Mai E Poi Mai

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. elli ° WhiTe FantasY°
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    ecco, buona lettura ^^




    Capitolo 4


    - Ma tu sei impazzito! - gli urla contro Bill allontanandosi dal computer – Il successo ti ha dato alla testa! -
    - No, Bill, trovo sia un’ottima idea. – continua David.
    - Beh, scordatelo. Noi non fingeremo mai di avere dei rapporti solo per soldi! -
    - Voi state facendo tutto questo solo per soldi! - ora ha alzato la voce anche David. Mi alzo in piedi anche io, sperando – chissà per quale assurdo motivo - di poter calmare la situazione.
    - Noi non facciamo questo solo per soldi! – urla Bill, è rosso in volto dalla rabbia, anche se dovrebbe essere nero... verde d’invidia e incazzato nero. Vabè però è rosso.
    - Ah no? - gli risponde David.
    - No, David. No affatto. - intervengo io con calma e con un tono di voce ragionevole.
    Lui mi guarda perplesso e Bill interrompe la sua furia per concedermi un’occhiata. Dato che il mio intervento ha placato le acque, forse, è il caso di continuare – Non ti è saltato in testa che magari fare musica è la nostra passione? Che magari, e dico magari, Bill è dai cinque anni che si esercita a cantare e io che mi esercito con la chitarra? Che quindi è da più di dieci anni che noi ci siamo preparati per arrivare dove siamo? Ci disgusta il fatto che tu, voi – aggiungo buttando un occhio a Georg e Gustav che stanno in un angolino, pacifici, ad ascoltare la scenata – possiate solo lontanamente immaginare che noi, per soldi, potremmo fingere cose simili! Ci amano per la nostra musica, perché noi siamo musicisti. Non per la nostra immagine o i nostri gusti sessuali – mantengo un’espressione seria. Non so da dove mi siano uscite queste parole, ma ne sono fiero e non voglio rovinare tutto con uno di quei sorrisetti strafottenti che mi vengono tanto bene.
    - Anche se voi faceste questo perché vi piace, è il vostro lavoro. Il mio è quello di fare soldi, e nel vostro lavoro rientra l’opzione “dare retta a David” -
    - Non se ci chiedi cose che potrebbero umiliare la nostra persona – lo interrompe Bill, già più calmo, forse vedendo che mi è rimasto il polso fermo. Mah, che manie di protagonismo ho. Forse vedendo che abbiamo più o meno in mano la situazione.
    - Invece sì, e ciò non umilierebbe la vostra persona -
    - Guardami, David, cazzo! Lo sai la gente sana di mente cosa penserebbe se noi fingessimo di stare insieme? Penserebbe che io sono la puttana di mio fratello, che mi scopa tutte le sere! – aggiunge, sull’orlo di una crisi di nervi.
    - Bill, io non potrei mai fare questo – mi intrufolo, sulla difensiva
    - Lo so, che cazzo, ci mancherebbe! – si rivolge a me, con una nota di disdegno nella voce – E tutto per colpa di questi personaggi, di cui siamo costretti ogni giorno ad indossare le vesti. Io, quello sensibile che si innamora del fratello. Lui, il gran figo spaccone che lo usa a proprio piacimento. –
    - Bill, adesso esageri – gli faccio notare. Sta diventando una lotta contro me stesso, più che una lotta mia e del mio gemello contro il nostro manager. Come può dire certe cose? Non ci credo che escano realmente dalla sua bocca. Spero di non avergli mai dato motivo di poter anche solo lontanamente pensare qualcosa di simile.
    - Quello che le persone normali penseranno non mi interessa. Non volete farlo per i soldi? O per me? O per il gruppo? Fatelo per le fan; per le migliaia di ragazzine che perdono la testa a vedere un vostro minuscolo cenno di complicità. Vi rendete conto che non vi costerebbe nulla? Solo qualche contatto fisico in più, qualche parola di riguardo, qualche sguardo, qualche gesto... saranno atti che potranno interpretare solo quelle che credono nel twincest. Tutti gli altri non potrebbero neanche lontanamente pensarci. – non ci ha neanche ascoltato.
    - Ma è illegale...- dice mio fratello, sua ultima spiaggia. Non vuole, non vuole farlo. David potrebbe avere tutte le ragioni del mondo, ma Bill sembra irremovibile. Il labbro inferiore inizia a muoversi quasi impercettibilmente, il viso si contrae e tra meno di due minuti le lacrime inizieranno a scendergli lungo le guance. Lancio un’occhiata al divano dove erano seduti Georg e Gustav, ma non ci sono più. Bene, volevo dirgli di andarsene. – Non siamo i tuoi burattini. – aggiunge a bassa voce, si gira intento ad uscire dalla stanza: apre la porta ed esce richiudendola con un tonfo sonoro.
    Mi giro verso David e provo a rassicurarmi pensando che non sono padrone delle mie azioni. Lo guardo, lo osservo. Lo studio. Mi avvicino.
    - Perché? – gli chiedo calmo.
    - Tom, sii ragionevole...-
    - Sono ragionevole, e sono aperto a qualsiasi idea. Però...- gli dico muovendo a piccoli lenti scatti il capo – Come vi è venuto in mente...-
    - Tom, non è niente di grave. –
    - Io non ho molti problemi, sai come sono: non condivido la tua idea, ma se pensi che sia la cosa migliore per il gruppo, la accetto – David si esibisce in un piccolo sorrisetto soddisfatto
    - Ma questa...- aggiungo avvicinandomi di più a lui – La paghi...- gli dico con i miei occhi puntati nei suoi. Ho incatenato il suo sguardo, niente può staccarlo da me, adesso. Rimaniamo così per qualche istante dopodichè mi allontano e mi giro – Avresti dovuto pensare alla reazione di Bill, – raggiungo la porta – ha ragione, è quello che penserà la gente, a lui fa male. E questo non mi sta bene – finisco il mio discorso aprendo la porta e faccio per uscire.
    - Ragazzo, e come pensi di farmela pagare? – mi chiede beffardo. Gli riservo un’ ultima occhiataccia, non sapendo come rispondere e chiudo la porta lentamente, senza fare il minimo rumore, dopodichè mi avvio verso la stanza del mio hotel. Camera 483.
    Abbasso la maniglia, e spingo la grande tavola di legno marrone, chiamata effettivamente anche porta. È aperta. Dentro è buio pesto – Bill? – niente, non risponde. Cerco l’interruttore con la mano e accendo la luce; osservo la stanza alla ricerca di mio fratello, ma lui non c’è. E ora che cazzo è successo? – Bill? – ripeto. Nessuna risposta.
    - Merda! – sento la sua voce provenire dal bagno e mi ci avvio velocemente. Apro la porta e vorrei non averlo mai fatto. Mio fratello è lì, a torso nudo con un’espressione di dolore in viso che si tiene una mano con l’altra da cui sgorga sangue, sangue e sangue; e il suo sangue si mescola alle sue lacrime che cadono rigandogli li viso.
    - Bill!- è l’unica cosa che riesco a dire. Mi avvicino a lui e gli passo un braccio tremante attorno alla spalla, gli giro il volto verso di me – Bill, che cazzo hai fatto? –
    - Mi sono sfogato. – mi dice lui imbronciato.
    - Porca troia, ti sei praticamente dissanguato. –
    - Eh sì, non esageriamo... – ma chi vuole prendere in giro? Bill è inutile che vuoi fare il duro, specialmente in queste circostanze.
    - Ma sei scemo? Ma cosa ti sei fatto? – gli chiedo prendendo in mano la sua e osservando le nocche sbucciate, che perdono sangue, le mani tagliate, sbucciate, rose da non so ancora cosa. Uno spettacolo pietoso – Bill ma perché? –
    - Perché? Di nuovo? Te l’ho detto, dovevo sfogarmi! –
    - Ma non mi interessa se ti devi sfogare... ti lascio solo un minuto e tu ti uccidi? Ma cosa volevi fare? Volevi tagliarti? -
    Fa un’espressione sconcertata e tira via la mano – Ma sei coglione? Ma ti pare che io mi tagli? Oh, Tom! - agita la mano davanti alla faccia, come fa sempre quando vuole farmi notare che sono scemo.
    - E io che cazzo ne so... tu... tu... ti ritrovo in questo stato! -
    - Deficiente. – mi dice brusco e inizia a spingermi fuori dalla porta – Vai fuori, va’. - mi spinge, chiude la porta con un tonfo e gira la chiave. Ha capito male. Mi metto a sbattere i pugni contro l’inutile barriera che mi separa da mio fratello.
    - Bill, fammi entrare. Subito. –
    - Mi voglio fare una doccia, posso? – mi urla esasperato.
    - Te la sei fatta meno di venti minuti fa! –
    - No, ho fatto finta. – e lo scrosciare dell’acqua probabilmente attenua le mie richieste che comprendono per la maggior parte un “Bill, non ucciderti” perchè si dovrebbe uccidere è ignaro anche a me, ma sono preoccupato. Insomma mio fratello si è appena tagliato le vene! Non contento del lavoro dell’acqua copre le mie suppliche iniziando a cantare e io, scocciato, mi butto sul letto, attendendo che lo stronzetto si muova.
    Che cazzo, perché deve fare così? Non posso avere un fratellino normale? Vederlo così... era da tanto che non vedevo Bill piangere, troppo forse. Ma porca troia, ma perchè? sì, ok, so perché però mi sembra comunque una reazione esagerata. La porta del bagno si apre di colpo ed esce Bill esattamente come l’avevo lasciato. A torso nudo, con la mano impastata dal sangue, i pantaloni sporchi anch’essi del liquido e la faccia rossa e rigata dal pianto. Si siede lentamente di fronte a me, in ginocchio
    - Non volevi fare la doccia? -
    - L’ho fatta meno di venti minuti fa. - dice a bassa voce, con il capo chino. E poi mi chiedo perché mi sento in dovere di proteggerlo, di farlo stare bene. – Tom...- finalmente arriva la confessione, voglio fare qualcosa per aiutarlo – Io non voglio farlo. – lo guardo compassionevole.
    - Neanche io, Bill. –
    - Eppure non ti sei opposto tanto. –
    - No, ha ragione David. Dobbiamo obbedirgli. –
    - Chiamalo scassa-manager. –
    - Come lo devo chiamare? – dico iniziando a ridere.
    - Scassa-manager. – mi risponde, e vedo spuntare un sorrisetto sul suo viso.
    Mi metto a ridere fragorosamente – Va bene, lo chiamo così. –
    Mi sorride di rimando e continua il suo discorso – Perché... Tom, ho ragione quando dico che la gente penserebbe quelle cose, non credi? – sì, Bill hai ragione
    - Ma no, perché lo dici? Non sono tutti stupidi. -
    - Tom, non prendermi in giro – dice già evidentemente scocciato – sarebbe la cosa più logica da pensare. Guarda. – mette le sue mani una di fronte all’altra e apre e chiude la sinistra – Ciao, io sono Bill, il gay sentimentale – dice con una vocina stridula – Ciao, io sono Tom, quello che si scopa tutte – dice aprendo e chiudendo l’altra mano, quella tutta coperta di sangue, facendo un vocione più profondo. Perché devo essere io quello insanguinato? – Oh, Tom, io ti amo!- continua a far parlare la mano-bill – Ah, invece io ti scopo! – e dopo aver fatto vari versi per indicare la continuazione della frase imita il gesto di comprensione internazionale del dito che entra nel buco. Non posso far a meno che cercare di trattenere una risata. Cosa che non mi riesce per niente bene – Tom! Non fa ridere, è così! –
    - Sarà anche così, ma ti assicuro che fa ridere. – mi osserva mentre ridendo mi trattengo la pancia e gli occhi mi si riempiono di lacrime.
    - Tooom, smettila! – si lamenta Bill. Lentamente riesco a smettere di ridere, con lui che mi guarda torvo, visione che stimola ancora di più le risa.
    - Sembri proprio un bimbo. E smettila di tagliarti. –
    - Eh, senti chi parla! – ci mettiamo a ridere, questa volta insieme – Comunque non mi taglio, non mi sono mai tagliato. – mi dice, ridendo nuovamente.
    - Sarà...- dico poco convinto.
    - Tom, io non voglio fare la cosa twincest. - continua preoccupato e vedo i suoi occhi inumidirsi di nuovo.

    ***

    - Bill, ti prometto che io non darò mai motivo a nessuno di pensare che tu sia la mia troietta personale, anzi... te lo prometto, te lo giuro, farò di tutto perché... insomma...- si gratta la testa imbarazzato - se proprio vogliono che noi... “stiamo insieme”, allora per quanto riguarda i miei comportamenti non darò certo modo di pensare loro che io ti usi tutto il tempo, le tue paure non si realizzeranno. Non lo penserà nessuno, non lo permetterò. -
    Gli sorrido addolcito. Questo non è affatto un discorso da Tom Kaulitz, neanche lontanamente. Ero così abituato a vedermi davanti il chitarrista della mia band che quasi mi sono dimenticato di com’è realmente mio fratello - Tom, non ti preoccupare. Non ho più undici anni. – mi sorride contento e apre le braccia invitandomi ad accoccolarmi contro di lui. Mi sento un po’ in imbarazzo dopo quello che è successo negli ultimi venti minuti, o quello che era, ma come posso rifiutare un momento di affetto intimo col mio fratellino –per una volta– in vena di coccole?
    - Grazie, Tom, era da tanto che non facevi qualcosa per me. – gli dico dolcemente, troppo dolcemente
    Ridacchia – Anche tu...-
    - La cosa che mi ha fatto più incazzare è stato che non mi ha affatto ascoltato. Ha preso sul serio quello che dicevi tu, per lo meno. Quando gli ho esposto le mie preoccupazioni ho avuto la netta sensazione di parlare al vuoto. Un vuoto per altro poco cordiale. E quando ha aperto bocca, ho capito che le mie parole le ha fatte scorrere via, senza neanche prenderle in considerazione. Perché fa questo? – non mi risponde. Si limita ad accarezzarmi dolcemente i capelli.
    - Quand’è che saremo finalmente liberi? – gli chiedo cambiando bruscamente discorso.
    - Liberi da cosa? -
    - Da tutto, Tom, da tutto... dai pregiudizi, dall’ipocrisia, da queste vesti...-
    - A diciott'anni saremo liberi. –
    - Non è vero. –
    - Non importa. -
    - Ti voglio bene, Tom. – questo non è appena uscito dalla mia bocca... no, no: non l’ho detto io.
    Sbuffa ridendo fra i miei capelli – Anche io. – immagino che anche questo non l’abbia detto lui.
    Si sdraia e quando cerco di staccarmi non me lo permette, portandomi appresso, allora mi rassegno a sdraiarmi accanto a lui. – Domani abbiamo un’ intervista, poi un servizio fotografico...- inizia ad informarmi. Lo sa che non sono mai al corrente di ciò che dobbiamo fare – Poi penso altre tre interviste...- no. Dimmi che non è vero. Ciò vuol dire shampoo, balsamo, messa in piega, truccatore...
    - No, non voglio! - lo interrompo, lui si mette a ridere.
    - Però per questo non posso farci proprio niente. – mi sorride. Ricambio il sorriso. La sua allegria è contagiosa – Bill...- inzia – ma tu sei vergine? – spalanco gli occhi. E questa dove l’ha presa?
    - Ma ti pare? – Si mette a ridere.
    - E lo sai che non me l’hai mai raccontato? -
    - No? - gli chiedo, sempre più incredulo.
    - Nah, mai... la nostra vita è stata travolta da tutte queste novità. È da un bel po’ che non parliamo. –
    - Beh, e quindi? - alzo un sopracciglio.
    - E quindi abbiamo tutta la notte per recuperare il tempo perso. – Mi dice. Gli sorrido, quasi euforico. Mi ero dimenticato quanto fosse bello passare un po’ di tempo solo con Tom, con mio fratello. Con la persona che è sempre stata qui per me, sempre stata disponibile. Lui è quello che mi conosce meglio, che mi sopporta sempre. Quello che conosco da più tempo... non mi farei mai e poi mai scappare un’occasione come questa.
    - Ti ricordi che a quindici anni frequentavo quella tettona con la frangetta rosa? -
    - Con lei? -
    - No, con la sorella. –
    - Coome? -
    - Eh già. -
    - Quella è stata con te? Ecco perché non è mai voluta andare con me. – dice pensieroso – Dai, racconta. – riprende sorridente, e inizia il mio racconto. Al quale ne seguirà un altro, un altro, un altro...
    Così siamo andati avanti tutta la notte, raccontandoci le varie esperienze – non solo di sesso – che avevamo fatto senza essercelo mai detto e devo dire che non ho scoperto praticamente niente di nuovo su Tom che non sapessi. Non si può certo dire lo stesso per quanto riguarda me. Sostiene che da quando siamo diventati famosi io sia diventato un’altra persona. Chiusa e snob. Mah.
    Verso le sei del mattino ci siamo addormentati, chi più chi meno vestito, chi più chi meno sporco e la voce di David è arrivata a svegliarci qualche ora dopo trapassando bruscamente la porta.
    In questa notte ci siamo riuniti, so che d’ora in poi il nostro rapporto tornerà quello di qualche anno fa, quando eravamo i fratelli più uniti e vicini che ci si potessero immaginare, i fratelli che andavano più d’accordo presenti sulla faccia della terra. Ultimamente (e per ultimamente intendo circa due anni) ci siamo divisi, anche se costretti a passare la maggior parte del tempo insieme per via del gruppo, senza avere quasi mai momenti solo per noi. Questa notte segnerà una svolta: da ora siamo tornati ad essere i fratelli Kaulitz. Uniti, grazie ad una sola notte passata abbracciati a parlare nella camera 483.


    - E mi raccomando, provate già il progetto twincest. – ci dice lo scassa-manager prima di andare in onda. Oh, oh, il progetto twincest, come siamo spiritosi.
    Entriamo in una sala grande, con un centinaio di persone. Fanno accomodare me e mio fratello su due sgabelli. È una intervista come tutte le altre: le solite domandine, che palle, che noia. Fortunatamente finisce presto, uscendo, però penso che entrambi avremmo preferito rimanere in sala: David ci sta aspettando sul ciglio dell’uscita posteriore e non sembra molto contento, diciamo pure che è infuriato. Con le braccia conserte, lo sguardo cupo, i piedi accavallati. Manca giusto il manganello e poi direi che è il mio nemico giurato da dieci anni e mi vuole picchiare.
    - Siete due stupidi. – ci dice appena siamo abbastanza vicini.
    - Perché? – gli chiedo io, anche se lo so benissimo perché.
    - Perché? Vi avevo detto di mettere in atto quello di cui abbiamo parlato ieri. –
    - Senti...- inizia a dirgli Tom – Non rompere. – e sale velocemente sul tourbus.
    - Bill, che gli prende? –
    - E io che ne so... ma già non è piacevole rispondere sempre alle stesse domande, figuriamoci se appena torniamo c’è qualcuno che ci fa la predica. – aggiungo e salgo anche io nel tourbus, mi vado a sedere accanto a Gustav che insieme a Georg dall’altra parte del tavolino sta facendo le parole crociate.
    - Oggi Tom è di cattivo umore. – sussurra Georg, guardando fuori dal finestrino, con la tenda appena scostata. Gustav lo imita.
    - Strano, non c’è brutto tempo. – replica l’altro.
    - Ma cosa state dicendo? – chiedo perplesso.
    Georg mi zittisce - Nostre teorie, te ne parleremo quando ne saremo del tutto certi. – ah! Magari hanno in mente qualche idea fantastica come quella dell’incesto? Dio, che nervoso. Mi alzo in piedi di scatto e salgo le scale, mi fermo almeno cinque scalini prima della fine. Ci sono Tom, svaccato sul letto e lo scassa-manager, in piedi accanto a lui intento a rimproverarlo
    - Io non ti capisco, Tom, veramente non ti capisco. - stanno zitti entrambi per qualche secondo e dopo David riprende a parlare - Beh? Non dici niente? –
    - Quando esci chiudi la porta? –
    - Smettila di fare lo sbruffone. –
    - E tu smettila di ordinarci cosa fare. – gli risponde mio fratello con rabbia.
    - Sentimi bene: voi farete finta di avere un rapporto incestuoso e questo è quanto. –
    - Mai! – ribatte a denti stretti.
    - Ma perché? –
    - A Bill non sta bene. –
    - Ma a te sì? –
    - Non me ne frega niente. –
    - E da quando in qua ti preoccupi per ciò che sta bene e che non sta bene a tuo fratello? –
    Tom si alza in piedi e fronteggia per qualche secondo David con lo sguardo dopodiché si avvia velocemente giù per le scale, perché ha troncato qui la discussione? Mi divertiva. Ho detto giù per le scale? Quando me ne accorgo è troppo tardi e Tom mi passa accanto guardandomi male e dandomi una spallata violenta.
    - Bill, ti devo fare le stesse domande. – mi avvisa David.
    - Prima io: ora dove siamo diretti? –
    - Ma come fai a non sapere mai quali sono le tappe del tour? – ti ho chiesto di chiedermelo? Eh? Ti sembra che mi possa importare qualcosa delle tue domande e dei tuoi problemi? No!
    - Io ho chiesto ora dove siamo diretti. –
    David, anzi, lo scassa-manager sbuffa – Prima passiamo per Monaco, dove avete un servizio fotografico per il prossimo CD, poi andiamo a Norimberga dove avete un concerto, poi a Chemniz dove non mi ricordo cosa dovrete fare, ma tanto ci arriveremo fra tre o quattro giorni, poi passiamo per Lipsia, giusto un saluto al vostro paesetto d’origine: è sempre una buona pubblicità che ripassiate a salutare la mamma – ah, certo, perché noi non siamo umani, non abbiamo sentimenti e non ce ne frega niente di rivedere nostra madre, facciamo anche questo solo per soldi – poi passiamo per Magdeburgo e infine torniamo ad Amburgo, per qualche mesetto - mi dice con un’intonazione che lasciava intendere un “ora sei contento?”
    - E ora, Bill, dimmi perchè non avete fatto niente di ciò che avevamo progettato. – ma è scemo questo?
    - Perché non vogliamo, ti riesce difficile da capire? –
    - Veramente, Bill, non capisco perché: è una trovata commerciale fantastica, sai quanti soldi faremo in più, così? – ah, i soldi, che tasto dolente... ma come faccio?
    - David, ne abbiamo già parlato. Non vedo perché ritornare sempre qui. Non voglio. La gente normale non penserebbe affatto che abbiamo un rapporto ma che lui mi usi...-
    - Ma cosa dici? Bill, non dire neanche per scherzo cose simili.- mi interrompe.
    - Sì che le dico. Pensaci: tu hai creato il mio personaggio, sensibile e romantico che si innamora del fratello (cosa assurda) e il fratello, figo e donnaiolo che, non contento di tutte le troiette che si porta a letto, si scopa pure la checca. –
    - Tu ti fai troppi film. – mi dice scuotendo lentamente la testa. Ma perché non l’ho ancora preso a pugni? Non so come faccia a trattenermi e a riuscire a parlargli civilmente.
    - E comunque non è tanto questo il punto. No. No! Punto, no! – no. N.O. No!
    - Sei un egoista, Bill, mi sbagliavo su di te. Sei un egoista del cazzo – e ora che cazzo va farfugliando? – Non pensi alla band? A quello che è il tuo sogno? Fai tanto il moralista... si vede! Per colpa del tuo orgoglio ci dobbiamo rimettere tutti. –
    - Ehy, anche Tom non è d’accordo. –
    - Lo sarebbe se tu lo fossi. Assumiti le tue responsabilità, non fare il bambino. – e con queste parole mi lascia al piano di sopra del bus. Pieno di rimorsi, frastagliato in tanti pezzetti, mi sento strappato di qua e di là, emozioni contrastanti difficili da decifrare. Solo tanto nervosismo e molta, moltissima rabbia, odio verso David e verso tutti. Odio, rabbia, tristezza e di nuovo odio. Dò un pugno al muro con la stessa mano che mi ero massacrato la sera prima alla stessa maniera, la ritraggo subito e tolgo il guanto di pelle. Mi si sono riaperte le sbucciature. Cazzo! Bill, devi smetterla con questo masochismo.
    Ti sembra giusto fare questo torto alla band solo per il tuo orgoglio? Non è che ha ragione David? Ragione David? Ma mi sento quando penso? E poi di che torto sto parlando, tra l’altro è illegale stare con il proprio fratello e non mi sembra di essere tanto esagerato. E sono convinto che dopotutto neanche Tom è d’accordo, non vedo perché ci dovremmo mettere in ridicolo agli occhi di tutti. Comunque sia non ci voglio più pensare. Storia chiusa, archiviata, l’incesto non si farà. Mi sdraio sul letto, deciso a recuperare il sonno perso quella notte.
    Una notte fantastica passata a parlare con Tom di ogni minimo particolare riguardante la nostra vita.



    Note Finali:
    Ecco qua, allora che dire?
    Questo capitolo può magari sembrare un po' lento, ma ha un significato molto importante all'interno della Fan Fiction, che si scoprirà meglio in futuro. Diciamo che serve un po' da intermediario.
    Che ne pensate?

    Baci^^

    Edited by elli ° WhiTe FantasY° - 10/2/2009, 18:09
     
    Top
    .
  2. cristina870
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    "nuova lettrice"

    piccola premessa:spero che non ti offenda per quello che stò per scrivere :3:

    La trama mi sembra quella di un'altra twc postata e non continuata in un'altro forum.la trama più o meno è la stessa stranne che l'altra era scritta in un modo più comico diciamo.
    La tua è molto particolare ed è anche curioso vedere l'evolversi della storia e dei sentimenti.

    Detto questo ti saluto e spero che non ti sia offesa,ciao ^^

     
    Top
    .
  3. elli ° WhiTe FantasY°
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    No, figurati non mi offendo, me e clio siamo due persone aperte: accettiamo tutto ciò che avete da dire...
    CITAZIONE
    La trama mi sembra quella di un'altra twc postata e non continuata in un'altro forum.la trama più o meno è la stessa stranne che l'altra era scritta in un modo più comico diciamo.

    Però se pensi che abbiamo plagiato qualcuno, ti sbagli perchè questo è tutto frutto della nostra mente malata...
    Magari è che dato che di FF ne sono state scritte tante può darsi che si somiglino, ma non ho mai letto nulla di simile...
    Magari il continuo è diverso u.u
    Vabbè, ci tenevo a dirlo
    grazie per il commento ^^
     
    Top
    .
  4. cristina870
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    Però se pensi che abbiamo plagiato qualcuno

    nono per carità non ho detto questo e poia dirla tutta non avrei coraggio ad accusare qualcuno di plagio e ti assicuro che non è nel tuo caso.ho detto solo che mi ricorda un'altra twc che non è stata più continuata niente di più e mi dispiace che tu abbia capito di quello che ho scritto che ti ho accustao di plagio ma credimi non è cosi.

    :3:
     
    Top
    .
  5. elli ° WhiTe FantasY°
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    ah occhei....hehe
    No, non ti preoccupare non ce la siamo presa...e ci dispiace per il fraintendimento, davvero^^
    tutto a posto, now xD
     
    Top
    .
  6. cristina870
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    No, non ti preoccupare non ce la siamo presa...e ci dispiace per il fraintendimento, davvero^^
    tutto a posto, now xD

    a menomale,mi dispiacerebbe se qualcuno si offendesse per mano mia,vi conosco poco quindi non mi permetterei mai di offendere alcuno
     
    Top
    .
  7. Tifa92
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    secondo me esistono cosi tante FF e in un sacco di forum che una scrittrice ha un elevato rischio di scrivere qualche elemento molto simile ad altre storie, anche perche' una persona non puo' leggere tutte le twc gia' scritte
    a questo punto non ci resta che aspettare il seguito e capire come si sviluppa la faccenda *Me curiosa*

    Riguardo la storia beh...
    Tom e' adorabile**

    voglio il seguito! *saltella impaziente*

    YEAH! UP!!!
     
    Top
    .
  8. cristina870
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    upup!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
     
    Top
    .
  9. Tifa92
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    up!
     
    Top
    .
  10. elli ° WhiTe FantasY°
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ragazze, ecco il capitolo ^^

    Allora, prima di tutto c'è da dire che d'ora in poi narrerà solamente Bill (per motivi che verranno svelati in seguito) Forse ad un certo punto continuerà a narrare anche Tom, ma se sì non ci sono ancora arrivata xD

    Buona Lettura^^


    Capitolo 5



    Dovete sapere che io ho solamente tre neuroni, e anche scansafatiche. Infatti Lily, la numero uno, è perennemente nascosta; Bob la cerca per tutto il tempo senza riuscire mai a trovarla; per questo non sappiamo mai bene se sia ancora viva... magari si è sciolta, sottopressione. Bob ho detto che la cerca? Bene, cazzata: Bob dice di cercarla in verità sta sempre dietro ad un angolo ad ammazzarsi di pippe. Infine c’è Roger, la mia benedizione, la manna dal cielo: è l’unico vagamente intelligente che fa il suo mestiere, è quasi sempre attivo, ma dovete capirlo, il mestiere del neurone non è affatto facile, immaginatevi se deve anche farlo da solo! E poi a volte decide di andare in letargo, ed è lì che mi viene sonno. Ora immaginatevi essere al posto suo e essere svegliati da due elefanti che corrono per un autobus, non vi incazzereste? E se lui si incazza, logicamente, mi incazzo anche io.
    - Tu pensi veramente di riuscire a battermi? – vengo svegliato da queste parole, mi giro a pancia in giù e mi copro la testa con il cuscino. Chi osa svegliarmi?
    Qualcuno mi urta e segue un – Scusa, Bill. – trascinato. Scusa ‘sto cazzo.
    Sento un tonfo accanto a me e la musichetta che indica che la play station è stata accesa.
    - Dai vai più in là, Tom, che non ci sto. – altri movimenti in cui i due cercano di trovare la posizione ideale per stare seduti in due in un letto da uno, nonostante sgomiteranno, si agiteranno, imprecheranno, urleranno, scalceranno, intenti a vincere la partita. Mi giro verso di loro: ci sono Tom e Georg con i due telecomandi in mano, intenti a scegliersi la macchina ideale. Quel gioco non mi piace neanche un po’, ce ne sono di migliori.
    - Non potete giocare di sotto? – chiedo osservandoli con gli occhi socchiusi. Non mi ascoltano nemmeno.
    - Pronto? – chiede Tom.
    - Ora ti faccio vedere. – risponde Georg.
    3, 2, 1... partiti. Penso che Tom abbia la macchina blu, che ora è davanti già almeno di due curve, Georg è impegnato a superarlo con non so che modello di macchina rossa. Osservo passivo la partita per circa cinque minuti fatti di “ah, ah, ah, non ce la fai a superarmi!” e di “ora ti prendo!” o “cazzo, c’ero quasi!” oppure “merda, no!” e cose così. Cinque minuti fatti di braccia che si muovono freneticamente nella speranza di vincere, dopodiché Tom passa il traguardo –come era logico aspettarsi– sotto i lamenti di Georg.
    - Ah! Te l’avevo detto! – gli dice euforico mio fratello.
    - Solo fortuna, rifacciamo, guarda che vinco io. – e dicendo questo sono intenti a ricominciare la partita.
    - Non per guastare il vostro entusiasmo, ma ora dove andiamo? – chiedo, cercando di distrarli e farli concentrare sulla cosa più importante: me.
    - Mmm, mi sembra...- inizia a dirmi Tom – No! Cazzo! - vaffanculo, idiota. Vedendo come mi prendono in considerazione mi alzo dal letto e scendo le scale. C’è Gustav che sta ascoltando la musica, leggendo qualcosa su un computer portatile. Computer portatile uguale fan fiction. Fan fiction uguale twincest; un brivido percorre la mia schiena, che effetto. David è intento a parlare con il resto dello staff. Quando sono saliti?
    - Ehy, Bill!- mi saluta Dunja alzandosi in piedi.
    - Ciao, da quanto siete qui? - le rispondo dandole due baci sulla guancia.
    - Un’ oretta fa, stavi dormendo. –
    - Già, ero stanco morto. – rispondo con un grande sorriso e mi avvio verso il frigo – quanto manca ad arrivare a... dove dobbiamo andare? –
    - A Monaco. - mi ricorda lo scassa-manager.
    - Ecco sì, lì. – ma perchè non c’è mai niente in questo frigo? Prendo il cartone del succo di frutta, che non mi piace e ne bevo un sorso. Già, fa veramente schifo. Lo rimetto al suo posto e inizio a frugare in ogni minimo angolo della dispensa. Perchè non c’è mai niente di buono?
    - Mancano ancora due ore, circa. – annuisco perso in quello che sto facendo, senza dar peso alle parole di David. Trovato! Mangerò questo pacchetto di patatine, che non basterà mai a sfamarmi. Lo metto da parte e continuo a cercare – Sai, Bill, ho parlato loro di quello che vi dicevamo... a proposito del progetto...-
    - Quale progetto? – prendo le caramelle a forma di uovo all’occhio di bue. Che buone queste caramelle...
    - Il progetto twincest. – dice marcando pesantemente le parole. Mi cade il pacchetto di dolciumi a terra. Fortunatamente è chiuso, anzi no, sfortunatamente è chiuso, perché se fosse stato aperto le caramelle si sarebbero sparpagliate per tutto il pavimento e io gliele avrei fatte raccogliere tutte a forza con la lingua. Mi chino a raccoglierlo – Sai, anche loro sono d’accordo. –
    - Sì, Bill, è una bella idea. – dice qualcuno, non ho voglia di scoprire chi. Finirei solo con l’uccidere più persone. Prendo anche il pacchetto di patatine e mi giro, convinto a tornare al piano di sopra.
    - Prendi in considerazione l’opzione...- tenta qualcun altro. Volete morire?
    Mi avvio deciso al piano di sopra e vengo fermato da un braccio di David, che mi costringe a guardarlo.
    - Non ne voglio più sentir parlare. – dico loro brusco. Afferro anche l’i-Pod e torno su. Mi siedo sul letto di Gustav, sopra a quello di Georg, dove i due stanno ancora giocando alla playstation e fortunatamente non notano neanche il mio arrivo.
    Ma perché devono rovinarmi la vita in questo modo? Infilo l’i-Pod nelle orecchie a tutto volume. “Brani casuali”, apro violentemente il pacco di patatine e inizio a metterne in bocca un po’, mentre cerco una qualsiasi rivista da sfogliare. Nel letto di Gustav penso che non troverò mai nulla che mi possa interessare. Mi sporgo su quello di Tom, tanto i letti sono vicinissimi. Dopo aver buttato per terra circa tre magliette usate (simbolo del perenne disordine di mio fratello) e aver frugato alla ricerca di un giornalino in mezzo alle fasce, trovo ciò che fa al caso mio: un Hentai nuovo, mai letto. Inizio a sfogliarlo continuando a mangiare con voracità le patatine. I due di sotto continuano a guidare le macchine. Georg probabilmente continua a collezionare sconfitte. Si sa che il più bravo sono io. E dato che Tom è la mia fotocopia venuta male, viene dopo di me... no, povero Tom, non parliamo male di lui. Parliamo male di David Jost: probabilmente è un alieno, capace di manipolare la mente della gente. Non vedo come abbia fatto a convincere tanta gente in così poco tempo che la sua idea è ottima. Ha manipolato prima Georg e Gustav, poi ha provato con me e con Tom, poi è passato allo staff. È una guerra senza speranza, non possiamo nulla contro un manipolatore di menti: dobbiamo trovare un antidoto. “Stupido, se fosse un alieno perché con te e tuo fratello il suo super potere non avrebbe funzionato?”
    Ehy, Roger... prima di tutto abbassa le arie, dato che se io sono stupido è solo colpa tua e poi è ovvio il perché. ”No, è colpa tua che come colleghi mi hai dato Bob e Lily. Bill, cambiali, giocano a nascondino tutto il tempo!” Non è colpa mia, Roger, almeno tu non mi abbandonare “spiega perchè non ha funzionato” beh perchè noi... mmm... siamo i fratelli gemelli più belli del mondo?
    Non risponde, avrò dato una motivazione convincente.
    Spunta sulla sponda del letto Georg, che tende una mano verso di me, vorrà una patatina. Lo odio, ha interrotto i miei pensieri malefici su David.
    - Te ne darò una quando riuscirai a battere il campione mondiale a quello stupidissimo gioco. - gli dico togliendomi una cuffietta da un orecchio.
    - Bill, grazie, lo so che sono bravo, ma non penso di essere il campione del mondo...- dice Tom con aria da finto modesto.
    - Guarda che mi riferivo a me. – gli dico scocciato. Perchè nessuno mi capisce? Georg scoppia a ridere.
    - E tu cosa ridi? – gli dice Tom.
    - No, veramente rido perchè non penso che Bill sia in grado di batterti...- che cosa? Lascio subito stare il mio tentativo di aprire il pacchetto di caramelle e tenendomi al letto di sopra con le mani passo in quello sotto facendo prima passare i piedi. Mi siedo accanto a Tom che mi guarda perplesso e gli strappo il telecomando numero uno, quello che decide, dalle mani.
    - Muoviti. – stranamente prende l’altro joystick e aspetta che io scelga il percorso. Preparato tutto sono in tensione. Se non dovessi vincere? Ma figuriamoci...
    È lui davanti. E lo è per tutto il tempo. Io sono subito dopo, direttamente alle calcagna, logicamente. Alla penultima curva arriva il sorpasso. Mi alzo dal letto e passo il joystick a Georg che mi guarda incredulo. Salgo con un salto sul letto e trovo la mia opera già compiuta e il pacchetto di caramelle mezzo vuoto – Hai mangiato le mie caramelle! –
    - Bill, come hai fatto a batterlo? – mi chiede, sempre più stupito. E ora ditemi cosa c’è da stupirsi, forse David mi ha passato qualche superpotere? No.
    - Tu hai mangiato le mie caramelle! - gli ripeto, sempre più incazzato.
    - Ne ho mangiate tre. - mi dice sulla difensiva. – Ora mi dici come cazzo...-
    - Hai mangiato le mie caramelle! - ma perché nessuno lascia in pace le mie cose? Scendo di nuovo dal letto e mi scendo al piano di sotto, sulle scale incontro Gustav che sta salendo con il portatile in mano. Torno alla dispensa, senza degnare di uno sguardo alcun membro dello staff. Le caramelle all’occhio di bue sono tutte finite, ma fortunatamente in fondo trovo un pacchetto di quelle gommose a forma di vermi, le mie preferite; queste sì che sono buone. Mi avvio soddisfatto di nuovo lungo le scale, con tutte quelle persone che mi parlano, intente a dirmi qualcosa. Qualcosa che non ho alcuna intenzione di scoprire. Voglio mantenere la mia fedina penale pulita, per ora.
    Di sopra trovo Tom, Georg e Gustav attorno al portatile, staranno guardando qualche porno... no, Gustav non sarebbe qui.
    - Ah, Bill, dimmi come hai fatto a batterlo. – mi chiede Georg, staccando gli occhi dallo schermo, diversamente dagli altri due.
    - Con le mani, sai, Tom non è poi tanto bravo. – no, questo non è vero, ma non ha importanza.
    - Come no? – chiede, esterrefatto.
    - Che guardate? – chiedo loro sporgendomi.
    - No, niente. Cazzate. – mi risponde Tom vago, alzandosi dal letto e tornando di fronte alla playstation.
    - No, ho chiesto cosa guardate. – Mi sporgo e mi metto al posto lasciato libero da Tom. Lo spettacolo che vi trovo davanti non è dei migliori, ma sono troppo stanco per avere una reazione istantanea... dopo circa cinque secondi sto già urlando – Siete dei pezzi di merda! –
    Georg alza lo sguardo al cielo.
    - Cosa fai così? Mi fate schifo. – sbotto infuriato.
    - Bill, calmati. – dice lui annoiato.
    - Di nuovo con questa storia del calmarsi? – passa qualche secondo in cui sono in stato vegetativo, cercando di non pensare a quello che ho appena visto – ma perché lo fate? –
    - Bill, queste cose sono la fine del mondo, sono divertenti! –
    - Non mi sembra proprio che sia divertente farsi delle fantasie erotiche su due gay, per altro fratelli, che si inculano a vicenda. –
    - Ma, sì, Bill... se i due gay fratelli sono due fighi come me allora è comprensibile. – dice disinvolto mio fratello. Ma che cazzo gli prende?
    - Ma non da parte di loro due. – dico girandomi verso Tom.
    - Vuol dire che ci amano anche loro – oh, strano che non abbia detto “che mi amano” veramente strano! Ma sentilo! E poi magari due fighi come me.
    - Oh, sì, vi amiamo tanto. – dice Georg, ma viene subito distratto da Gustav che gli indica un punto sullo schermo e dopo un’attenta osservazione scoppiano tutti e due a ridere. Ma come si divertono...
    - Bill, questa devi vederla. –
    - No, non mi interessa. –
    - Ma non è su te e Tom: parla di una ragazza che dice di essere stata con te senza sapere che eri tu! – Sì, figuriamoci. Mi si apre un sorriso sul volto involontario. L’ultima cosa che voglio è dimostrarmi interessato anche se effettivamente mi riempie d’orgoglio sapere che ci sono ragazze che si inventano balle dove il protagonista sono io.
    - Ma va? – Tom scende dal letto. – Fa’ vedere. – e si mette in ginocchio di fronte al portatile.
    Dopo poco scoppia a ridere. – Senti, Bill. – muoio dalla curiosità, ma non posso fottermi così.
    - No, non mi interessa, vi dico. -
    Ovviamente va avanti – Ha scritto “Ragazze, non ci crederete mai, ma una mia amica ha detto di essere stata con Bill Kaulitz” al che tutte hanno detto cose come “no, sarà sicuramente una balla” oppure “ah, davvero, racconta” e lei ha scritto – muoio dalla curiosità di sentire cosa c’è dopo, ma non oso obiettare, magari poi smette. Quindi mi limito a sbuffare e a mettermi con un salto sul letto di Gustav – “Ha detto che il nostro Bill è un pervertito, e che ci è stata benissimo, l’ha fatta godere come una porca...”- Qui Georg si mette a ridere e Tom cerca di contenersi, dato che deve andare avanti a leggere. Spero che non stiano ridendo perchè non credono possibile che io faccia godere qualcuna, altrimenti potrebbero morire uccisi da un qualche strano verme questa notte stessa; anche se effettivamente fa ridere scritta così – “e che alla fine è stato un vero galantuomo: si è tirato indietro senza approfondire il rapporto. Il nostro Billino è veramente tenero”- qui si mettono a ridere sonoramente e Georg mi dà una pacca sulla spalla.
    - Billino, come sei tenero. – dice con una voce disgustosamente dolce.
    - Ma vaffanculo. – dico loro trattenendo a stento le risate.
    - La cosa più bella è che alcune ci credono veramente, poche, eh. Ma qualcuna c’è. – ride Tom. Improvvisamente un flash mi balena in testa. Merda. Forse ha ragione David dicendo che non dovrei espormi così... ha ragione David? Di nuovo? Ma che cazzate sparo? Ho ragione io dicendo che non dovrei espormi così. Sorrido di nuovo, posso stare tranquillo perchè tanto non le crederà quasi nessuno.
    - Sai, Bill – continua Georg – hanno parlato di questo perchè nella FF succede che tu tradisci Tom con una ragazza. –
    - Ancora? – sbotto su esausto – ma non avete capito che mi dà fastidio che parlate di queste cose? –
    - Sì, anche perché è completamente irreale. – dice Tom venendomi in aiuto – se stessimo insieme sarei io a fargli le corna, non il contrario – si mettono a ridere divertiti. Tom, ti ci metti anche tu adesso?
    - Ah, certo, è la cosa che sai fare meglio. –
    - Metterti le corna? – mi sento sprofondare. Cosa? È un immagine talmente lontana che non riesco neanche a focalizzarla.
    - Mettere le corna in generale, idiota. – Gli dico assottigliando lo sguardo.
    Alza le spalle – Tanto i commentini li fanno su di te. –
    - Ah, certo... tu prima di portartene una a letto la fai ubriacare in modo che non si possa ricordare con chi è stata? -
    - Direi di fermarci al punto che riguarda il “io me le porto a letto” – che nervoso, non li sopporto più. Un’altra parola contro di me e giuro che li piglio tutti a pugni.
    - Però ha ragione Bill sul fatto delle corna – mi aiuta Gustav. Spero che non riservi la battutina finale come ha fatto prima Tom illudendomi, ma non la fa.
    - Oh, che palle! –
    - Povera Laura...- continua Gustav.
    - No, ora sto con Agnes. –
    Georg e Gustav lo guardano sbigottiti – Ah. – è stata una sorpresa anche per me quando me l’ha detto, quella notte.
    Si gratta la testa imbarazzato, no che dico, imbarazzatissimo. Mi dispiace solo che non si legga ombra di rimorso sul suo viso.
    - Comunque – riprende allegro Georg – io direi di continuare a leggere. – e si sprofonda nella lettura di quella porcheria assieme a Gustav. Tom è in piedi tra i due letti a castello che li guarda desideroso di unirsi a loro. Si accorge che lo sto osservando e si gira verso di me sorridendomi.
    - Le vuoi leggere anche tu? – gli chiedo diffidente.
    - No, assolutamente. Io sono d’accordo con te. – lo osservo bene. Sta mentendo, non vede l’ora di continuare a leggere. Senza tante cerimonie scendo le scale, sapendo di andare incontro all’inferno, ma Tom ha pur il diritto di fare quello che vuole, ha promesso che se mai dovremmo fare quella cazzata del twincest non mi ferirà, ma non vuol dire che non debba divertirsi in due ore di noia sul tourbus, giusto? “Giusto” Roger, era retorico.
    Alle parole “due ore” rabbrividisco: il solo pensiero che passeranno due ore a leggere... meglio non pensarci. Mi chino sulla mia borsa ed estraggo il cellulare. Poco più in là ci sono tutti i collaboratori intenti a parlare e ad organizzare: qualcuno è al telefono, qualcun altro sta cercando qualcosa su internet. David si alza assieme a Dave e mi dicono che mi devono parlare. Che. Palle.
    Ci sediamo attorno ad un altro tavolino a quattro posti, loro da una parte e io dall’altra.
    - Bill, mi dispiace metterti tutta questa pressione... – inizia David. No, no!
    - Sì, dispiace a tutti, ma devi capire che è la cosa migliore. – aggiunge Dave, succube del superpotere dello scassa-manager.
    - E perché? – chiedo, strafottente.
    - Perché, perché sì. È un modo per avvicinare nuove ragazze al gruppo: si inizia con il twincest, si continua con l’appassionarsi a voi due, si va avanti con l’informarsi a proposito del gruppo e si finisce con il pagare ogni forma di oggetto che riguardi voi. – effettivamente non fa una piega.
    - Siamo già tutti ricchi sfondati, penso che potrebbe bastarvi andare avanti con mezza Europa dalla nostra parte, no? –
    - L’America, Bill, l’America...- eh sì, poi?
    - Dimmi che vuoi conquistare marte e sei più credibile. In America non ci arriveremo sicuramente grazie al twincest. –
    - Allora pensa ai soldi! Dai, e poi loro si divertono da morire, non puoi vederla anche tu in quell’ottica? – la risposta è semplice e chiara: No.
    - Sì, secondo me finirebbe che vi divertite. – prende la parola David. Com’è falso...
    - Cos’è che non ti sta bene, esattamente? – mi chiede Dave, da uomo intraprendente durante una seduta psichiatrica.
    - Non so, vediamo... immagina che ora qualcuno ti dica che devi far finta di avere un rapporto con tuo fratello –del tutto uguale a te– e poi dimmi quale sarebbe la tua reazione. –
    - Dipende da che punto di vista lo guardi, se è per scopi commerciali e con soldi all’orizzonte la prenderei benissimo. –
    - Non porterà nessun guadagno...-
    - Qui chi si deve occupare dei guadagni sono io. – continua David. Ma se non ne sei capace potrei sostituirti, brutto idiota.
    - Ed è illegale...- Bill, non cedere.
    - Ma non dovete mica urlarlo al mondo... dovete fingere di tenerlo nascosto! – continua lo scassa-manager.
    - Eh, ho capito! –
    - Bill...- mi supplica Dave. La cosa che mi dà più fastidio è che adesso non la vedo più tanto brutta.
    - No. – dico schietto e mi alzo velocemente dal tavolo, infilo una mano in tasca, dove avevo messo via da poco il cellulare e lo estraggo da essa. Ho deciso che passerò il resto del tempo al telefono con Andreas, il mio migliore amico.
    - Ciao, Bill. – mi saluta contento. È veramente bello sentire la voce di qualcuno che non siano i miei compagni di band e David.
    - Ciao, come stai? –
    - Io? Io sto benissimo. Voi, piuttosto, come va il tour?
    - Va tutto bene, più o meno...-
    - Ah, Bill, scusa se non mi sono fatto sentire è che avevo paura di disturbarvi.
    - Non ti preoccupare, scusa se non ti abbiamo mai chiamato. –
    - Sai, qui tutti non vedono l’ora che torniate, certe ragazze guardano più o meno 24 ore su 24 la Tv ad aspettare un qualsiasi servizio su di voi, quelle che vi vengono dietro si sono moltiplicate... troverete un sacco di spasimanti, e i ragazzi! La maggior parte di loro vi odia, ci sono state un sacco di rotture per via di innamoramenti platonici fra ragazze e voi, innamoramenti mediante internet, si intende. Oh, dai quand’è che tornate? – inizia a dire a raffica, senza prendere neanche una pausa tra una parola e l’altra. Mi metto a ridere.
    – Ehy, si sente la nostra mancanza, eh? -
    - Coglione, ti ho appena detto di sì. - rido di nuovo.
    - Torneremo... oh, sai che l’avevo chiesto oggi o ieri, non mi ricordo; ma non ne ho idea. Comunque per agosto siamo lì. –
    - Agosto? Manca ancora un sacco!
    - Meno di un mese...-
    - Appunto!- mi viene in mente quanto sia bella la mia amicizia con Andreas, perché mi ricordo di lui solo adesso che l’ho chiamato per uno scopo preciso? È l’unica persona di cui io mi fidi ciecamente, l’unica che mi comprende e mi sa ascoltare. Dopo Tom, ovviamente.
    - Andy, ti devo parlare di una cosa importante. –
    - Mi devo preoccupare?
    - Un po’.-
    - Vai pure. – mi avvio verso il bagno e mi ci chiudo dentro, lontano da orecchie indiscrete.
    - Andy, qui tutti vogliono che io e Tom fingiamo di stare insieme. Pensano che sia una trovata commerciale fantastica. –
    - E allora? – dice dopo qualche attimo di silenzio.
    - E allora, io non voglio!-
    - Ah, perché?
    - Come perché? – possibile che si sia rincoglionito? – Perché... poi tutti penserebbero che lui mi usa...- gli dico a bassa voce, profondamente imbarazzato.
    - Ma questo non è vero, giusto? – dice con leggerezza.
    - Certo che no. –
    - E allora di cosa ti preoccupi? –
    - Della mia immagine. –
    - Ti dico la verità, Bill, perché penso di avere capito il problema, ma tu non offenderti ok? Beh, qui c’è già qualcuno che pensa che voi stiate insieme e ne sono felicissimi, io ho smentito, credimi, ma sono irremovibili. Poi ci sono altre che pensano che non sia vero e che vi sognano giorno e notte, essendo della vostra stessa città, poi. Infine ci sono quelle, ma sopratutto quelli che vi odiano e dicono che sei una troia, femmina eh! – che tatto... – E le loro opinioni non cambieranno mai, qualsiasi cosa facciate.
    - Cazzo, Andreas, grazie... sei leggero con le parole. –
    - Sono solo obiettivo, Bill. Tu cercavi consigli, giusto?
    - Sì, ma mi hai solo insultato. –
    - No, non ti ho insultato. Io penso che tu sia un ragazzo fantastico, etero, e un ottimo amico. E la mia opinione non cambierebbe se tu iniziassi a fare finte avance a tuo fratello.
    - ...Quindi? –
    - Quindi, se non vuoi farlo non lo fare, non ti costringe nessuno. Però non mi sembra la fine del mondo.
    - Il problema è qui, stanno facendo di tutto per costringermi. –
    - Ma Tom cosa ne pensa? – mi chiede pensieroso.
    - A lui non interessa, gli va bene. –
    - Aspetta. – l’attesa è lunga, posso sentire i meccanismi del suo cervellino muoversi e impegnarsi nel trovare la soluzione migliore, che non tarda poi troppo ad arrivare – Bill, io non so come sia lì la situazione, ma se fossi in te lo farei, anche perché se ti vogliono costringere prima o poi ci riusciranno, e conoscendo te e il tuo orgoglio è meglio che lo decida tu, piuttosto che vengano loro a obbligarti con la forza.-
    - Prima ci stavano quasi riuscendo. – gli dico a fatica.
    - Quindi vedi? Prima che si accaparrino il merito. – perché esiste una persona che mi conosce così bene? Chi sono io per meritarmelo? E poi il suo ragionamento non fa una piega, il problema è che proprio non voglio.
    - Non lo so, Andy, non lo so...- non mi piace la strada che ha preso la conversazione. – Mi si sta scaricando il cellulare, ti chiamo domani, va bene? -
    - Va bene, Bill, e non ti preoccupare troppo.
    - Ok, grazie. –
    - Figurati, ciao.
    Chiudo il cellulare. Dovrei avere le idee ancora più confuse, ma amo stupire e andare controcorrente, ho qualcosa in corpo che mi detta ciò che devo fare, anche se una parte di me non vuole affatto. Apro la porta del bagno e mi dirigo verso il tavolino con tutti i collaboratori, mi metto di fronte a David e appoggio le mani sul tavolo.
    - Ho cambiato idea. – mi riserva un ampio sorriso a metà fra il sorpreso e l’entusiasta, dopodichésalgo le scale velocemente, già pentito di ciò che ho appena fatto, per dettare i compromessi a Tom.
    Arrivato in cima li trovo –come immaginavo– davanti al computer, presi nella lettura. Afferro Tom per un dread, mi fa segno di aspettare con la mano e tiro più forte, si alza in piedi scocciato – Che c’è? –
    - Vieni. – gli dico tirandolo per un braccio, e lo faccio entrare in uno dei tanti armadi vuoti, perché tanto i nostri vestiti sono tutti o sparsi per il bus o messi alla rinfusa nelle valigie. Lo vedo ridacchiare prima di entrare, e sento ridacchiare anche Georg e Gustav. Che cosa imbarazzante. Chiudendo l’armadio li guardo storto; smettono di ridere e tornano a leggere pacifici la loro fantastica e sensazionale, sicuramente molto arrapante Fan Fiction.
    - Tom, - inizio. Lui prende il cellulare e illumina l’ambiente – ho detto a David e agli altri che possiamo fare quella cosa...-
    - Come? E perché? –
    - Perché ero stufo di tutte le pressioni, non ce la facevo più. – mi mette una mano sulla mia come conforto – E poi non volevo essere un peso...-
    - Ma non lo eri, non devi fare qualcosa che non ti va. – dice abbassando la voce.
    - Non lo so, mi sentivo in colpa. – dico anche io sussurrando ma l’atmosfera sfuma, interrotta dalla sua sonora risata.
    - Bill Kaulitz che si sente in colpa? Cos’hai fumato? –
    - Smettila. – lo riprendo.
    - Ok, ok – dice, ancora ridacchiando – beh, non so che dirti...-
    - Tom, ho paura. – gli dico d’un soffio, stupendomi da solo della sincerità delle mie parole.
    - Bill, te l’ho detto che non farò niente che possa far solamente avvicinare il pensiero di un abuso da parte mia a quelle testoline malate. –
    Prendo un grande sospiro. Devo riconoscere che certe volte la dolcezza formale di Tom mi sorprende – Grazie. – vedo il suo sorriso illuminarsi alla luce fioca del cellulare – Ah, Tom... –
    - Dimmi. -
    - Potresti... farlo tu? –
    - Che cosa? – mi chiede con un sorriso ambiguo. Continuo senza farci caso, quelle cose, in meno di un’ora l’hanno ridotto maluccio.
    - Fare il progetto... prendere l’iniziativa. – Bill in imbarazzo mi sembra molto meno probabile di un Bill in colpa, eppure...
    - Ah, certo, non ti preoccupare. – lo vedo in ansia, non è difficile capire il perchè.
    - Ho finito, puoi tornare a drogarti di quelle porcherie. – Mi sorride euforico e dopo avermi appoggiato un bacio umido sulla guancia sgattaiola fuori dall’armadio e si rifugia tra Georg e Gustav a leggere. Io mi sdraio sul letto di Georg, dopo aver ripreso il pacchetto di caramelle con i vermi –e aver notato che quello con le uova era stato finito– accendo la playstation, cambio gioco e mi preparo ad una bella sfida contro me stesso.




    Note finali:
    Ecco qua. Ancora non c'è twincest, mi dispiace ç___ç
    Ma manca poco xD
    Detto sinceramente questo è il capitolo che preferisco, fin'ora.
    Proprio mi sono divertita a scriverlo (e anche se non lo ammette a Clio ha fatto piacere betarlo O.o, anche se c'era un po' di lavoretto *coff coff* O.o)
    Baci^^

    Edited by elli ° WhiTe FantasY° - 10/2/2009, 18:10
     
    Top
    .
  11. cristina870
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    che manicomio -_- image image image image image image image image image image image image image
     
    Top
    .
  12. Tifa92
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Andreaaaaaaaaaaas! ma che ragazzo intelligente +.+ l'ho sempre detto io u.uXD

    Tom che si droga di twincest insieme a Gustav e GeorgXD

    e i neuroni di Bill... puahpuahpuah *si rotola*

    aspetto il next! UP!
    *che il "progetto twincest" abbia inizio!*
     
    Top
    .
  13. michela94
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    non ho ancora commentato tale bellezza O__O
    mi odio dasola ù__ù
    complimenti per la fic, mi piace davvero tanto!
    e poi i capitoli sono lunghi lunghi *__*
     
    Top
    .
  14. elli ° WhiTe FantasY°
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    che manicomio

    Yeah, ci hai preso xD. Però solo Bill è effettivamente pazzo, non trovi? u.u


    CITAZIONE
    Andreaaaaaaaaaaas! ma che ragazzo intelligente +.+ l'ho sempre detto io u.uXD
    e i neuroni di Bill... puahpuahpuah *si rotola*

    Ahahah meno male che c'è Andreas o__o
    ahah l'idea dei neuroni è quasi tutta opera di Clio, a cui mi inchino.


    CITAZIONE
    non ho ancora commentato tale bellezza O__O
    mi odio dasola ù__ù
    complimenti per la fic, mi piace davvero tanto!
    e poi i capitoli sono lunghi lunghi *__*

    Oddio, grazie, siamo realmente lusingate *-*
    Hehe allora speriamo di vedere altri tuoi commenti ^^
    Sì, ci danno veramente fastidio i capitoli corti, non succede mai nulla e finiscono troppo in fretta ç__ç


    Grazie per i commenti xD
     
    Top
    .
  15. cristina870
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    Yeah, ci hai preso xD. Però solo Bill è effettivamente pazzo, non trovi? u.u

    bhe in effetti però anche G&G non se la passano male quanto a pazzia ù.ù -_-
     
    Top
    .
7272 replies since 25/11/2008, 22:02   67839 views
  Share  
.