PARADISI ARTIFICIALI

In fase di scrittura.

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  2. HachiBLOOD~
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    Quando la signorina vuol passasre, Hachi sta qua v.v
     
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  3. DisasterpiecexX
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    Mandato u.u
     
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  4. PinaKaulitz88
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    *____________*
     
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  5. DisasterpiecexX
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    *OO*
     
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  6. PinaKaulitz88
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    Come stai?
     
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  7. DisasterpiecexX
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    Normale T_T mi devo ancora riprendere dal 16, tu? **
     
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  8. PinaKaulitz88
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    Bene :D
    Ho conquistato il braccialetto per partecipare alla signing session!!!
     
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  9. DisasterpiecexX
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    Sono felicissima per te. **
     
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  10. PinaKaulitz88
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    Grazie!
    E' stato meraviglioso
     
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  11. DisasterpiecexX
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    ** hai già visto il dvd?
    Io sìììì, tante di quelle volte ç__ç
     
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  12. PinaKaulitz88
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    Certo che l'ho visto **
    Ma quindi tu c'eri a Catania?
     
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  13. DisasterpiecexX
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    Sìì che c'ero u.u ma non stavo nel ring.


    Sto postando u.u
     
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  14. ladymoon
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    questo è cosa buona e giusta
     
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  15. DisasterpiecexX
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    Momento u.u che la connessione rompe è_é

    Bè, donne, ho tagliato il capitolo, è corto lo so, ma non ce la spuntavo più. o.o
    Non vi addormentata sulla tastiera nel prossimo torna l'azione e "l'altra" roba u.u


    image



    (11)I know we’re so wrong, but it feels so right.




    Apro gli occhi, respirando affannosamente. Quando diavolo mi sono addormentato?

    -Cazzo, cazzo!-impreco ad alta voce notando il mio corpo nudo, la porta socchiusa e nessuno nella stanza.

    -Oh, mio Dio!-gemo disperato singhiozzando mentre le lacrime iniziano a riempire i miei occhi.

    Mi metto a sedere cercando i miei boxer, singhiozzo ancora più forte quando sento una leggere fitta al sedere. Non è possibile, non è possibile.

    -Cristo!- piango forte mentre con le mani tremanti infilo i boxer e subito dopo i pantaloni.

    Mi passo una mano sugli occhi, spargendo la matita nera e sporcandomi le mani.

    Che diavolo ho combinato?

    Dopo aver indossato la maglietta alla rinfusa, prendo il cellulare dai jeans per controllare l’orario.

    Sono le tre di notte.

    Mi siedo al lato del letto e porto le mani sul viso. Non può essere successo davvero.

    Prima che inizi a piangere forte, il cellulare inizia a vibrare nella mia tasca.

    Mi schiarisco la voce prima di rispondere. –Pronto.- rispondo con un falso tono di voce normale.

    -Bill, dove sei finito? Ti aspettiamo alla porta di entrata.- dice Georg dall’altro capo del telefono.

    -Sì, scendo.-rispondo semplicemente mettendo fine alla chiamata.

    E sono anche troppo sconvolto per dare una controllata al mio viso prima di scendere.


    **


    -Che faccia, Bill! Sembra che tu sia finito a letto con un trans!- scherza Andrea.

    Fottiti! -rispondo esalando un respiro tremulo e il mio amico è ancora troppo fatto perché dia peso alle mie parole.

    Poggio la testa sul finestrino freddo della macchina, mentre guardo le luci malinconiche della strada.

    Le lacrime rigano il mio viso, i denti battono e tiro su col naso non troppo poco rumorosamente, ma nessuno delle tre persone su questa macchina si cura di me.


    **


    Guardo il letto sfatto della mia camera, l’orologio segna le cinque del mattino ed io ancora non vado a letto.

    Andare a letto è un po’ come segnare il confine tra una giornata e l’altra.

    Svegliarsi la mattina e ricordare il giorno prima, magari farne tesoro di ciò che hai fatto.

    Ed io quando mi sveglierò cosa devo ricordare?

    Che ho perso la mia verginità, che ho fatto sesso, che ho fatto sesso con un uomo, ma specialmente che tutto ciò di cui ho sempre avuto paura è diventato realtà.

    Io sono...così.
    Lo sono, lo sono sempre stato. E prima o poi questa parte di me che ho sempre cercato di seppellire sotto valanghe di bugie doveva riuscire a liberarsi.

    E quale modo migliore c’era se non farsi scopare da Tom? E goderselo anche.
    E’ così sbagliato e assurdo.

    E’ così sbagliato essere ciò che sono.

    E’ così sbagliato aver fatto emergere ciò che sono con una persona a cui non importa niente di te e mai importerà nulla.

    Assurdo.

    Assurdo far emergere il proprio io senza nessuna dolcezza, nessun bacio, nessun sguardo pieno d’amore. Niente di niente, solo un orgasmo potente. Ma magari così, in una modo così freddo e sterile, sembra meno sbagliato.

    Sì, è meglio così. Nessuna dolcezza per quelli come me.

    Nessuna delicatezza, nemmeno da parte di me stesso, a maggior ragione da parte di me stesso.

    Io me ne vado a dormire infischiandomene di assorbire e concepire ciò che ho fatto. Non mi merito nessuna premura.

    Scivolo piano sotto le coperte respirando rumorosamente. Percepisco sul viso ancora le lacrime che ho versato qualche ora fa tra la disperazione, ormai sono asciutte.

    Vorrei versarne ancora, vorrei versane migliaia, fino a morire, ma non ci riesco.

    Vorrei morire schiacciato, stritolato, distrutto dai sensi di colpa, vorrei che la vergogna mi strozzasse, mi togliesse il respiro e mi tirasse giù, ma non ci riesco. Il ricordo di un corpo caldo e morbido sopra di me mi tiene sospeso.

    Per quanto il proprietario di quel corpo non mi abbia donato ciò che ho letto solo nei libri.

    -Pentiti!-urlo a vuoto. Sprofondo la testa sul cuscino cercando di vomitare via qualche lacrima, ma riesco solo a urlare contro la federa morbida. Urlare forte, fin quando la gola brucia e il sonno viene a prendermi.

    **

    -Oh, mio Dio!-ansimo di piacere, mentre la sua mano si muove velocemente sul mio pene. Stringe e tira.

    Non mi sono mai sentito più eccitato, non sono mai stato più duro di così e sto per venire. E non va bene, non voglio venire di certo per merito della sua mano, o per lo meno, non voglio venire esclusivamente per merito di quella.

    -Aspetta.-ansimo inarcandomi e notando che non ha nessuna voglia di smettere di muovere su e giù quella mano, gli afferro il polso bloccandolo.

    -Che c’è?-chiede lasciando la presa dal mio membro e stringendomi i fianchi. Ansimo forte anche a quel semplice tocco, contorcendomi sulle lenzuola, mentre le sue mani bollenti mandano scosse lungo la mia spina dorsale e sul mio basso ventre.

    -Entra dentro di me.-supplico. -Ora! Ti prego.-

    -Aspetta.-risponde sfilandosi la maglietta ed io trasportato dall’eccitazione mi metto a sedere iniziando a tirare giù i suoi jeans, mentre lui mi osserva con un’espressione indecifrabile.

    Mi lecco piano le labbra prima di tirare giù i boxer, scoprendo il suo membro. Completamento rilassato e moscio.

    -Tom? Cosa?-balbetto guardandolo negli occhi, mentre il panico inizia ad ammontare.

    -Come ‘cosa’? Non è mica colpa mia se TU hai il pene, ma non le tette e non mi viene duro.-


    **

    Spalanco gli occhi di soprassalto, con il cuore che batte all’impazzata, completamente sudato.

    Oddio, che incubo.

    Sbatto le ciglia impiastrate dal trucco che non mi sono premurato a togliere e ci metto un po’ prima di mandare via il panico e realizzare che era solo un sogno.

    Porto la mano sul petto per calmare un po’ il battito del mio cuore.

    Basta, basta. Sono stanco, esausto di stare male.

    Non vorrei e non dovrei, ma il disagio sparisce completamente quando penso a ciò che è successo qualche ore fa.

    Il suo profumo ancora impresso nella pelle, mi sta intossicando. Riempie il mio cervello e mi sento scoppiare.

    Mi fa sentire caldo e duro. I miei fianchi scattano in alto quando ripenso all’occhiata troppo intensa e carica di libidine che mi ha lanciato per tutto il tempo che siamo stati insieme.

    Solo il ricordo delle sue occhiate mi fa tremare da capo a piedi.

    Dirigo la mia mano oltre l’orlo dei boxer, tirando e stringendo il mio membro duro e umido.

    Alzo i fianchi di scatto seguendo i movimenti della mia mano, quando ripenso alla sua di mano che accarezza il mio membro con decisione, che mi porta oltre il limite, che annienta le mie fragili convinzioni.

    Mi accarezzo piano i testicoli, per poi risalire su tutta la lunghezza. Non mi masturbo mai così, anzi non mi masturbo proprio mai. Mai.

    Non mi tocco mai, perché sento gli occhi di qualcuno addosso, sento il senso di colpa divorarmi, bruciarmi, sciogliermi, carbonizzarmi e la mia mente… la mia mente che fugge in posti proibiti, mentre la mia mano mi accarezza. Come ora.
    La mia mente scappa, fugge in posti proibiti e la mia mano si trasforma nella sua e lui è dentro di me che si spinge senza pietà portandomi al confine del piacere, sull’orlo della purezza da dove cado. Non sono più puro, non sono più intoccato.

    E oggi, a differenza degli altri giorni, accarezzo con l’indice la mia punta rossa e bagnata gridando forte “Tom!”, gli occhi di Dio non li sento addosso. Non li sento. Non li percepisco mentre mi guardano con disprezzo.

    Stringo forte la mia calda erezione e urlo. Urlo forte. Dio non mi sta guardando, Dio nemmeno esiste.

    Non devo temere niente.

    Strizzo gli occhi forte, immaginando ancora il membro gonfio di Tom entrare ed uscire con forza dalla mia apertura.

    -Oh, cazzo!-impreco velocizzando i movimenti, tiro, stringo, alzo i fianchi. Ci sono maledettamente vicino.

    -Tom, Tom, Tom!- urlo ed il suo nome invade la stanza, invade le mie orecchie nello stesso momento in cui le immagini nella mia testa si fanno sempre più spinte e cambiamo posizione, mentre mi sussurra cose oscene nell’orecchio. E’ tutto partorito dalla mia mente, ma Dio non mi sta guardando.

    Poi arriva la carezza giusta, la pressione giusto ed esplodo. Il mio rilascio schizza sulla mia mano e sui boxer.

    Ed ancora prima che io mi riprenda dagli spasmi dell’orgasmo scoppio in un pianto disperato.



    **

    -Dove diavolo sei stato?- mi chiede Janine agitando i suoi codini, non appena entro nel cortile della scuola.

    -Ho dormito due giorni interi.-dico atono estraendo una sigaretta dal mio pacchetto semivuoto.

    -Oh, allora anche tu ti sei dato alla pazza gioia alla festa?- mi chiede ridendo e prendendo una sigaretta dal suo pacco.

    -Ah, sì.- rispondo a disagio.
    Mi sorride e non posso fare altro che ricambiare, seppur timidamente. Devo rilassarmi e farmi una nuova amica, ma io non ho mai avuto amiche donne, anzi a parte due persone non ho proprio mai avuto amici.

    -Sei strano, hai cambiato qualcosa? Tipo tagliato capelli o ombretto?-chiede squadrandomi curiosa.

    Ah, già, se voglio un’amica donna devo fare abitudine all’intuito femminile.

    -No.-rispondo leccando nervosamente le mie labbra secche.

    -Boh, sembri diverso.-dice inclinando la testa di lato.

    No, ho solo perso la mia verginità. Con un ragazzo. Se forse l’avessi persa con una ragazza, tutto mi sarebbe sembrato più semplice, invece no, ho fatto sesso con un ragazzo, ho dato il permesso a qualcuno di entrare dentro il mio corpo.

    Non sono più il ragazzino apatico ed incazzato.

    Ho fatto sesso, fumo, bevo e mi drogo. Sì che ho cambiato qualcosa. Ed ora? Quale poi? Non mi resta più nessun traguardo da superare.

    -Oi, Bill?-

    -Sì?- rispondo scuotendo la testa come se volessi scacciare via i miei pensieri, ma quelli non se ne vanno mai, restano sempre lì a tormentarmi giorno e notte.

    -Entriamo, sta per suonare.-mi dice.

    Osservo la porta dell’edificio, non dovrei sentirmi a disagio, non dovrei essere nervoso per il fatto d’incontrare Tom, non dovrei sentire nessuna morsa allo stomaco, perché non c’è niente. Noi abbiamo solo fatto sesso.

    Le mie gambe iniziano a muoversi automaticamente seguendo Janine, penso che gli altri miei due amici siano dietro la scuola a rollare qualche canna o chissà cosa.

    Avanzando le figure appoggiate al muro accanto al portone della scuola diventano più definite e tra loro riconosco capelli color sole, che sta appoggiando al muro, reggendosi sul peso della sua gamba sinistra e guardando tutti con superiorità.

    Janine e silenziosa accanto a me e mi concentro sui suoi capelli per evitare di guardare qualcun altro.



    -Uh, Bill.-mi dice lei con espressione indecifrabile prima che una mano mi afferri per il polso.

    Mi volto verso il proprietario che mi stringe il polso e sussulto notando Tom che mi guarda con un mezzo sorriso.

    -Ciao, principessa. Devo dirti una cosa.- dice tranquillamente con un’espressione indecifrabile sul volto.
    -Ciao, Tom.- saluto tranquillamente, come lui, fingendo che non sia successo niente due sere fa.

    Ringrazio mentalmente Janine che ci sorpassa e va via, lasciandoci soli.

    Spero non mi faccia un discorso del tipo “è stato tutto uno sbaglio, sei solo il … con cui sono finito a letto per sbaglio.”

    Sospiro guardandomi intorno e sono felice sul fatto che a Tom non importi che ci sia tanta gente che ci osserva.

    -Seguimi.-dice lasciandomi il polso e camminando davanti di me con una mano in tasca.

    Lo seguo in silenzio dietro la scuola, posto quasi deserto, a parte per quei due o tre che si fumano una canna tranquillamente.
    Osservo la sua schiena e le sue spalle larghe e forti chiedendomi se ci siano ancora i segni delle mie unghia lì, se in qualche modo io abbia lasciato un segno. Fisico e non.

    -Allora…-inizia fermandosi e guardandomi negli occhi. Scaccio via i miei stupidi pensieri e mi cerco di non pensare al sesso, cosa che mi viene difficile con lui in mia presenza, con le sua mani calde che vagano distratte sul mio braccio, il suo respiro caldo che s'infrange sul mio viso e gli occhi profondi che mi guardano intensamente.

    -Dimmi.-dico preparandomi al peggio.

    -Io mi posso fidare di te, vero?- dice guardandomi fisso negli occhi e per un momento ho la sensazione che mi stia prendendo in giro.

    -Certo.-rispondo annuendo. In che modo potrei tradirlo o ferirlo io?

    -Mi servi.-dice ridendo. –Vuoi farmelo un grandissimo favore, principessa?-

    -Che favore?-chiedo inarcando un sopraciglio e torcendomi le mani ormai sudate.

    -Domani sera, devo vendere della cocaina, tanta cocaina, ad un tizio. E mi servi tu, per affiancarmi.-

    -Oh.-dico confuso.-E perché io?-

    -Te lo spiego dopo, all’intervallo, ok? Ma mi devi garantire che mi posso fidare di te. Non devi fare niente di difficile solo aiutarmi a convincerli con la tua presenza.-dice serio stringendo forte il mio braccio.

    -Cazzo, sì, Tom! Lo sai, puoi contare su di me.- dico cercando di mettere nelle parole più convinzione possibile, perché è vero. E’ ovvio che può contare su di me, solo l’idea di compiacerlo, in qualsiasi modo, mi fa vibrare.

    Anche a costo di fare cose ancora più grandi di me, come due sere fa e come domani.









    Note finali: eeey ò.ò spero non vi siate addormentate.
    Lo so, è palloso v.v lo è stato anche scriverlo.
    Mi dispiace per avervi fatto aspettare, spero non si ripeta più una cosa del genere, ma sono stata incasinatissima. T.T

    E spero di far distrarre un po' Jada con questo capitolo.
    Un bacio a tutte voi, a presto. **

    Edited by DisasterpiecexX - 9/8/2010, 13:57
     
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