Waiting In The Light

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  1. Lucy-Georg
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    O__O
    Già sei tornataaaaaaa??
    Lascio il forum per una settimana e gia leggo un epilogo e una nuova storia..
    Beh finalmente questa posso seguirla dall'inizio e devo dire che gia dal qui mi sembra moooolto interessante. Tom "fantasma" è carinissimo xxDD..
    E povero il povero Bill..
    xD

    Posta presto :*
     
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  2. *Rabbith~
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    Titolo: Waiting In The Light
    Autore: xAliasphire
    Rating: NC17
    Genere: Romantico; Sci-Fi; Paranormal.
    Avvisi: Adult Content; AU; Drug Use; Violence; Smut.
    Disclaimers: Anche questa volta i Tokio Hotel non mi appartengono. Non scrivo a scopo di lucro e questa storia non viola i diritti di privacy dei personaggi -realmente esistenti- né è a scopo di diffamazione. Ogni avvenimento che segue non è realmente accaduto. Tutto ciò che è scritto è solo frutto della mia fantasia.
    Riassunto: - Ma cosa ti ho fatto? -
    Chiese Bill urlando mentre il suo cuore si faceva man mano sempre più stretto.
    - Sei nato -

    Creative Commons License
    Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.

    Note: Questa volta lascio le note all'inizio. Bene, diciamo che questo capitolo è ancora un po' introduttivo, la storia vera e propria inizierà dopo l'ultima riga xD. Ecco, qui sotto troverete un video con una canzone che credo sia diventata la colonna sonora di questa storia -notasi traduzione- diciamo almeno dal punto di vista di Tom ^^
    A voi, buona lettura **









    image





    • Waiting In The Light •





    CHAP. 1

    Uccidere è il coraggio di un momento. Vivere è il coraggio di sempre.
    Jim Morrison



    Il sole gli sbatteva dritto dritto dentro gli occhi, ma a Bill sembrò non importargliene molto. Il sole era di certo l'unica cosa che gli faceva dimenticare, anche se per poco, quello a cui era destinato.

    Era seduto nel bel mezzo del giardino che giocherellava con i fili d'erba, cercando di mantenere i nervi ben saldi e di non ascoltare la voce che gli girava nelle orecchie insistentemente da giorni.
    Ultimamente Tom era peggiorato. Forse aveva finito i passatempi, ma da Natale aveva iniziato a torturarlo ancora più frequentemente, a parlare con lui, a tirargli fuori dalla bocca qualcosa che non fossero urli, ma Bill non cedeva.
    Aveva paura, troppa.
    Simone lo guardava dalla finestra del soggiorno sempre più convinta del fatto che suo figlio fosse veramente diventato pazzo. O almeno, da qualche settimana, era andato di male in peggio.
    E lei si sentiva stupida ad aver pensato per un momento che si stesse rimettendo un po'.

    Se non la pianti di giocare con quei cosi ti giro le budella intorno al collo -
    Bill tenne lo sguardo basso e lanciò lontano il filo d'erba che aveva in mano, fermamente convinto che Tom non si sarebbe fatto scrupoli a farlo davvero.
    Mise le mani dietro di sé e buttò il collo all'indietro, lasciandosi baciare da quel tiepido sole di febbraio.
    - Potresti anche rispondere quando ti parlo -
    Tom sorvolò il fratello e si sedette di fronte a lui, con le gambe incrociate e il berretto davanti agli occhi, mantenendo quello stato in cui era mezzo trasparente mezzo umano, o insomma, poteva vederlo solo Bill.
    Il moro tenne sempre gli occhi bassi fino a sentire qualcosa che lo soffocava e Tom era sempre lì seduto, senza fare niente, che masticava tranquillo il gambo di una margherita. Di nuovo usava la sua forza psicotica da essere superiore.
    Bill si mise le mani al collo e cercò di aprire la bocca il più possibile per respirare, ma la presa si stringeva sempre di più. Fece un cenno disperato con il capo e Tom lo lasciò andare.
    - Ma perchè mi fai questo? -
    Chiese Bill con le lacrime agli occhi e la voce tremolante.
    Ti ripeto la stessa cosa da diciassette anni -
    Tom mantenne sempre la sua posizione da Budda mentre masticava la sua margherita e rispondeva per l'ennesima volta a quella domanda.
    - Non è colpa mia se tu sei morto e io sono nato -
    Quelle parole fecero in modo che un migliaio di brividi scorressero lungo la schiena di Tom. Lui non conosceva bene quelle sensazioni, le aveva sempre sperimentate attraverso gli altri, quindi non capì se era una cosa positiva o negativa.
    Se non avessi fatto tanti capricci ora sarei qui anch'io, stronzo -
    Bill sentì lo stomaco rimpicciolirsi, la testa scoppiare e un fischio acuto dentro le orecchie. Strinse gli occhi e iniziò ad urlare.
    - Lo senti cosa si prova quando si muore? -
    Tom si concentrò ancora di più e cercò di fargli il più male possibile. Non erano quelle le sue intenzioni, ma portava qualche rancore verso il gemello fortunato.
    - Vuoi uccidermi? -
    Tagliò corto il moro cercando di scandire bene le parole e di resistere al dolore. Tom lo lasciò andare di nuovo e staccò un altro fiore per rimetterselo in bocca ed elaborare la domanda del fratello.
    - Non so cosa significhi nel tuo mondo -
    Ammise imbarazzato.
    Era un essere superiore, si, poteva vedere il passato, il presente e il futuro -forse-, poteva far del male a qualcuno semplicemente guardandolo negli occhi, poteva sparire e riapparire in qualsiasi momento, ma non era umano e il suo cervello funzionava diversamente da quello terrestre. Era capace di distinguere le principali emozioni e sensazioni che provavano gli uomini, ma non di coglierle nel modo giusto. Tom aveva paura tanta quanta ne aveva Bill, ma non voleva ammetterlo.

    Il moro spalancò gli occhi, non sicuro di aver capito bene.
    Possibile che da essere perfido e demoniaco qual era non sapesse cosa volesse dire uccidere una persona?
    - Beh, diciamo che... -
    Non sapeva se inventarsi qualche strana teoria per far si che Tom si addolcisse e magari risparmiasse la sua fine, ma decise di raccontargli la verità. Al contrario del gemello, Bill non portava nessun rancore verso di lui -in fondo doveva solo ringraziarlo-, quindi non poteva far altro che accontentarlo.
    - ...che ci sono diversi modi per uccidere una persona, Tom. Non so come spiegartelo -
    Si ricordò che effettivamente non esisteva solo il vecchio modo di una coltellata o qualcos'altro al livello fisico.
    Tom lo fulminò con gli occhi e Bill sentì una fitta espandersi per tutto l'addome.
    - Provaci! -
    Esclamò il rasta, stringendo la presa per poi rilasciarla.
    Bill sospirò dal naso e cercò di darsi una calmata, ma pensare che il primo ad essere ucciso da un momento all'altro poteva essere lui non lo tranquillizzava.
    - Puoi uccidere una persona con il dolore fisico e con il dolore... mentale -
    Tom inarcò un sopracciglio e cercò di capire quelle parole guardando attentamente le labbra di Bill e aspettando che continuasse.
    - Ad esempio, se gli tiri una mazzata in testa... -
    Quello che avrebbe voluto tanto fare se Tom non fosse già morto.
    - ...puoi causare un trauma cranico e in poco tempo quella persona morirebbe -
    Tom elaborò la frase ed immaginò la scena. Il desiderio che aveva Bill era lo stesso del gemello, solo che lui poteva farlo come e quando voleva.
    - E quello mentale? -
    Chiese più interessato.
    Bill sospirò e abbassò lo sguardo, ripensando a tutte le sue delusioni.

    Era il ragazzo più bello di tutta la scuola, tutti gli correvano dietro, ma lui era riuscito ad innamorarsi di una sola persona in tutta la sua vita: Georg.
    Bello, alto, con i capelli che scendevano sulle spalle, i lineamenti perfetti e un carattere imprevedibile.
    Ma Bill si era rassegnato anni prima. Georg era, si può dire, il secondo ragazzo più figo della scuola, solo che era famoso, era perfido tanto quanto Tom e, soprattutto, non andava dietro ai ragazzi.
    Bill si sforzò di ricordare quando aveva provato a baciarlo e l'unica cosa che ricevette in cambio fu una scarica di pugni da lui e dai suoi amichetti e l'etichetta di “brutto frocio arrapato”. In fondo credeva di avere qualche chance. Insomma, Bill, fisicamente, piaceva a tutti, ma non a lui.
    E poi c'erano tutte quelle ragazze: il moro era stato fidanzato con sei o sette ragazzine nella sua scuola. Lui c'era cascato in pieno con tutte: i baci, le carezze, le romanticherie. Ma l'unica cosa che volevano da lui era portarselo al letto. E Bill lo faceva, anche se dopo un paio di giorni lo lasciavano... E diventavano bisessuali.
    Tutti in lui vedevano solo il sesso.
    Tutti lo prendevano per una macchina del piacere.
    Tutti lo avevano sempre e solo usato.
    Ma in fondo era lui che lo voleva, era lui che si concedeva a chiunque per non pensare alla notte. Forse, quello era il prezzo da pagare per essere nato. Perchè, in fondo, Bill stava solo cercando la sua anima gemella in quelle scappatine.

    Sentì di nuovo la solita fitta, ma non si contorse in alcun modo.
    - Cosa sono quelle? -
    Chiese Tom avvicinandosi e scrutando le lacrime che scendevano dagli occhi di Bill.
    Il moro scosse la testa, accortosi di quello che non voleva accadesse e si passò un dito tra le ciglia.
    - Nulla -
    Tom decise di non indagare oltre, percepiva che quelle gocce d'acqua facevano male a Bill e l'unico che poteva fargli male era lui e nessun altro.
    Per l'appunto fece di nuovo in modo che qualche fitta possedesse il corpo di Bill per far si che continuasse con la sua spiegazione.
    Il moretto si portò una mano al petto e strinse i denti.
    - Possibile che ogni volta che devo fare qualcosa devi farmi così male? -
    Tom ridacchiò.
    - Almeno la fai in fretta -
    Anche quel dolore se ne andò come tutti gli altri e Bill poté continuare la sua teoria.
    - Dicevo... -
    In un nanosecondo gli passarono di nuovo davanti tutte le immagini della sua vita, tutte le sue sofferenze, tutto quello che sapeva esser destinato avendo una specie di gemello fantasma che lo torturava giorno e notte.
    - Senti, ti ho già detto che non so come spiegarti certe cose. Secondo me la peggiore arma per uccidere una persona è l'amore -
    Si tappò subito la bocca con tutte e due le mani, maledicendosi per aver detto quella parola.
    Bill non credeva nell'amore, non credeva nel “per sempre”, non credeva nei colpi di fulmine. Credeva solo che era uno sfigato senza via d'uscita troppo bello per essere accettato dalla società.

    Anche questa volta Tom percepì le sensazioni di Bill dal tono di voce e fu lui, per la prima volta in vita sua, a sentire una fitta al petto.
    Forse, quello che provava Bill lo provava anche Tom?
    - Non soffrire, cazzo. Mi fai male! -
    Bill rabbrividì a quelle parole e lo guardò negli occhi. Anche se occhi non erano.
    - Come? -
    Tom cercò di riprendersi tutta la sua freddezza.
    - Ho sentito quello che provavi e mi sono fatto male -
    Il moro non capì immediatamente cosa intendesse. Incrociò le braccia ed inclinò la testa da un lato.
    - In che senso? -
    Chiese sperando di ricevere una risposta comprensibile.
    - Nel senso che ho sentito una cosa strana, che mi ha fatto male fisicamente e mentalmente... come dici tu -
    Lo sguardo di Tom era perso nel vuoto, ma posato sulle sue mani. Stava cercando di darsi una spiegazione da solo.
    - Mi hai forse ucciso? -
    Domandò ingenuamente, non avendo ben capito il senso della parola.
    Bill scoppiò a ridere, ma la smise subito notando lo sguardo freddo e seriamente preoccupato del rasta.
    - Non posso ucciderti, cretino. Sei già morto -
    Fece appena in tempo a finire la frase che Tom, colto da mille emozioni diverse, si alzò di scatto e gli saltò addosso stringendogli le mani intorno al collo.
    - Cos'hai detto, bastardo? -
    Bill non si lasciò intimidire. Sapeva che Simone lo guardava contorcersi su se stesso, dimenandosi e lanciando calci all'aria. Cos'avrebbe potuto fare?
    La prima che sarebbe diventata pazza, continuando a guardarlo, sarebbe stata lei.
    - Ho detto che sei già morto! -
    Ripeté il moro, facendosi coraggio a gran sorpresa di Tom.
    Improvvisamente tutte le sue paure erano sparite. Forse per il fatto che Tom provasse le stesse cose che provava lui. Forse perchè aveva capito di essere superiore ad un fantasma. Forse perchè lui aveva il buon senso e tutte le altre caratteristiche umane.
    Umane, non sovrannaturali.
    Ma Tom non la pensava allo stesso modo. Era sempre arrabbiato con lui, lo odiava per quello che gli aveva fatto passare, era rimasto sulla Terra per colpa sua. E, soprattutto, pensava che l'essere superiore era lui.
    Per questo iniziò a fargli sempre più male finché le labbra del moro non divennero viola e il suo viso non sbiancò.
    - Tu sei il mio più grande errore -
    Tom mollò la presa e lasciò che la testa di Bill cadesse da un lato a peso morto.
    - Per colpa tua mi hanno lasciato qui. Cosa devo fare, Bill? Morire un'altra volta? -
    Sbottò Tom su tutte le furie. Chi l'aveva lasciato lì? Chi? E dove?
    Bill era ormai privo di sensi, ma poteva sentirlo benissimo.
    Simone corse in giardino verso il figlio, avendo capito che qualcosa non andava.
    - Bill... Bill, svegliati ti prego! -
    Tom sorvolò sopra la testa di Simone ed annusò i suoi capelli. Possibile che sua madre profumasse così tanto?
    Le sue mani scivolarono lungo tutto il collo di Simone ed immaginò come sarebbe potuto essere bello sentirsi amati ed avere una famiglia.
    Il moro aprì gli occhi e Simone sospirò, sentendo qualche brivido, dovuto dalle mani fredde di Tom, percorrerle un braccio.
    - Lasciala stare! -
    Urlò Bill alzandosi in piedi e facendo spaventare la povera Simone.
    Raccolse tutta la forza che aveva in corpo e saltò addosso a Tom, cadendo a terra. Forse perchè la materia di cui era fatto il rasta era astratta o forse perchè era stato abile a schivarlo.
    Simone era a dir poco esterrefatta e scioccata da quella scena. Stava avendo la conferma che Bill fosse davvero pazzo e lo stava vedendo con i suoi stessi occhi.
    Insomma, saltava nel vuoto.
    - Sappi che non lo farò -
    Esclamò Tom un po' più calmo.
    - Cosa non farai? Cosa? -
    Domandò il moro scettico e stanco di tutta quella situazione.
    - Non morirò un'altra volta. Non per te -
    Bill scosse la testa, convinto che quello fosse solo un capriccio.
    - Sparisci! -
    Esclamò deciso. Tom sorrise e scosse la testa.
    - Oh, quello già lo sono -



    *





    La campanella trillò e il cortile della scuola si svuotò velocemente.
    Bill aspettò un po' prima di entrare, non voleva andare a sbattere contro nessuno, cosa che avrebbe sicuramente fatto visto che la sua testa era da tutt'altra parte.
    E, soprattutto, non voleva vedere Georg e sentirsi dire “brutto frocio arrapato” dal ragazzo che amava.
    Così aggrappò tutte e due le mani alla tracolla e, a testa bassa, salì gli scalini lentamente, visibilmente stanco di dover passare sei ore in quella specie di prigione. Cinque in realtà: aveva un appuntamento con un ragazzo alla terza ora e sapeva benissimo che si sarebbero dilungati oltre i dieci minuti stabiliti. Era sempre così.

    Bill non lo sapeva, ma Tom era spesso con lui e, quando il moro era a lezione, si divertiva a fare qualche scherzetto ai bidelli e ad osservare le scollature delle ragazze che gli passavano davanti, facendoci pensierini non poco casti.
    Oh, cos'avrebbe fatto se fosse nato anche lui.
    Bill entrò in classe e lanciò la borsa a terra, tirando rumorosamente la sedia da sotto il banco e sbattendocisi sopra.
    - Cos'hai anche oggi? -
    Chiese Gustav spostando il suo zaino vicino a quello di Bill e sedendosi accanto a lui.
    Gustav era il suo migliore amico, o meglio, era il suo unico amico, quello su cui poteva sempre contare e l'unica persona sulla faccia della terra che voleva credere alle baggianate che sparava Bill sul fantasma di suo fratello.
    Baggianate che non erano.
    - Niente, è questo il problema. Non ho niente -
    Sbottò nervoso. Gustav sorrise divertito. Non poteva farne a meno quando Bill faceva così.
    - Cos'hai da ridere? -
    Chiese Bill consapevole della sua idiozia e con i lati della bocca leggermente incurvati verso l'alto. Gustav dischiuse le labbra per parlare, ma in quel momento entrò il professore e dovette bloccare ogni parola -non che ne avesse molte-.
    Quell'anziano -quanto stronzo- uomo si sedette alla cattedra ed iniziò a sfogliare il libro di matematica per decidere con quale argomento avrebbe potuto torturare i suoi alunni per le prossime due ore.
    - E' per Tom? -
    Domandò il biondino continuando ad illuderlo. Ma Bill non era così stupido e proprio non aveva voglia di farsi prendere ancora in giro da tutti e, soprattutto, non voleva allargarsi troppo parlando di Tom con qualcuno. Magari, prima o poi anche Gustav l'avrebbe ritenuto pazzo.
    - Lascia stare -
    Si limitò a dire tagliando corto e preparandosi ad affrontare la lezione della sua materia preferita. Certo.



    *





    Tom se ne stava seduto su un muretto in cortile, con la guancia abbandonata sulla mano che sbuffava in continuazione rigirandosi i dreadlocks tra le dita.
    Già, i dread.
    Bill si era sempre chiesto come mai una sottospecie di fantasma avesse quell'acconciatura. Forse anche nell'altro mondo esistevano i parrucchieri, si era sempre limitato a rispondersi. Ma prima o poi glielo avrebbe chiesto.
    Peccato, davvero peccato che nessuno poteva vederlo, sarebbe sicuramente piaciuto a un sacco di ragazze. E anche questa era una cosa che Bill avrebbe dovuto pagare. Cosa poteva importargliene? Lui la verginità l'aveva già persa da tempo e che il suo fratello fantasma ce l'avesse ancora addosso non erano affari suoi, giustamente.
    Ma ripensandoci, Tom neanche sapeva come funzionava quella cosa. Insomma, quando Bill lo faceva, non l'aveva mai spiato né nulla, sapeva che era sbagliato.

    - Di chi parli? -
    Urlò Georg in lontananza, distogliendo Tom dai suoi pensieri.
    - Di quello che sembra una ragazza -
    Rispose Andreas, un ragazzo biondo ossigenato, alto, magro, con i lineamenti decisi e un'espressione fiera e sicura di sé.
    - Ma chi? Quel “brutto frocio arrapato” che mi è saltato addosso? Bolt? -
    Andreas corrugò la fronte e inarcò un sopracciglio, non sicuro di aver ben capito come si chiamasse.
    - Ehm... Vuoi dire Bill? -
    Osò correggerlo. Georg si sbatté una mano sulla fronte facendo il finto disperato per prenderlo in giro e Andreas scoppiò a ridere.
    Tom si ritrovò ad osservare attentamente quella scena e, avendo capito che stavano parlando di QUEL Bill, non riuscì a trattenersi. Nella sua testa aveva già programmato da anni che l'unico che avrebbe potuto maltrattare, offendere, diffamare, odiare e stuzzicare Bill era lui.
    Sorvolò verso i due e si mise a testa in giù, mantenendo sempre la sua posizione seduta, sopra di loro.
    - Sai, ora che ci penso mi hai fatto venire in mente una cosa cattivissima -
    Mormorò Georg con un ghigno perfido.
    - Cosa? -
    Domandò Andreas mentre teneva stretta una sigaretta tra le labbra. Georg sorrise maliziosamente, si avvicinò all'orecchio dell'amico e gli sussurrò la sua idea, ma non così piano da far si che Tom non sentisse.



    *





    Bill aveva completamente abbandonato la testa sul banco e dormiva beatamente con la bocca aperta e con i suoi sospiri rumorosi. Gustav aveva provato a svegliarlo, ma era talmente immerso nei suoi improbabili sogni che un po' gli dispiaceva.
    Ma il suo risveglio non tardò ad arrivare.
    Tom, intimidito da tutta quella gente cercò di regolare al meglio la sua trasparenza -anche se nessuno l'avrebbe comunque visto- e tirò delicatamente una ciocca di capelli a Bill. Quella era la prima volta che andava ad infastidirlo senza avere piani malefici per la testa.
    - Lasciami dormire, Gustav -
    Mormorò il moro agitandosi un po' e aggrottando le sopracciglia. Gustav tirò su gli occhiali che gli erano scivolati sul naso e lo guardò perplesso, non avendo capito bene cosa avesse detto.
    - Parli con me? -
    Bill non lo ascoltò e si girò dall'altro lato, strusciando la guancia sul braccio e facendo si che quella leggera scia di bavetta si espandesse per tutta la parte destra del viso.
    La pazienza di Tom era veramente poca così tirò i suoi capelli ancora più forte e si abbassò sull'orecchio di Bill.
    - Vieni in bagno. Ora ! -
    Il moro spalancò gli occhi, resosi conto di chi era stato a parlare.
    - Che ci fai qui? -
    Chiese in poco più di un sussurro.
    - Muoviti ! -
    Tom si allontanò facendo una delle sue facce, facendo intuire a Bill che avrebbe dovuto farlo subito.
    Alzò la testa e si stiracchiò sbadigliando e massaggiandosi il collo.
    - Vado in bagno -
    Disse a Gustav, rimasto allibito dalla naturalezza del suo amico, come se fosse stato a casa sua.
    Bill si alzò e si avvicinò alla cattedra un po' incurvato verso il basso con una mano che tastava sui reni, come un ottantenne.
    - Posso andare in bagno? -
    Chiese all'anziano professore sbadigliando ancora. L'uomo arricciò il naso e lo guardò con la bocca spalancata. Come aveva avuto il coraggio di chiedere una cosa del genere dopo aver dormito per tutta la lezione? Oh, ma Bill non sapeva che se n'era accorta mezza classe, visto il suo lieve quanto dolce russare.
    - Ma... Kaulitz ! -
    Esclamò il professore infastidito.
    - E'urgente! -
    Sogghignò Bill con un sorriso che gli prendeva tutta la faccia e abbassando un po' il timido tono di voce, le mani incrociate tra le gambe mentre muoveva esse a destra e sinistra. Il professore sbuffò e acconsentì.
    Non poteva permettersi di disubbidire a Tom, ne andava della sua salute mentale e soprattutto fisica.

    Percorse il corridoio cercando qualcosa nelle tasche. Guardò l'orologio dietro la cattedra dove raramente vi erano i bidelli e si rese conto che mancava una decina di minuti al suo solito appuntamento. Tanto valeva rimanere in bagno, nessuno si sarebbe accorto di quanto sarebbe stato assente. Non importava molto agli altri.
    Dette una forte spinta alla porta a vetri ed entrò in quel bagno troppo bianco, con le pareti troppo disegnate e la puzza troppo forte.
    - Tom? -
    Urlò nervoso ed irritato poiché era stato svegliato dal suo sonno tranquillo.
    Tom non perse un attimo a sorvolare Bill e a materializzarcisi davanti. Il moro incrociò le braccia e percorse con gli occhi tutta la lunghezza di un rasta che ricadeva sulle spalle del biondo.
    - Che vuoi? -
    Tom sorrise ed incrociò le braccia, con la sua solita faccia da presuntuoso. Non gli andava di sprecare energie lanciandogli qualche fittarella per aver pronunciato quelle parole con un pizzico di arroganza. Anche se ormai Bill ci era talmente abituato che non ci faceva neanche caso.
    - Se-senti Bill... -
    Iniziò un po' titubante ed eccezionalmente serio, cosa che spaventò il moro. Nel suo sguardo non vi era alcuna traccia di odio o di cattiveria, sembrava così... umano.
    - Hai presente Gregor...George...Georg, come si chiama? -
    Chiese più a se stesso che a Bill. Questo fece addolcire per un momento il moro a cui scappò un sorrisetto. Si, era fin troppo umano.
    - Georg. Si chiama Georg -
    Lo corresse. Tom si schiarì la voce, stranamente intimidito.
    - Lo so che ti piace... -
    Al che Bill spalancò gli occhi e la mascella gli cadde verso il basso.
    - E non voglio infrangerti alcun sogno... -
    Strano, sapeva cos'erano i sogni?
    - Ma lui e il suo amico ossigenato vogliono farti un qualche brutto scherzo -
    Concluse serio.
    Bill ci mise un po' a realizzare per poi scoppiare a ridere come non faceva da tempo e come non aveva mai fatto davanti a Tom.
    Andiamo, lui era un fantasma, non aveva mai vissuto sulla Terra, né tanto meno era mai andato a scuola. Cosa poteva saperne di relazioni tra amici? Come poteva saper distinguere uno scherzo cattivo da uno fatto con le più buone intenzioni?
    Ma casomai, Bill davvero era così ingenuo da crederlo?
    Tom sapeva molto più di quello che lui immaginava.
    - Perchè ridi? -
    Chiese il rasta rimastoci un po' offeso. Bill si morse un dito per tranquillizzarsi e prese un bel respiro.
    - Ma fammi il favore, Tom -
    Aveva già deciso di concludere la conversazione con quella frase. Si avvicinò al lavandino e aprì l'acqua lasciandola scorrere tra le sue dita in tutta la sua freddezza.
    - Che ci fai a scuola? -
    Lo sguardo di Tom si fece più cupo e freddo, come se di freddo non ce ne fosse già abbastanza nell'aria.
    - Non mi credi, Bill? -
    Il moro scosse le mani verso il basso per far gocciolar via tutta l'acqua e prestò di nuovo attenzione alle sue parole.
    Ok, Tom era davvero strano quel giorno.
    - Non vedo perchè dovrebbe farlo, non mi conosce e sicuramente non si ricorda neanche chi sono -
    Rispose con un accenno di tristezza nella voce.
    - Insomma, che ci fai a scuola? -
    Cercò di nuovo di cambiare discorso e lo faceva perchè non gli andava di parlare di Georg, sapeva benissimo che quello scherzo di cui parlava Tom l'avrebbe fatto senza scrupoli. E non sarebbe stata una passeggiata. Ma non voleva pensarci, era comunque un modo per stare con lui.
    Ma Tom non si diede per vinto. Saltò addosso al collo di Bill e lo sbatté sul muro tenendogli ben stretto il mento tra le dita.
    Anche questo non era mai riuscito a spiegarselo: come Tom poteva toccarlo e Bill poteva sentirlo, ma come se lo toccava lui lo sorpassava, non vi era consistenza, era astratto, dissolubile.
    - E' inutile che cerchi di cambiare discorso, stronzo ingrato -
    Accentuò nervoso, ma con la solita punta di calma che segnava la sua voce rauca. Strinse la presa un po' di più, ma la rilasciò immediatamente sentendo dei passi avvicinarsi a loro.
    - Bene, veditela da solo -
    E sparì dalla vista del moro che prese a massaggiarsi le guance. Perchè doveva sempre reagire così?

    Andreas si guardò bene intorno prima di entrare in bagno e trovare Bill seduto a terra che storceva la bocca.
    - Ciao Bill -
    Sussurrò accendendosi una sigaretta. Bill si alzò e tirò via dall'orecchio anche la sua, prendendo quella di Andreas dalla bocca e accendendola.
    - Ciao Andi -
    Disse tranquillo. Il biondo aspirò bene e gli sputò tutto il fumo in faccia col solito sguardo profondo che si ritrovava.
    - Sei pronto? -
    Chiese come se fosse la cosa più normale del mondo. A Bill in realtà non andava molto, ma non poteva fare diversamente.
    In quanto ad Andreas, gli andava eccome. Nessuno sapeva che anche lui fosse bisessuale, nemmeno Georg che era il suo migliore amico. E nessuno sapeva che l'unico maschio con cui andava molto, molto spesso era Bill. Ecco perchè quando Georg gli aveva rivelato il suo piano malefico -dovevasi attuare di lì a una settimana- aveva traballato un po', in fondo voleva bene al moro e per lui portava rispetto. Fino a un certo punto.
    Ad ogni modo Bill annuì e spense la sigaretta sul muro, lasciandola cadere a terra. Andreas prese la sua mano e lo condusse all'ultimo bagno mentre iniziava a slacciarsi i pantaloni.
    Bill chiuse la porta e aspettò un po' prima di attaccarsi alle sue labbra e scendere lentamente sul suo collo.
    Gli sfilò la maglietta, anche se il tempo scarseggiava e prese a leccargli il petto e gli addominali per poi scendere fino ai boxer. Andreas gemette subito al contatto che ebbe con le mani di Bill che gli stringevano i fianchi.
    Il moro alzò lo sguardo indeciso se farlo o no. Ripensò che non era una puttana e che facendo porcherie con Andreas nel bagno della scuola non avrebbe di certo trovato nulla della sua anima gemella. Soprattutto in Andreas che ormai vedeva fin troppo spesso. Ma non si tirò indietro.
    Afferrò i boxer del biondo e li calò giù velocemente avvicinando la sua bocca alla sua erezione. Solo un sospiro bastò a far arrossire Andreas che era già in estasi.
    - Bill non respirarci sopra, muoviti -
    Disse con la voce tremolante e con un tono severo. Era sempre così, Andreas voleva una cosa e Bill doveva farla. Esattamente com'era con Tom.
    Aprì la bocca e prese l'erezione del biondo tra le labbra, facendola scorrere avanti e indietro lentamente.
    Andreas si aggrappò al muro e buttò il collo all'indietro cercando di trattenersi. Aveva ben altro per la testa quella volta.
    Prese i capelli di Bill in una mano e iniziò a muovere la sua testa più velocemente lasciando la possibilità al moro di morderlo ovunque volesse.
    Questo a Bill non piaceva affatto, odiava essere comandato così. Insomma era lui o no quello con un coso in bocca? Aveva tutto il diritto di decidere l'andatura, anche perchè era estremamente imbarazzante.
    Andreas gemette e venne nella bocca del moro, che si staccò immediatamente sputando a terra tutta quella roba e asciugandosi la bocca. Sì, gli faceva ancora un po' schifo.
    Si alzò e si sistemò i ciuffi di capelli rimasti spettinati. Andreas lo fissava e non poté fare a meno di eccitarsi ancora, Bill aveva quella sorta di aura provocatoria intorno a sé.
    E in fin dei conti, sapeva di esser visto come “una macchina del piacere”.
    - Allora com'è... -
    Le sue parole furono bloccate dalla presa forte di Andreas sui suoi fianchi e dalla sua lingua che si faceva spazio nella sua bocca. Il moro gemette essendo stato colto all'improvviso e venne sbattuto al muro con forza.
    - Andreas, che stai facendo? -
    Chiese impaurito in un momento in cui il biondo si staccò dalle sue labbra.
    - Quello che avrei dovuto fare tempo fa -
    Quasi urlò spalancando la porta del bagno, sbattendo Bill sull'altro muro, voltandolo e calandogli i pantaloni.
    Il moro iniziò a dimenarsi e ad urlare, ma Andreas gli mise una mano davanti alla bocca e poggiò la sua erezione sull'apertura di Bill.
    Cazzo, questo non era nel programma. Eppure il moro aveva sempre stabilito le sue poche, stupide, ma essenziali regole. Una di queste, mai citata, era “NO STUPRI” e Andreas stava per farlo.
    La sua erezione si spinse un po' più verso l'alto e Bill strinse gli occhi, consapevole del fatto che non ci sarebbe stato più nulla da fare, che quelle stupide regole non avevano contato mai nulla per nessuno, che per gli altri il “solo lavori di bocca” non significava mai solo quello, ma ben altro.
    Ma fu tutto così veloce. All'improvviso si sentì cadere a terra e dentro di sé non c'era nulla, Andreas non era più accavallato su di lui e non stava più cercando di violarlo.

    Il tempo di aprire gli occhi e far si che le lacrime finissero di scendere per farlo vedere meglio che trovò Tom sopra Andreas.
    Lo stava picchiando?
    - Cazzo volevi fare? -
    Urlò il rasta rivolto al biondo tappandogli la bocca con un altro pugno. Lo sollevò per la maglietta e lo sbatté di nuovo a terra.
    Bill non credeva ai suoi occhi, non poteva essere umanamente possibile.
    Andreas riuscì in qualche modo a colpire Tom e ad alzarsi, lanciando un'occhiataccia al moro prima di sparire da quel bagno.

    Tom giaceva a terra e cercava di rialzarsi con scarso successo, era come... stanco. Bill si alzò e gli si avvicinò.
    - Tom... -
    Il rasta alzò lo sguardo impaurito e lo incastonò nel suo, il sangue che scendeva dal naso.
    Il sangue che scendeva dal naso?
    Bill si avvicinò e lo guardò perplesso, avvicinò la sua mano, ma non lo toccò. Tom sembrava sorpreso tanto quanto lui anche se non sapeva di star sanguinando.
    La mano gracile di Bill si posò sulla sua guancia e rabbrividì al tocco freddo della sua pelle. Poteva toccarlo: aveva sentito Tom, la sua consistenza, la sua pelle.
    - Tom, perchè riesco a toccarti? -
    Chiese con un tono decisamente sorpreso.
    Ma Tom aveva appena capito tutto, era successo finalmente. Sorrise e si passò un dito sotto il naso notando una leggera scia di sangue. Sangue vero.
    E il suo cuore prese a battere.
    Già, proprio il suo cuore.
    - Sai Bill, ho aspettato in un fascio di luce per diciassette anni... -
    Iniziò tranquillo lasciando il moro sempre più sorpreso e perplesso.
    - Ho fatto tutto il mio percorso e forse Loro hanno deciso di esaudire le mie richieste... -
    Bill rabbrividì, sperando di non aver capito ciò che intendeva Tom.
    Il rasta prese il polso del moro con una mano e gli fece aprire tutte e cinque le dita mentre le unì alla sua facendole combaciare tra di loro.
    Sorrise e il suo sguardo freddo e cupo si illuminò. Bill continuava a non capire.
    - Sono tornato, Bill! -

    In quel momento tutto sembrò farsi più freddo intorno a loro due. Gli occhi di Tom persero espressione e il suo sorriso si spense. Si accasciò su Bill, svenuto. Il moro lo accolse tra le sue braccia e gli accarezzò i capelli.

    Aveva aspettato in un fascio di luce per diciassette anni? Quale luce se aveva sempre tormentato Bill nella più totale oscurità della notte?
    Ma si, Tom era decisamente troppo umano quel giorno.

    Edited by xAliasphire - 14/9/2010, 19:17
     
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    Perchè Ti Amo e Lo Farò Sempre. Anche Quando Ti Odierò Sarà Per Amore

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    Georg
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    mi sono innamorata di questa storia!! *_*
     
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  4. !Moody
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    Mmmm, allora questo capitolo mi lascia un pò perplessa su certi punti:
    Prima di tutto il comportamento di Bill!
    Nell'altro capitolo aveva il terrore di Tom, non osava quasi parlargli, qui addirittura gli spartisce ordini come il: sparisci
    E non capisco se sono io che ho capito male o è un cambiamento improvviso XD
    Secondo, Tom ha avvertito il dolore di Bill, ma con tutte le volte che Bill fa pensieri così negativi come mai non ha provato questa cosa nel corso del tempo?
    E poi Bill non crede nell'amore e in queste cose qui e cerca l'anima gemella che è una cosa che riguarda l'amore in generale, anzi è il concentrato dell'amore...
    per il resto il capitolo è ok, mi è piaciuto ^^
    Ah, un'ultima cosa, non so se sia giusto anche come lo hai scritto tu però io so che si dice di male in peggio, non di peggio in peggio!!
    Continua presto^^
     
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  5. PinaKaulitz88
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    CITAZIONE (ComeBack @ 19/7/2010, 21:18)
    mi sono innamorata di questa storia!! *_*

    Quoto ^^
     
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  6. *Rabbith~
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    CITAZIONE (!Moody @ 19/7/2010, 21:30)
    Mmmm, allora questo capitolo mi lascia un pò perplessa su certi punti:
    Prima di tutto il comportamento di Bill!
    Nell'altro capitolo aveva il terrore di Tom, non osava quasi parlargli, qui addirittura gli spartisce ordini come il: sparisci
    E non capisco se sono io che ho capito male o è un cambiamento improvviso XD
    Secondo, Tom ha avvertito il dolore di Bill, ma con tutte le volte che Bill fa pensieri così negativi come mai non ha provato questa cosa nel corso del tempo?
    E poi Bill non crede nell'amore e in queste cose qui e cerca l'anima gemella che è una cosa che riguarda l'amore in generale, anzi è il concentrato dell'amore...
    per il resto il capitolo è ok, mi è piaciuto ^^
    Ah, un'ultima cosa, non so se sia giusto anche come lo hai scritto tu però io so che si dice di male in peggio, non di peggio in peggio!!
    Continua presto^^

    Aaha oh mio dio, *la cosa del peggio in peggio* non c'ho proprio fatto caso sorry, correggo. Comunque si, aveva il terrore di Tom, ma visto che lui ogni volta che non parla gli fa male ha deciso di intrattenerci una qualche conversazione.
    Il fatto degli ordini è perchè è stanco delle manie di superiorità di Tom e soprattutto gli ha dato ai nervi quando ha toccato Simone.
    Tom è riuscito ad avvertire il dolore di Bill vedendolo triste in quel modo mentre pensava a Georg e stava piangendo (leggere alla fine di questo commento) ed era un dolore che non gli ha procurato lui bensì un ' altra persona.
    Bill non crede nell'amore e cerca l'anima gemella facendo quelle cose.. cioè è una cosa che sa il narratore non il personaggio,sono come anticipazioni.. infatti ho scritto che questo capitolo è ancora introduttivo quindi ogni minima cosa ha un peso con mille significati diversi che si spiegheranno piu in là.. poi insomma Tom è un'anima ed è anche gemella, quindi... XD

    -Tutto questo -sensazioni e cambiamenti- sono dovuti dal fatto che Tom è tornato umano, ma che comunque ha sempre quella cosa NON umana dentro di se..
    vabbèèè sto dicendo troppo xD.. col tempo le cose cambieranno eeheh

    Grazie mille per il commento e per avermi fatto notare l'errore O.O
    ^^
     
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  7. !Moody
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    Cavolo mi hai spoilerato mezza storia XD
    Non volevo, erano solo curiosità!!
     
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  8. *Rabbith~
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    CITAZIONE (!Moody @ 20/7/2010, 00:21)
    Cavolo mi hai spoilerato mezza storia XD
    Non volevo, erano solo curiosità!!

    ahaha naaah
    "le apparenze ingannano" u.u
    ^^
     
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  9. !Moody
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  10. Lucy-Georg
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    *-*
    Ogni capitolo mi lasci senza parole e ci metto un'eternità a scrivere un commento per esprimermi bene.
    Allora, come al solito, la storia è interessante ed è scritta bene, fila che è una meraviglia.
    Giusto Andreas MI STA SUL CAVOLO... Mi è sempre stato sul cavolo e lì resterà anche in questa fic xD
    Uuuuuuuuuuh non vedo l'ora di leggere il seguito.
    POSTAPOSTAPOSTA presto :)
     
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  11. *Rabbith~
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    CITAZIONE (Lucy-Georg @ 20/7/2010, 21:35)
    *-*
    Ogni capitolo mi lasci senza parole e ci metto un'eternità a scrivere un commento per esprimermi bene.
    Allora, come al solito, la storia è interessante ed è scritta bene, fila che è una meraviglia.
    Giusto Andreas MI STA SUL CAVOLO... Mi è sempre stato sul cavolo e lì resterà anche in questa fic xD
    Uuuuuuuuuuh non vedo l'ora di leggere il seguito.
    POSTAPOSTAPOSTA presto :)

    senza parole addiruttura? O.O waaaaaau, mi sento onorata ^^ grazie
     
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  12. !Moody
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    Allora posta V.V
     
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  13. Lucy-Georg
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  14. *Rabbith~
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    Postare o non postare? This is the poblem U_________U
     
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  15. !Moody
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    Non esiste questo problema, POSTA
     
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