PARADISI ARTIFICIALI

In fase di scrittura.

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  1. ladymoon
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    capitolo.......
     
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  2. DisasterpiecexX
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    Ciao, ladymoon **

    Ragazze T_T La mia beta mi doveva passare 4 capitoli corretti, ma ancora non sono riuscita a beccarla. ç.ç
     
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  3. vam zimmer 483
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    Oh Deooooooo nooooooooooo!!!
    Upppppppp!!
     
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  4. ladymoon
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    ciao... di alla tua beta che l'andiamo ad aspettarla sotto casa...
     
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  6. DisasterpiecexX
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    <3
     
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  7. vam zimmer 483
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    Upppppppppppp!!
     
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  8. DisasterpiecexX
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    Hachiii dove sei? ç_ç
     
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  9. HachiBLOOD~
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    Crilla ti ho mandato il primo capitolo di quelli che mi hai mandato betato, ho cominciato a betare il seguente tutto adesso, questa settimana è stata pienissima di compiti in classe e interrogazioni c.c
    E' tutto sulla mail (:
     
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  10. DisasterpiecexX
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    (02)The sadness will never end
    -No one knows what it's like to be hated, to be fated, to telling only lies-


    Ormai, l’oscurità ha avvolto la mia stanza; in questo fottutissimo dormitorio, in ogni stanza si trova solo un piccolo balconcino e la luce filtra squallida dal vetro. Non ho assolutamente intenzione di alzarmi e accendere la luce, preferisco affogare tra il buio e il dolore. La luce mi ha sempre dato fastidio.
    L’inverno, per me, è sempre stata una stagione triste, buia, spettrale, ma niente, nessun inverno grigio della mia infanzia può essere messo a confronto con l’oscurità, la solitudine che avvolgono quelli qui. Di solito nei dormitori normali le stanze si condividono con tre o più ragazzi, ma non in questo. I miei genitori hanno pagato profumatamente per dare il meglio al loro ”carissimo” figliolo. Non dico che è un brutto posto o questa una brutta stanza, però è fredda in tutti i sensi.

    Quando sono stato costretto a lasciare casa per venire a studiare qui, ero il più felice del mondo, pensando che finalmente avrei acquistato un po’ dell’indipendenza che tanto sognavo.
    Non sarei dovuto stare ogni giorno attento a non farmi ferire dagli sguardi sadici e pieni di disprezzo della gente e ,ahimè, anche dei miei genitori. La mia unica fortuna è stata avere con me i miei due migliori amici, ma il tempo cambia tutto e tutti ed io che senza di loro non sarei arrivato da nessuna parte, oggi capisco che vorrei farne a meno. Farne a meno, come ai vecchi tempi. Come ai vecchi tempi, riuscire a fare a meno degli altri e contare solo sulle mie capacità.
    Io non li merito, non sanno niente di me. N i e n t e. Forse non c’è niente da sapere se non il fardello che mi porto dietro. Nessuno mi capirà mai, perché nessuno dovrebbe mai capire.
    Forse, se avessi i miei genitori presenti, qualcuno riuscirebbe a sentire il mio urlo silenzioso, ma io nemmeno voglio essere ascoltato. Riuscire a stare bene vorrebbe dire cacciare via a pedate tutto quello che sono diventato, e per quanto io detesti il mio corpo da morire, non mi sbarazzerei mai del mio “io”. Perché “io”, ormai, in mezzo a quest’uragano di bugie e oscurità, ci ho fatto la mia casa.

    Sbuffo e allungo il braccio per afferrare il cellulare che sta vibrando dalla parte opposta del letto.
    -Pronto?- rispondo seccato.
    -Usciamo?-
    -Oh, Andi, ciao. Non si usa salutare?- lo riprendo ancora più seccato di prima.
    -Sì, scusami tanto. Ciao, Bill! Che c’è, cattiva giornata oggi?- mi chiede e sono sicuro che stia ghignando.
    -Comunque, usciamo?- chiede ancora prima che io risponda, a quanto pare non gli importa di sapere come è andata la mia giornata. Come biasimarlo?
    Mi guardo intorno, valutando la sua proposta: il letto freddo, la stanza piccola e buia, la poca luce rimasta che filtra debole aumentando l’aria spettrale di questa stanza. Che razza di persona normale si troverebbe bene in un luogo così?
    -Ok, aspetta mi cambio e scendo da te.- dico, prima di staccare e accendere la luce.

    **
    -Che avete fatto oggi a scuola?- mi chiede Andreas, chiudendo la cerniera del suo giubbotto fino al mento.
    - Uh, boh un cazzo. Ultimamente, la voglia di studiare è andata a farsi fottere.- mi lamento, osservando le strade umide e fredde di Oberhausen. Non è una grande città pullulante di vita o chissà che, ma offre le migliori scuole. Solo scuole. La vita notturna, quella che si vede nei telefilm americani, qui è inesistente, almeno per quello che ne so io, non sono un’amante della movida. Ma comunque sia, anche dopo quattro anni che ci siamo trasferiti qui, non ci siamo mai spostati; frequentiamo il solito pub e la discoteca il sabato, nella quale sono andato sì e no tre volte. Non riesco davvero a trovarmi bene in mezzo alla gente, e in un contesto come la discoteca è impossibile per trovarmi a mio agio. Mi sembrano tutti superficiali, persone che hanno rinunciato alla propria individualità, scansando ogni pensiero profondo ed iniziando a fare qualcosa che non fa parte di loro, ma rende fighi.
    Sarà stata la monotonia, la noia, il troppo peso che danno al giudizio della gente a spingere i miei amici ad iniziare a fare uso di sostanze stupefacenti. Cercare in tutti i modi di sfuggire alla realtà è la distruzione di se stessi, del proprio corpo, della propria personalità. A volte mi chiedo cosa siano diventati.

    Sono solo una massa di masochisti che si privano delle proprie capacità psichiche. E’ così che pensano di riuscire a trovare se stessi? Alterando di continuo la propria realtà? Scansando tutto ciò che è vivido, riducendosi a parassiti? Cosa credono di fare, beandosi solo di una felicità artificiale?

    -Bill!- mi chiama Andreas.
    -Uh- borbotto infastidito per essere stato strappato bruscamente dai miei pensieri.
    -Dicevo, hai un accendino? Ma dove hai la testa?- chiede continuando a camminare a passo svelto e sicuro di sé, a contrario di me che tengo costantemente la schiena incurvata e la testa china.
    -Uh, sì.- rispondo distrattamente afferrando l’accendino dalla tasca stretta, porgendoglielo per poi gettare un’occhiata alla strada umida, la luce che emettono i lampioni leggermente rossastra e la gente camminare svelta.
    Aspira, poi soffia via il fumo e la sicurezza che sprizza ogni suo gesto mi provoca talmente tanta invidia che riprenderei quell’accendino e mi darei fuoco. Non sarò mai come lui, non sarò mai come una bellissima ragazza, non sarò mai come nessuno, perché sono intrappolato in questo corpo disgustoso. Sono seppellito dentro questo corpo, insieme a tutte le mille insicurezze che mi seguono, respirandomi in modo viscido sul collo.

    -Allora, non vuoi sapere niente?- mi chiede ammiccando ed io strabuzzo gli occhi.
    -Su cosa?-
    -Su ieri sera.- ghigna continuando a fumare la sua sigaretta ed io lo seguo accendendo la mia.
    Sbuffo sonoramente e roteo gli occhi al cielo.
    -Che mi devi dire? Devil rasta ha colpito ancora? Uh?-
    Lui emette una risata quasi fastidiosa ed io mi chiedo ancora come mai anche il pensare a quella “roba” li renda tanto euforici.
    -Ti ha parlato Georg di lui?-
    -Esatto.- rispondo felice del fatto che non mi abbia fatto un monologo su cosa si è sniffato.
    -Che coglione. Beh, in questi casi l’anonimato è la migliore cosa, ma di te ci fidiamo.- dice strizzando l’occhio ed io lo guardo con un espressione confusa e quasi schifata. Che diavolo gli prende?
    -Beh, questo tizio è fantastico. Ha una macchina stupenda, è circondato da ragazze bellissime. Sì, la maggior parte tossicodipendenti, ma che ti aspetti da uno pseudo-spacciatore?-
    Annuisco, fingendo di essere interessato. A me di belle macchine e ragazze non me ne frega niente, soprattutto di ragazze…
    -Poi,- continua –è stranissimo, ha una stranissima carica emotiva, un po’ inquietante, ma tutto sommato è okay.-
    Mi trattengo dall'esclamare un "fattelo!", sulla scia di come lo sta esaltando. Certe uscite, però, diciamo a tematica “omosessuale”, preferisco evitarle per non destare troppi sospetti sul mio dissidio interiore.

    -Se riesco ad entrare nelle sue grazie e diventare suo amico, ti giuro che te lo presento.- dice annuendo convinto.
    -Ma anche no.- dico sprezzante.
    -E perche Bill? Dovresti vederlo è fighissimo.- insiste.
    - Cristo! Andreas, cosa pensi che io abbia da spartire con un tizio del genere?- chiedo sbuffando.
    -Oh, giusto.- risponde – Ma, magari, lui riesce a farti, uhm, convertire- ride, enfatizzando l’ultima parola.
    Non rispondo neanche, limitandomi a stare in silenzio.

    -Cosa c’è? Ti sentiresti inferiore di fronte a lui?- mi provoca ghignando.
    -Assolutamente, no. Io… io sono superiore ad uno stupido spacciatore, drogato di merda e con tante ragazze che gli vanno dietro.- sputo, anche se la voce risulta, persino a me stesso, insicura.
    - Oh, a chi non piacerebbe avere tante sventole?- ammicca leccandosi le labbra.
    -Dai, entriamo nel pub,- mormoro con rassegnazione, vedendolo annuire, blaterando qualcosa sul fatto che presto mi renderà partecipe della bellezza della macchina di Devil Rasta.

    Quando sono dentro, l’odore forte di alcool di vario genere mi arriva dritto alle narici.

    Bene, ci siamo.
    Seduto al bancone inizio a tracannare più roba possibile, incontro sapori dolci o aspri. Non mi piace, non mi piace per niente tutto quello che sto bevendo e sono costretto a tappare il naso mentre deglutisco quel liquido rivoltante. Andreas e qualche ragazzo ridono vedendomi fare quei gesti e espressioni stizzite, ma che importa?
    Non bevo mica per il piacere di farlo.
    Il mio obbiettivo è quello di fottermi la testa. Detto così fa tanto figo, ma chi è che non lo fa? Ai giorni d’oggi, anche i ragazzi di undici anni si sbronzano. Io sono come tutti gli altri.

    Tra un bicchiere e l’altro, seguo barcollando Andreas nel retro del locale, dove inizia a trafficare con delle strisce di coca e quelle che mi sembrano pasticche.
    L’osservo meravigliato, troppo ubriaco per fingere un’espressione di disgusto.

    -Ringraziamo Devil rasta per questo ben di Dio!- urla ridacchiando e allargando le braccia al cielo.
    -Sì.- rispondo e abbasso la testa sentendola pesante, come se il resto del mio corpo non riuscisse a reggerla.

    Il risolino di Andreas si trasforma in una risata sguaiata, ma io non ne vengo contagiando, riprendo ad osservarlo meravigliato.
    Quello sì che è essere persone diverse.



    **

    Strizzo gli occhi mentre cammino nel cortile della scuola, l’aria gelata mi ferisce il viso, ma non ci faccio caso. Non so se capiti solo a me, ma quando metto le mie cuffie ed alzo il volume ascoltando un pezzo Metal, mi sembra di lievitare. Mi sento come se fossi rinchiuso dentro una bolla; sto camminando in mezzo alla gente, ma non ci sono realmente, sto ascoltando qualcosa di potente, non sento rumori esterni, non provo quello che provano loro, adesso più di sempre.
    Ma così non riesco a tenere tutto sotto controllo e non basta.
    Voglio allontanarmi il più possibile dalla realtà, ma voglio tenere tutto sotto controllo, ma non mi basta niente. N i e n t e, cazzo, di tutto quello che ho provato fino adesso.
    La grande mano che si poggia alla base della mia schiena mi fa girare di scatto. Come dicevo, se non avessi avuto le cuffie avrei sentito questo qualcuno arrivare.

    -Ehy, Bill!- mi saluta felice Georg, mentre Andreas accanto a lui, mi accenna un sorriso che risulta solo una smorfia del suo viso, sfatto e distrutto questa mattina.
    Io, invece, a parte un insulso mal di testa sto bene.
    -Ciao, ragazzi.- saluto togliendo di malavoglia le cuffie.
    -Vieni con noi?- mi chiede Andreas e Georg annuisce.
    -Dove?-
    -Entriamo a seconda ora, dobbiamo fare una cosa.- dice Georg arricciando le dita, simulando due virgolette, alla parola “cosa”.
    -Che cazzo dovete fare?- chiedo bruscamente, infastidito.
    -Dobbiamo prendere della roba.- dice convinto ghignando ed Andreas lo segue.
    Beh, io sinceramente, non ho voglia di fare un cazzo e chiedo scusa per la mia non-chalance, ma l’idea di passare, almeno, solo un’ora sul banco a combattere con i residui dell’ennesima notte insonne mi fa rabbrividire.
    Comunque sia, io ho me stesso, ma la compagnia di Georg e Andreas mi sembra, alle volte, quasi indispensabile; loro sono due rocce forti, invece io sono solo un piccolo granello debole e inutile. Ed ho bisogno di loro, non sempre, non ogni giorno, ma quando affogo completamente nell’oscurità ho bisogno di loro. Perche io non ho nessuno e non sono nessuno.
    -Okay,- borbotto, stringendo le spalline dello zaino – ma poi io me ne torno a casa- aggiungo e quasi un gemito di dolore sfugge dalle mie labbra se penso che dovrò studiare per domani, invece di poltrire e arrovellarmi tra pensieri scomodi.

    Andreas batte le mani eccitato, in una mia scarsa emulazione, ed io sbuffo roteando gli occhi al cielo mentre ci dirigiamo verso il cancello.
    Durante il tragitto, loro ridono e scherzano ed io non posso, non ci riesco e me ne sto a braccia conserte seguendoli pigramente.
    -Si può sapere dove dovete prenderla questa roba?- chiedo strizzando gli occhi in un’espressione infastidita.
    -Avrai l’opportunità di conoscere il grande Devil rasta.- ghigna Andreas
    La bestemmia che esce dalle mie labbra li fa ridere, ancora, mentre una fastidiosa sensazione di disagio cresce dentro me e azzanna le mie interiora.
    Okay, Bill, andiamo a farci ammazzare emotivamente e spedire l’autostima sotto zero, come se quello che mi infliggo da solo, non bastasse.







    SPOILER (click to view)
    Aww. ** Ecco a voi. u.u
    Hachi, prima di tutto grazie mille, poi tranquilla ** anche io ho un casino questa settimana, diciamo questa settimana fino a giugno. 'o' <33

    Ragazze, ò.ò spero che siate arrivate alla fine sveglie 'o' E' un po' insipido il capitolo, vi metto un anticipazione dell'altro, nella speranza di tenervi svegli ahah.


    Anticipazione (03) non betato.
    SPOILER (click to view)
    -Oh, Tom, lui è Bill, tranquillo.- mi presenta Georg ed io agitato cerco di accennare un sorriso che però si trasforma in un’orribile smorfia quando il mio corpo, a quanto pare, ha deciso di non seguire i miei comandi.
    Vedo i due miei amici fissare Tom con un ghigno, aspettando che mi scambi per una ragazza e iniziare a sputare tutte le battute ridicole che conoscono.
    -Ciao, Bill.- ghigna Tom e il sorriso scompare dal viso dei miei amici.


    Edited by DisasterpiecexX - 9/8/2010, 13:41
     
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  11. vam zimmer 483
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    tesyyyyyyyy ma ci a vevi promesso due chappyyyyyyyy!!!!ç_ç
     
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  12. DisasterpiecexX
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    Lo so. ç__ç Ma la Hachi, ha impegni con la scuola ed è riuscita a betarne solo uno (poi guarda che io faccio un casino di errori non è mica facile ò.ò), infatti ho messo l'anticipazione non betata del terzo. u.u
     
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  13. HachiBLOOD~
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    State tranquille, che riuesco a betarli entro giovedì (:
    SPOILER (click to view)
    E tu Crilla scrivi che... sono cuorisa, ecco xD
     
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  14. Pingù.<3
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    NoNoNoNoNo ç___ç
    Dioooo,Non Puoi Finire Cosiiii.Non E Giusto Proprio Quando Sta Per Vedere Tom
    ç___ç Sei Cattiva ,Comunque
    Bill Sembra Tanto Pazzo In Questo Capitolo Bello Bello...
    *ç* Adesso Voglio Sapere Come Tom

    Continua Presto


     
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  15. PinaKaulitz88
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    Il disagio interiore di Bill colpisce come un pugno in pieno stomaco, è enfatizzato all'inverosimile... Fa quasi venire rabbia.
    I suoi due amici se ne fregano altamente pensando solo alla loro adorata "roba" e ora entra in gioco Devil Rasta a sconvolgere la situazione...

    Sono troppo curiosa ^^
    Uppa presto.
    Baci
     
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2167 replies since 6/4/2010, 21:17   31617 views
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