’uomo lo zittì con un veloce cenno della mano. – Ormai ho deciso, e voi due siete assolutamente perfetti. E, Cole…per l’amor di Dio, mettiti dei guanti! Quelle unghie non si possono vedere!-
    Il moro sbuffò contrariato. Quell’arpia dai capelli bianchi ce l’aveva sempre con le sue splendide unghie curate e laccate!
    - Signor Thompson, non potremmo ragionare…- tentò di dire, ma il Capitano gli rifilò un’occhiata di fuoco. – No.- disse risoluto. – E ora andate, mi state infastidendo come la zanzara di stanotte. E ricordate la prima regola della Lullaby…- - Nessuna relazione con i passeggeri.- continuarono all’unisono i due, meccanicamente.
    - …con i passeggeri, molto bene! Fate un buon lavoro ragazzi!- disse, sorridendo malignamente.
    Bill annuì, seguendo poi a testa bassa l’amico, che, chiuso il portellone della sala, gli circondò affettuoso le spalle con il braccio.
    - Avanti, William…poteva andarci peggio…- mormorò, mentre l’altro si infilava annoiato i guanti. Il moro lo guardò storto, ma poi si perse nell’osservarlo.
    Jeff era bello.
    Di quella bellezza oggettiva, che apprezzeresti qualunque sia la tua sessualità.
    La pelle ambrata era il segno distintivo delle sue origini, radicate in America Latina. I lineamenti del viso tuttavia erano dolci: naso praticamente perfetto, zigomi leggermente alti e un sorriso smagliante, che riusciva ad illuminare i suoi profondi occhi verdi, con striature quasi dorate.
    Era alto quasi quanto lui, ma era decisamente più muscoloso e virile.
    Scosse leggermente la testa, sistemandosi meglio il cappello.
    Era dannatamente etero. Almeno quanto lui era omosessuale, e quindi davvero tanto.
    Gran bello spreco.
    La luce del sole gli arrivò forte come un pugno in pieno viso, quando arrivarono sul pontile, cosa che gli fece istintivamente chiudere gli occhi. Jeff si abbassò la visiera, sbuffando, e Bill indossò i grandi occhiali scuri, risolvendo così anche il problema delle profonde occhiaie.
    Salutarono gentilmente qualche passeggero, e si andarono a poggiare contro la ringhiera a poppa, dando le spalle all’infinito blu.
    - Che fai stasera?- domandò Jeff, stiracchiandosi. Bill tirò fuori dalla tasca della camicia il pacchetto delle sigarette, tirandone fuori due. – Il solito…- mormorò, accendendone una e aspirandone una profonda boccata.
    Il castano sorrise, accettando l’altra che il moro gli stava offrendo. – Non ti stufi a continuare a vivere…in questo modo?- chiese, piegando la testa di lato.
    Bill si voltò, poggiando i gomiti sulla fredda ringhiera, e scrutò l’orizzonte, in cerca di almeno un buon motivo per non mandare già a fanculo quella giornata. – Forse…- mormorò, lasciando che il fumo uscisse lento dalle sue labbra. – Ma vedi, io sono questo,- si indicò – e sono…quello. E’ la mia vita, non posso farci niente.- terminò, sorridendogli lievemente.
    Jeff ricambiò, accendendosi la sigaretta, e si mise ad osservare i passeggeri che camminavano tranquilli per la nave, godendo dei tiepidi raggi di prima mattina.
    - Oh, guarda chi c’è…- disse poi, ghignando. Bill si voltò leggermente nella sua direzione. – A cosa ti riferisci?- domandò, corrugando la fronte.
    Perché il suo tono non lo convinceva per niente?
    Il castano gli indicò un punto oltre la sua spalla, che il moro si premurò di seguire, prima di sgranare gli occhi, sbuffando nervoso.
    - Fa che non mi ha visto…- pregò, tentando di nascondersi il più possibile. Jeff scosse la testa, divertito. – Temo di no, Bill…eccolo che arriva…-
    - Buongiorno ragazzi! Bill…- il moro alzò gli occhi al cielo, portandosi la testa tra le mani, e poi si voltò lento, con un sorriso tirato.
    Lenny.
    Il suo incubo.
    - Ehilà amico! Come va?- chiese cortese il castano, interessato solo alla reazione del moro accanto a lui, che nervoso lo stava maledicendo mentalmente.
    Lenny sorrise. – Tutto ok, grazie! Tu, raggio di sole?- chiese a Bill, che cercava ogni più piccola via di fuga per togliersi da quella situazione irritante.
    - Perfettamente. Grazie Lenny.- mormorò freddo, facendo ridere sotto i baffi Jeff.
    Leonardo Camposanti, per gli amici Lenny. All’età di dodici anni si era trasferito nella Grande Mela dall’Italia con i genitori, in cerca di quella fortuna che trovarono, in minima parte. Il suo accento e le sue origini lo rendevano una persona piuttosto simpatica, agli occhi degli sconosciuti, e per questo erano affidati a lui tutti gli incarichi di intrattenimento dei passeggeri.
    Si era scoperto gay da quando aveva visto Bill per la prima volta.
    L’incontro del “destino”, a sua detta, risaleva al suo primo giorno sulla Lullaby. Il Signor Thompson lo aveva affidato al moro per l’orientamento, e dopo una giornata trascorsa interamente insieme, l’italiano, una volta sera, aveva scoperto che non poteva fare a meno di lui.
    Il cosiddetto colpo di fulmine, che con il passare del tempo sembrava diventare sempre più un’ossessione.
    Lenny obiettivamente non era bello, ma non riusciva a rassegnarsi al fatto che Bill non lo desiderasse. Delle volte era arrivato anche a chiudersi in uno stanzino con lui, costringendolo a concedergli almeno un bacio, che il moro rifiutava prontamente, minacciandolo di denunciarlo non appena fossero usciti.
    Non sopportava l’idea che qualcun altro lo guardasse, che qualcun altro lo toccasse…che qualcuno potesse averlo.
    Voleva che fosse solo una sua esclusiva, anche se il moro non glielo avrebbe mai e poi mai concesso.
    - Bene! Mi tratterrei più con voi, ma devo andare dai bambini per l’animazione! Ci si vede più tardi bellezza- disse a Bill, facendogli l’occhiolino. – Ciao Jeffrey!- salutò sorridente, e si voltò.
    - Ti odio dal profondo del mio cuore, Jeff…- borbottò il moro non appena l’italiano si fu allontanato. Jeff ridacchiò, preoccupato poi per quanto stesse torturando quella povera sigaretta tra le sue mani.
    - Avanti, Diva…è solo innamorato!- disse, cercando di smorzare la tensione venutasi a creare. Bill lo mandò malamente al quel paese, gettando poi lontano oltre la ringhiera quello che era rimasto della sigaretta.
    - Ecco il porto…- mormorò il moro dopo alcuni minuti di completo silenzio. Il castano si affacciò accanto a lui, ed annuì. – Quanti sono i passeggeri previsti per oggi?-
    Bill si portò un dito sotto il mento, facendosi pensieroso. – Beh, questo è un porto importante, e la città non è male…di solito ne salgono abbastanza, questa volta non saprei dirti.-
    Jeff annuì di nuovo, e sospirò. – Pronto a dispensare un sacco di inutili sorrisi?-
    Il moro ghignò, dandogli una leggera spallata. – Ci pagano per questo, tesoro! Siamo dei professionisti, facciamo le cose per bene!-
    I due risero, mentre la nave si preparava per attraccare in quella nuova destinazione.

    *

    - Dio! E’ così….così…wow!- il ragazzo con le treccine aveva lo stesso sguardo sognante di un bambino che vedeva per la prima volta i fuochi artificiali. Gli amici annuirono in sincro, assolutamente d’accordo con lui.
    Davanti a loro, maestosa, si ergeva la Lullaby. Nonostante la sua stazza enorme, agli occhi lucenti dei tre ogni suo movimento era risultato fluido ed elegante, come navigasse sospesa tra cielo e mare.
    - E’ gigantesca…- mormorò incredulo Gustav, e Tom annuì scuotendo energicamente la testa, spalancando sempre di più la bocca.
    Il flash di una fotocamera sembrò svegliare i due dal coma profondo in cui erano entrati, e meccanicamente si voltarono, con la bocca ancora vergognosamente spalancata, verso il piastrato, che cominciò a ridere sguaiatamente mentre riponeva la digitale nella custodia.
    - Eravate troppo imbarazzanti per non approfittarne, ragazzi!- riuscì a dire, tra una risata e l’altra. Tom si ritrovò a seguire a ruota l’amico, in una sorta di ridarella collettiva, mentre Gustav scuotè la testa, cercando di togliersi l’espressione sicuramente da ebete dal volto.
    - Scusa se non abbiamo mai visto niente del genere, cugino!- bofonchiò il biondo, imbarazzato dalle continue risate del piastrato.
    - Neanche i ragazzini!- continuò però Georg, stringendosi lo stomaco dolorante per lo sforzo. Alla fine per farlo calmare Tom gli tirò uno scappellotto dietro la nuca, a cui il piastrato rispose con un calcio ben assestato sugli stinchi.
    - Sei un idiota Tom!- mormorò, massaggiandosi la parte lesa. Il ragazzo con le treccine mimò un “fottiti” con la bocca, mentre si tirava su la gamba del pantalone, constatando se quel calcio gli stava lasciando o no dei segni.
    - Dunque…- cominciò Tom, incrociando poi le braccia al petto – che si fa per passare il tempo su questa…- tornò a guardare rapito la nave – “barchetta”? Mi pare hai fatto qualche altra crociera, o no?-
    Il piastrato annuì, avvicinandosi a lui. – Sì, su diverse linee della Carnival…ma questa, l’anno scorso, ha superato tutte le altre…-si portò una mano sotto il mento, e poi sorrise. – Forse perché c’è…lei.- terminò, enfatizzando volutamente l’ultima parola.
    Tom drizzò le orecchie, voltandosi di scatto verso l’amico, e si fece estremamente attento. – Lei?-
    Georg ghignò. – La stella più brillante del firmamento, piccolo Tom…la chiamano Lady Marmelade…Rebecca…-
    Il ragazzo con le treccine sorrise malizioso, stuzzicandosi il piercing sul labbro. Quella Rebecca doveva essere una Dea scesa in terra, se lo sentiva da come l’aveva annunciata Georg.
    Sia lui che il biondo sapevano che, quando il piastrato diceva che una ragazza era bella, allora lo era sul serio. Si fidavano del suo giudizio, visto e considerato tutte le belle donne che aveva frequentato.
    - Perché Lady Marmelade?- sentì chiedere da Gustav, e vide il piastrato mettergli una mano sulla spalla. – Perché tutti vorrebbero coucher con lei almeno una volta, cugino…-
    Tom si morse l’interno guancia. – C’è la possibilità di…conquistarla?-
    Georg si voltò verso di lui, squadrandolo. – Tu ce la potresti fare, ma non metterei la mano sul fuoco…in fondo lei appare solo la sera, proprio come una stella.-
    - Il giorno non si vede?- domandò Gustav, e il piastrato alzò gli occhi al cielo. – No…è come se si volatilizzi, non so come spiegarlo…nessuno è riuscito mai a trovarla in giro, ne a scoprire dove alloggia, ne niente. E’ anche questo che rende Rebecca estremamente affascinante, oltre la sua indiscussa bellezza. Ve ne innamorerete anche voi, datemi retta!-
    Il ragazzo con le treccine rise spavaldo. – Ma figurati! Sarà solo un’altra bella scopata da aggiungere alla lista, Ge…niente di più!-
    Georg sollevò leggermente le spalle, poi prese su le valigie. – Come vuoi tu, Tom. Non voglio vederti finire alcolizzato quando ti rifiuterà, però…- disse sicuro, cominciando ad incamminarsi verso la passerella della nave.
    Tom ghignò, e con Gustav raggiunse l’amico. Più in alto, sorridenti, due steward stavano accogliendo i passeggeri che salivano.

    *

    Riconosceva quel sorriso.
    Glielo aveva visto spesso, da quando lavoravano insieme. Dipingeva il suo volto ogni volta che un bel ragazzo saliva a bordo, rendendolo affascinante anche ai suoi occhi. William aveva quella sua personale carica attrattiva con la quale riusciva a conquistare molte persone.
    Seguì il suo sguardo, fino a puntarlo sulla figura di un ragazzo che era appena salito.
    Eh sì…rientrava nei canoni di bellezza del moro.
    Sembrava alto, e ben messo fisicamente, nonostante indossasse vestiti decisamente troppo larghi, che rimandavano ogni considerazione solo all’immaginazione.
    Forse per questo stava affascinando William.
    - E’ lui?- chiese piano al moro, indicando quello strano ragazzo con le treccine. Bill si limitò ad annuire, ghignando maliziosamente. Jeff sorrise, scuotendo leggermente la testa.
    Un'altra preda per William, il cacciatore. Chissà se quel ragazzo avrebbe resistito, o sarebbe finito miseramente nella sua rete.
    Quando tutti i passeggeri previsti salirono a bordo, i due steward cominciarono a farsi consegnare i biglietti. Bill arrivò di fronte al ragazzo con le treccine, constatando con estremo piacere che aveva un piercing che gli ornava il labbro inferiore. Adorava i piercing.
    Gli sorrise, cercando di risultare in qualche modo sensuale, ma il ragazzo di fronte a lui era troppo preso ad ammirare la nave per accorgersene.
    Il moro corrugò la fronte, sbuffando poi leggermente, e raggiunse il collega, che aveva finito di impilare tutti i fogli, consegnandogli poi quelli che aveva lui.
    Tossicchiò, per richiamare l’attenzione dei passeggeri, e fece un ampio sorriso.
    - Buongiorno!- cominciò cortese, facendo qualche passo avanti. – Siamo i sottufficiali William Cole e Jeffrey Morales, e per le prossime due ore saremo i vostri ciceroni, guidandovi in un fantastico tour per la nave!-
    Fece vagare lo sguardo, fino a fermarsi sulla figura del ragazzo con le treccine, che finalmente lo stava guardando. Gli sorrise provocante, proseguendo senza interrompere il contatto visivo – Benvenuti sulla Carnival Lullaby.-




    Note finali:
    Ci sono, ci sono! Chiedo scusa per avervi fatto aspettare tutto questo tempo, ma sono stata realmente impossibilitata anche solo ad accendere il pc!
    Comunque sia, ecco il primo capitolo...da qui in poi inizia la vera storia...
    Tutte a bordo ladies, se continuate a volerlo...
    Rinnovo i ringraziamenti dello scorso post, aggiungendo voi tutte...grazie mille per la fiducia, spero di non avervi deluso!
    E liebe...bhè, sai tutto quello che devi sapere
    baci <3
     
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  12. !Moody
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    Si lo so liebe, ma ribadisci anche a me perchè sai, fai salire il mio ego XDXD
    Naaa scherzo V.V
    Bah anche tu sai tutto quello che devi sapere come cocapitano (non osare dire il contrario giuoia image )
    Questo capitolo delinea meglio il carattere e l'aspetto di Bill e della sua vita sulla Lullaby, anche se ovviamente è solo una briciola ancora di quello che potrebbe sapere...e poi è entrata in "scena" Rebecca...
    Odio questo nome V.V
    è tutto quello che devi sapere di lei liebe XD
    E...niente, aspetto con ansia il 2 capitolo!!
    baci <3
     
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  13. fromTOKIOtoMARS
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    CITAZIONE (!Moody @ 4/9/2010, 00:01)
    Si lo so liebe, ma ribadisci anche a me perchè sai, fai salire il mio ego XDXD
    Naaa scherzo V.V
    Bah anche tu sai tutto quello che devi sapere come cocapitano (non osare dire il contrario giuoia image )
    Questo capitolo delinea meglio il carattere e l'aspetto di Bill e della sua vita sulla Lullaby, anche se ovviamente è solo una briciola ancora di quello che potrebbe sapere...e poi è entrata in "scena" Rebecca...
    Odio questo nome V.V
    è tutto quello che devi sapere di lei liebe XD
    E...niente, aspetto con ansia il 2 capitolo!!
    baci <3

    Oh liebe, lo sai quale giuoia mi provoca leggere i tuoi commenti! (per quanto siano idioti, ma li adoro u.u)
    Sì, è entrata in scena Rebecca, ma non è detto che sia molto importante...
    Lo scopriremo solo vivendo :evil-laugh: ( non c'entra molto, ma volevo usarla u.u)
    un bacio mio amor!
     
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  14. !Moody
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    Non è idiota il mio commento!!
    sei solo invidiosa perchè è meglio del tuo

    In ogni caso, ah non lo so liebe, vedi tu V.V

    SPOILER (click to view)
    togli il boo e metti liebe XD
     
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  15. humanoid-amgel
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    Amoreeeeeee scusa se commnto solo ora ma internet mi fa spesso cilecca...uff...comunque già sai quello che penso della storia te l'ho detto su msn però come sai non mi stanco mai di dirti che è F.A.V.O.L.O.S.A...Un bacio enore....

    La tua nipotina!! XDXD
     
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98 replies since 22/8/2010, 23:38   1236 views
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