La Posta In Gioco

Sospesa

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  1. baby_jumbi_89
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    CITAZIONE
    Okay...O___O
    Devo dire che mi fa strano un sacco il modo in cui è narrata.

    Però la trama mi piace...*_________*

    A lot.

    Voglio il prossimo.

    Eh già,anche io penso che fa sentire strani il modo della narrazione..
    ma a me piace! ^^

    il prossimo capitolo lo posterò venerdi sera..sperando non abbia problemi etc..
    comunque..

    dai ragazze commentate!!!
     
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  2. **Verich**
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    Mi stupisco, che poche ragazze abbiano commentato questa storia, é molto originale e mi piace il modo in cui viene narrata, é molto particolare. E poi fa entrare nel vivo della "partita", giuro che mi sembrava d'essere lì, nel bel mezzo della partita di poker. Riuscivo quasi a sentire il rum e l'odore del fumo dei sigari XD.

    Per quanto riguarda i personaggi, devo ancora inquadrare bene Tom, in alcune frasi interiori , risulta così delicato e così gentile nei confronti di Bill e della sua bellezza, mentre all'esterno quell'adorazione diciamo "interna" di Tom, risulta più dura e si vuole imporre a tutti i costi al moro, con le buone o con le cattive. Di Bill invece, sono curiosa di sapere, che cosa l'ha spinto a "farsi sfruttare" così, da Andreas.

    Insomma se non si é capito... non vedo l'ora che arrivi il prossimo capitolo.
    Dai i miei complimenti alla scrittrice. Bacio. Alla prossima.
     
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  3. gagy~ {Yo!}
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  4. baby_jumbi_89
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    la posso uppare anche io vero?
    ma va beh..qui nessuna la legge..
    per punizione:
    SPOILER (click to view)
    image

    (l'ho messo sotto spoiler perchè a me fa senso..e vi volevo spaventare (ci sono riuscita?)
     
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  5. gagy~ {Yo!}
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    ehm...no! xDDD
     
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  6. baby_jumbi_89
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    avrei dovuto postare più tardi..ma nel week-end ho ospiti..quindi posto ora,sperando aumentino almeno un pochettino le lettrici!

    Disclaimer:
    Tutto quello che state per leggere è frutto della mia fantasia.
    I Tokio Hotel non mi appartengono e tutto ciò che scrivo NON È ASSOLUTAMENTE a scopo di diffamazione o di lucro.
    (Rana docit!)


    La posta in gioco



    Capitolo Due, Parte II



    Ha un neo, meraviglioso, proprio sotto le labbra, come se fosse stato creato apposta per renderle ancor più appetibili.
    La bocca è molto più carnosa di quanto non gli fosse sembrata prima, complici forse quegli occhi così espressivi che ti incantano, non lasciandoti osservare altro.
    Nemmeno Tom è capace di dire cosa non darebbe per poter accarezzare quelle sopracciglia chiare, passandoci sopra entrambi i pollici verso l’esterno, mordicchiando dolcemente attorno al foro del piecing sul sopracciglio destro.
    Tutto in questa splendida creatura è caricato, enfatizzato al massimo, dai piecing, dal trucco, e dalle espressioni che mutano in minuscole frazioni di secondo.
    Potrebbe toccarlo, no?
    Infondo è suo, tutto suo, cosa lo frena?
    Così si avvicina, lentamente, dando il tempo all’altro di ritrarsi se lo vuole, o di abituarsi alla sua presenza vicino al viso.
    Il suo sogno continua a leggere la rivista, tendendosi appena appena.
    Solo quando Tom insinua il proprio naso sotto il suo orecchio, odorando i suoi capelli, il collo, il suo viso, inizia a guardarlo con la coda dell’occhio. Senza muoversi.
    Le mani del rasta vanno a posarsi sui suoi avambracci, accarezzando poi una spalla fasciata strettamente dalla maglietta viola.
    -Posso?- chiede Tom, dolcemente, più per attirare tutta la sua attenzione che per altro, mentre sfiora l’orecchio del moro con la punta del naso.
    Il ragazzo dagli enormi abiti considera lo sguardo, finalmente fisso sul proprio viso, come un muto assenso e prende a stringersi di più a quella figura elegante, raffinata.
    Tutto l’attrae: la manicure perfetta, il modo di reggere il giornale con grazia, il profumo… ah il profumo!
    Ogni singola parte di Bill ha un profumo diverso, ma sempre in grado di stordirlo: i capelli gli ricordano la frutta esotica dal sapore dolce, il collo odora di qualcosa tenero che gli verrebbe da succhiare ed il viso… Il viso poi è fantastico, mai il viso truccato di una ragazza potrà più inebriarlo, non dopo Bill.
    Ora gli occhi contornati di nero lo guardano, come leggendogli dentro.
    Non può che abbassare lo sguardo il biondo, le sue iridi nocciola si rifiutano di osservare fissamente qualcosa di più bello, più potente, persino del sole.
    E’ tanto bello da fargli dolere gli occhi.
    Un indice birichino però gli si insinua sotto al mento, sollevandoglielo, ed un sorrisino quasi comprensivo lo accoglie.
    Tom annulla le distanze portandosi la sua bella in grembo.

    E’ da tanto che qualcuno non fa sentire Bill così.
    Così prezioso.
    E’ tanto potente questo sguardo da turbarlo.
    Immaginava che Tom si sarebbe accanito sul suo collo, o ne avrebbe approfittato per infilare una mano sotto al suo sedere, ed invece il rasta si limita a continuare sulla stessa linea di prima.
    Per quanto una parte di Bill desideri immensamente provocarlo fino a non fargli capire più nulla, si costringe a stare fermo, con l’espressione più dolce ma contemporaneamente più stuzzicante che riesce a trovare.
    Meglio non esagerare, decide infine, potrebbe sempre avere reazioni strane.
    Getta un occhiata al collo, bello largo e mascolino come piace a lui, del campione di poker, guardandosi bene però dal mostrare troppo interesse.
    L’ha voluto lui, l’ha trascinato lì ed ora sono diretti chissà dove, vedremo se continuerà a volerlo così tanto dopo che avrà finito di massacrarlo!
    Tornerà strisciando dalle sue ragazzine dopo un solo giorno di BillTerapia!
    Magari però, se continua così, potrebbe sempre concedergli qualche zuccherino…
    Infondo è carino! Varrebbe la pena di giocarci un po’ anche solo per questo.
    Tom se lo stringe un pelo di più contro, prima di recuperare la rivista che Bill stava leggendo fino a poco prima.
    Il tigrotto si mostra irritato e con uno sbuffo appoggia la testa sulla spalla, dall’aria accogliente, della sua poltrona umana dotata di rasta.

    -Senti…-
    -Sì Tom?-
    Ecco, di nuovo.
    Blackout generale nel suo cervello.
    Ma lo deve proprio chiamare per nome? Con quella voce a metà tra un sospiro e le fusa da micio?
    -Oh… io… insomma io mi chiedevo se…-
    -Se mi farò sbattere? Uhm, è nel tuo diritto farlo, no? Allora maschione, lo facciamo qui sul tavolo imbandito mentre il tuo amico ci ascolta? O magari ci guarda….-
    -Ahhhh piantala!- Tom storna il capo, scocciato, spingendo Bill sul sedile, lontano da sé.
    Miss Seduzione lo guarda malevolo.
    -Non ti interessa nemmeno sapere dove andiamo??-
    -A casa tua, giusto? O mi rivenderai a degli schiavisti che mi obbligheranno a prostituirmi?- evidentemente il suo tono acido non è ben accetto, così si impone di continuare per smorzare i toni –Pensi che dovrebbe interessarmi dove mi stai portando?-
    -Penso di sì! Io sarei curioso quantomeno. Dai parliamo d’altro… Hai visto che sfacelo con la crisi dei mutui?-
    D’accordo, l’uscita non centra proprio nulla ed è un argomento sicuramente troppo spremuto ultimamente per destare chissà quale interesse… Ma poi non dovrebbe essere Tom a voler salvare la situazione, visto che è Bill quello che ha sabotato tutto.
    Era tutto così bello, perché ora gli si rivolta contro in questo modo?
    -Hmmm-
    Ecco, di nuovo tutto come prima! Bill nemmeno lo guarda, fissa da tutta altra parte, ignorandolo con stizza.
    E la lotta per la giacca? E le coccole di prima?
    “Ma è normale questo?” inizia a chiedersi il padrone del jet, ma senza arrendersi.
    -Hai letto qualche buon libro ultimamente?- riprova Tom.
    -Uff…-
    -Io ho letto-
    -Se mi vuoi scopare- esplode la bambola al suo fianco, agitando le mani –okay fallo, ma piantala con le stronzate!-
    Ci manca solo questo! L’ennesimo coglione che parla di borsa, di economia e di stronzate come fa Andreas… Già Andreas…
    Non ha proprio voglia di pensare a lui, ora.
    Non ha nemmeno voglia di fare la figura dell’idiota ignorante, né di farsi fare una lezioncina da Mr. Sono Pieno Di Soldi, lui di borsa e mutui se ne fotte, e con ciò?
    Quanto ai libri, beh… Può sbattersene anche di quello, anche se essi sono il suo argomento preferito?
    Non ha intenzione di farselo amico, okay?
    Questo bastardo gli ha rovinato tutto con Andy… e lui non avrebbe dovuto lasciar spazio alla sua brama di attenzioni, si sente dannatamente stupido ora.
    -Non ho mai esplicitamente detto di volerti scopare, se tu mi dimostrassi di essere una persona con cui, magari, avere un dialogo forse potremmo-
    -STA ZITTO! Ti aspetti che mi metta a parlare, che so?!, di Hermann Hesse dopo che mi hai comprato come una brava e volgare puttana?-
    -Hey calma! Io non ti ho mercificato, non sono io che ho accettato di venderti! Non sono io che ti ho dato un prezzo! Io ho solo fatto una proposta, chi ha accettato ti ha dato un valore puramente economico-
    Se questa bambola vuole fare la sostenuta, bene! Tom la accontenta più che volentieri!
    Bill non vuole cedere, nonostante il ragionamento l’abbia colpito forse più di quanto non voglia ammettere, decide di sferrare un altro attacco –sentimi bene bello, per quanti erano? 250, 300 mila euro?! Cosa pensi avrebbe fatto chiunque? Tu hai fatto una proposta a cui nessuno avrebbe soffiato sopra! Nemmeno tu!-

    Tom lo guarda, è così carino tutto infervorato!
    -Ti sbagli- ribatte avvicinandosi –per me l’integrità morale e fisica di una persona non ha prezzo. Soprattutto e questo dovrà farti pensare per forza, per uno come il tuo uomo cosa vuoi che siano, se è veramente ricco come dice? La vostra bicocca di lusso varrà quasi dieci volte tanto!-
    Tom sente di aver segnato un punto a suo favore, Bill rimane a labbra socchiuse, gli occhi invece sono spalancati.
    Trema di rabbia, pugni chiusi, gli occhi si assottigliano sempre più, aggrotta la fronte e dalla bella bocca spuntano i denti, con un’espressione che lo rende dannatamente simile ad una belva feroce.
    A questo punto al ragazzo con i rasta non resta che stringersi nelle spalle, ritraendosi vergognoso.
    Era poi così importante vincere quella schermaglia verbale?
    Il viso di Bill rivolto da tutta altra parte rispetto al suo, le sue braccia conserte, lo sguardo ora ferito di questi, sono la prova di quanto il suo orgoglio gli abbia fatto perdere tutto.
    Ma tutto cosa? Bill già lo odiava prima!
    No niente scuse, ha perso la sua unica possibilità.
    “Che fottuto idiota!” pensano entrambi, riferito alla stessa persona.
    -Tesoro?...- niente.
    Ritenta Tom sarai più fortunato.
    -Amore dai…- cerca di rimediare il nostro eroe, scuotendo dolcemente la meno dolce figura al suo fianco, prendendosi anche la libertà di chiamarlo in modo affettuoso.
    -F O T T I TI !!!-
    E rimangono così, l’uno rigido, l’altro con le mani sulle sue braccia.
    Il rasta si maledice ancora una volta, ricordando le frasi del carciofo ossigenato sul fine partita, sul fatto che può tenersi Bill se vuole, che lasciarsi usare come merce di scambio è il minimo dopo tutto quello che gli ha dato.
    Bene, che abile mossa!
    Ora che ha messo se stesso, agli occhi della sua piccola, sullo stesso piano di quello stronzo non può far altro che vergognarsi enormemente.
    “Bravo, feriscilo e sviliscilo così cadrà sicuramente ai tuoi piedi!” si rimprovera mentre medita di inghiottire la propria lingua, fino a diventare cianotico e morire lentamente, come gli si conviene dopo ciò che ha detto.
    -Scusa!- dice Tom per ottenere l’attenzione… della propria assistente –puoi abbassare l’aria condizionata?-
    -Ma certo!- risponde ella servizievole, senza mostrarsi.
    -Hai la pelle d’oca Bill…- e prende a scaldarlo con le sue mani, ottenendo un sospiro carico di tensione e due occhi che lo guardano stanchi, “basta guerre” sembrano dire.
    Tom gli sorride.
    Un sorriso che mostra alla figuretta sotto le sue mani, l’incredibile dolcezza, l’equilibrio, la rassicurante pace interiore…
    “EVVAI!!!! E V V A I! MITICO! Sono MITICO!
    VAI TOM CHE CE LA FAI! Ma chi sono???? Eh chi sono?! Un punto per Tom ed ora siamo a meno novantanove!”
    Dicevamo, il rassicurante sorriso del non rassicurante Tom, contagia Bill che, almeno apparentemente, si rilassa lasciando scivolare le braccia e distendendole per appoggiare le mani sulle proprie cosce.
    Infondo non è poi tanto male questo Tom, così contrito, no?
    E poi è così stanco… Stanco di tutto.
    I pensieri di Bill vengono interrotti dalle mani dell’altro che si sottraggono da lui, ritornando al loro posto in grembo a Tom.
    Senza più alcuna parola il viaggio continua.

    Dopo due ore, in cui solo il rumore delle mascelle dei due, intenti a mangiare, ed il suono delle canzoni di Sami Deluxe hanno spezzato il silenzio, Tom si schiarisce la voce, estremamente in imbarazzo vista la situazione.
    -Senti… beh, il viaggio sarà lungo- comincia -se ti và di riposare c’è la camera da letto di là-
    -Sono cinque ore che siamo qui, quanto mai potrà durare questa goduria?-
    -Ehm… altre nove?-
    -Cosa???? Ma dove stiamo andando?- gli chiede con gli occhi spalancati.
    -A casa mia, a Malibù!-
    -Come??? Hai detto Malibù?!-
    “Allora adesso ti interessa!” sorride Tom rincuorato, annuendo.
    -Palme, sole, mare, bei negozi e vips a go go, te gusta?-
    -Oh!- finalmente Tom vede gli occhi di Bill illuminarsi, le mani gli contornano il viso, un musetto dolcissimo e stupito.
    Tutto il busto della sua splendida bambola da spiaggia gli si rivolge ora, ed il rasta non può resistere alla tentazione di portargli una ciocca di capelli dietro l’orecchio, accarezzandogli poi il viso col dorso della mano.
    Bill si ritrae all’istante, lasciando in bocca a Tom il sapore amaro della sconfitta e della vergogna.
    Come al solito ha esagerato…
    Che idiota!
    Bill non è una ragazza, si lascia prendere in braccio perché deve, mica perché lo vuole!
    E la carezza sul viso?
    Che si aspettava? Che Bill arrossisse e sbattesse gli occhioni come una donzella innamorata?
    “Maledizione!”
    Deve approcciarsi come farebbe con un suo amico… Si ma Georg, ad esempio, mica si trucca!
    E lui mica se lo farebbe!
    Cavolo!
    Pensa Tom, pensa…
    Le immagini del suo parrucchiere, favolosamente gayo, gli affollano la mente: com’è che fa quello, quando va da lui?
    Ahhhh no!
    Gli pare quasi di vedere delle piume rosa shocking quando quello gesticola!
    Nonononono, così non va.

    Nemmeno si accorge dello sguardo dubbioso di Bill, che inarca il suo divino sopracciglio mentre osserva l’espressione un po’ persa ed un po’ corrucciata dell’altro.
    “Questo è tutto scemo” conclude tra sé e sé.
    Tom riacquista un minimo contatto col mondo solo quando vede il ragazzo moro rannicchiarsi, tentando di rilassarsi un po’.
    -Dai Bill vieni di là, potrai stenderti, starai decisamente meglio che qui…-
    -No.-
    Tom sbuffa, quello sarebbe stato un ottimo pretesto per avvicinarglisi ancor di più.
    -Perché no? Ci avresti dormito da solo sai?- lo tenta di nuovo.
    Sì sarebbe andato di là a riposare da solo, ma poi casualmente il rasta sarebbe andato a cercare una cosa, dopo un’oretta diciamo, per poi sdraiarsi lì vicini così, solo per comodità…
    -Mmm ripensandoci….-
    “Sta cedendo!”
    -Sìììì dolcezza?-
    -Ripensandoci direi… NO IMBECILLE! Vacci tu a dormire, io vado in bagno.-
    -Ooooh…- lo canzona lui facendo una serie di smorfiette e la vocetta da ragazzina –aspetta che ti accompagno bel maschione, non vorrei mai che ti perdessi!-
    Poi Tom se lo prende per mano e lo accompagna sculettando esageratamente, sostando poi sulla porta, per continuare la sua parodia.
    Come Bill aveva intuito il bagno è dietro la porta a specchio.
    -Allora tesooooro!- ed il tono si fa via via sempre più gayo, mentre inizia a strusciarsi contro lo stipite della porta, sventolando i chilometri di stoffa che coprono il suo corpo –Questo è il bagno presidenziale, non quello della plebe! E se ti dovessi perdere mi raccomando chiamami!!!-
    Vedere Tom Kaulitz nei panni di regina del trash è decisamente esilarante, anche per il rasta stesso,dalla faccia di Bill però, si intuisce che deve essere di un altro avviso e dal suo –Spostati- gelido, si capisce benissimo che sarebbe meglio farla finita.
    Tom si scansa ma non riesce a resistere –la porta si chiude a chiave ma se vuoi lasciarla aperta non c’è problema….- continua col tono canzonatorio e sbattendo le ciglia.
    -Testa di cazzo!-
    SBAM!
    E pure doppio giro di chiave, alè!

    Tom torna sul divano continuando le sue mossette e ghignandosela con Tobias.
    Certo che se si è incazzato così deve averlo proprio imitato bene!
    Bill prima di tornare apre un’altra porta e gli si stringe il cuore a vedere quel lettone ultra comodo… Se solo non avesse rifiutato per partito preso!
    Non gli sarebbe nemmeno dispiaciuto dormire con Tom, dà l’aria di essere un buon cuscino quel torace.
    Avrebbe potuto farlo impazzire, renderlo un sofficino di ormoni alla sua mercé…
    Maledetto!
    Era andato tutto bene ma poi, quel CretinoImbecilleBuzzurroDeficiente, ha pensato bene di dirgli quella cosa di Andre.
    Era un bozzolo tiepido il pensare che Andreas fosse stato obbligato, che comunque ragazzini o no, lui fosse poi l’unico da cui tornava sempre e che mai, se non costretto, l’avrebbe allontanato.
    Si era sempre sentito speciale, voluto contro ogni norma e regola da un ragazzo bello, ricco e che avrebbe potuto avere chiunque.
    Ora quel valore economico che gli era stato dato non lo inorgoglisce più, si sente spento, piccolo, ed immaturamente astioso.
    Non basta questo? Certo che no!
    L’ha pure preso in giro!
    Con tutti gli sforzi che ha fatto per diventare così!
    Glie la pagherà, eccome se glie la pagherà! I soldi che si è giocato la sera prima non saranno più nulla a confronto!
    Quando tornerà a casa non esisterà più nessun Andre, solo “Andreas, sai il mio ex….” da buttare lì davanti al primo manzo che gli capita a tiro.
    Ma una cosa per volta, ora bisogna occuparsi del bastardo.




    *********
    Note: la prossima parte avrà molto più movimento (vedi: contatto fisico) però ora sapete come stanno le cose, ma soprattutto ora lo sa anche Bill che non vive più nella sua nuvoletta rosa...

    Piccoli ringraziamenti per Grandi persone dell'autrice:
    Allora a parte che non finirò mai di ringraziare Hel, Marty e Sara per l'amicizia e per la loro grandezza d'animo, vorrei ringraziare la fantastica Dunkler Engel (se ho sbagliato a scrivere il tuo nome uccidimi pure!) per essersi messa in contatto con me ed avermi regalato una splendida chiacchierata. Sei grande!
    Un grazie a tutte voi che mi seguite (angeldark, la splendida Macabria, Francy, io vi adoro da pazzi!!!) ed un bacio alla dolce Bibi a cui non ho potuto far leggere la parte di capitolo.
    Abbraccio forte forte la tenera angel91 che mi fa sciogliere con la sua gentilezza e...
    Un bacio, un "Ti Amo" sentitissimo alla mia Hel, sono sempre con te amore mio, sei sempre nei miei pensieri!
    Per chiunque mi sia dimenticato beh.... sappiate che vi amo! Tanto tanto e che provvederò ad autopunirmi per questa distrazione quanto prima!


    Note mie:
    allora ragazze..
    il prossimo chappy lo posterò..giovedi!! eh già!
    bacioni a tutte!
     
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  7. ..::Ire::..
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    Note mie:
    allora ragazze..
    il prossimo chappy lo posterò..giovedi!! eh già!
    bacioni a tutte!

    Giovedì???!

    *muore*
     
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  8. gagy~ {Yo!}
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    siiiiiiiiiiiiiiiiiiii!! giovediiii!! <3
     
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  9. baby_jumbi_89
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    resistete mie care!! eh eh..
    anche io come tutte ho la scuola..
    anche se il mio di lavoretto qui non è difficile come scrivere una ficcy!
     
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  10. ..::Ire::..
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    up!
     
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  11. baby_jumbi_89
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    Non so se riuscirò a postare entro le 22.30 .. in caso contrario posterò domani subito dopo la scuola!!
    Sorry!

    Edited by baby_jumbi_89 - 16/10/2008, 19:48
     
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  12. baby_jumbi_89
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    Eccomi qui!

    Disclaimer:
    Tutto quello che state per leggere è frutto della mia fantasia.
    I Tokio Hotel non mi appartengono e tutto ciò che scrivo NON È ASSOLUTAMENTE a scopo di diffamazione o di lucro.
    (Rana docit!)

    La Posta In Gioco




    Capitolo Due, Parte III

    Quando Bill torna verso il divano trova Tom intento a fumarsi una bionda mentre gioca con lo zippo, facendolo scattare ritmicamente.
    Gli piace quello sguardo fisso sul posacenere, lo trova particolarmente attraente mentre è assorto nei suoi pensieri.
    Sì, giocare con lui sarà decisamente più divertente di quanto aveva immaginato durante il giorno, conclude prima di avvicinarglisi.
    Appena si siede il ragazzo gli rivolge uno sguardo e gli sorride, Bill per un attimo dimentica la presa in giro di cui era stato vittima, lasciandosi accarezzare il viso da quegli occhi nocciola.
    Quando il campione di poker vede il sorriso della sua bambola perfetta, d’ istinto scivola più vicino a lui di quei quattro o cinque millimetri, attirato in maniera quasi magnetica.
    Si accorge solo in quel momento di aver sorriso a quel dolce musetto perfettamente truccato.
    -Volevo trattenermi confettino ma la voglia di nicotina ha preso il sopravvento… Ti dispiace?- Tom deve reagire, deve imporre a sé stesso di fare qualcosa, non può più permettersi di lasciar scorrere la mente, non ha molto tempo.
    Un weekend non è nulla.
    -mmm… Potrei… Potresti…-
    -Tranquillo, la spengo subito zucchero- ma prima che la punta infiammata della sigaretta tocchi la superficie liscia per venire spenta, una mano sfiora quella di Tom.
    La sigaretta gli cade istantaneamente di mano, la pelle torna a bruciare come la sera prima, il calore pervade il ragazzo, sente il sangue defluirgli al volto, pulsargli nella testa.
    -No, mi chiedevo se posso averne una visto che fumi anche tu…-
    Finalmente gli occhi di Tom si spostano dall’oggetto quadrato posto sul tavolo in favore del viso di Bill.
    Ha un’espressione così tenera, lo sta guardando con quella testolina piegata da una parte, come lo adora quando fa così!, con gli occhi che studiano i suoi dal basso, donando ancor più tenerezza al viso e a Tom.
    -Certo certo!-
    Con mani malferme prende il pacchetto, lo apre con la punta del pollice e sempre con esso ne fa scivolare una più verso l’esterno, porgendo poi il pacchetto al ragazzo.
    -Grazie Tom- sussurra sfilando la bionda.
    “Ed ora, caro il mio pokerista…”
    Due dita dalle unghie smaltate si insinuano nel pugno di Tom, accarezzandone il palmo mentre circondano il fortunato accendino.
    -No lascia fare a me-
    Nelle orecchie del ragazzo vestito da rapper vi è solo un ronzio, si sente in orbita, una strana eccitazione e confusione gli affollano la mente e le membra.
    Avvicina la fiamma al viso del moro, le labbra prendono una sensualissima piega mentre tirano aria attraverso il filtro ed il tabacco.
    -Grazie!-
    Mentre Tom rimane con l’accendino in mano e la fiamma continua a bruciare liberamente, Bill espira una boccata di fumo verso l’alto con lo sguardo verso il soffitto, il gomito appoggiato allo schienale, due dita tese reggono la sigaretta, il polso rilassato, una mano bellissima.
    Chiude con uno scatto lo zippo, appoggiandolo su un punto indefinito del tavolo, gli occhi sono tutti per questa meraviglia.
    -Pensavo non fumassi non ti avevo visto-
    -Anche Andreas ed i suoi amichetti lo pensano!- lo interrompe sorridendo, poi lo sguardo si fa furbetto e malizioso –sai io sono quello bravo e tutto profumoso… Le brave bambine non fumano lo sai?-
    -Così è il nostro segreto giusto?- incantato Tom gli sorride malizioso di rimando, anche se non sa esattamente perché.
    La sua bambola imprevedibile ondeggia sul posto mentre gli fa l’occhiolino, con le mani appoggiate al tavolo, il viso che si muove dolcemente ed il busto che sembra serpeggiare contro l’aria.
    Ancora l’immagine sinuosa di quel corpo nel suo letto invade prepotentemente la sua mente.
    O forse si sarebbe mosso così su di sé, immagina, seduto sulle sue gambe, le mani sulle sue che stringono questa figura dolcissima ed attraente.
    Gli avrebbe baciato il collo e…
    -Uhum…- sfugge tra le labbra di Bill mentre gli sorride, con una risatina smorzata e complice.
    Per fortuna, si trova a pensare il pokerista, la sua bambola ha interrotto in tempo quel fiume di immagini e sensazioni.
    -Ma non se né è mai accorto?-
    -Figurati!- e la mano del moro svetta verso l’alto –è troppo preso dalle sue ossessioni del momento! E poi sono abbastanza bravo a nascondermi e lui é un fumatore, quindi nota tutto molto meno.-
    Continua a fumare pensoso, accavallando le gambe, torcendosi una piccola ciocca di capelli tra le dita della mano libera.
    Erotico, dannatamente erotico.
    Tom è da sempre vittima delle belle ragazze che fumano ma questo… Questo è decisamente troppo, il neo, la sigaretta, gli angoli della bocca piegati verso l’alto, tutto focalizza l’attenzione del ragazzo su quelle labbra piene e morbide.
    Si chiede che sapore debbano avere ora, con l’aroma di tabacco.
    -Si sta spegnendo tesoro…- e picchietta la punta della fortunata sul posacenere.
    -Eh?? Oh sì! Beh non importa no?-
    Lo sta ammazzando.
    Senza nemmeno pensare il rasta inizia a seguire con l’indice i contorni del teschio sulla maglietta viola della sua vincita.
    Un teschio tra le fiamme, una scritta nera sopra, Bill si adagia meglio sul morbido divano, passandosi la mano libera sul torace e lo stomaco, distrattamente, col dorso.
    E’ così caldo, così bello.
    Solo in quel momento il campione si accorge della collana fatta di maglie simili, anzi identiche, a quelle di una catena.
    Come fa questa bambola ad incantarlo così?
    A fare questa magia?
    Riesce a focalizzare tutta l’attenzione degli altri sul proprio viso, nonostante il corpo sia il più bello che persino questo seduttore abbia mai visto.
    Più bello di qualunque uomo efebico ed androgino, più bello persino di una donna, più maestoso, raffinato di qualunque donna.
    Prende la catena tra le dita, tirandola giocosamente verso di se, facendola ondeggiare un po’, assaporando con lo sguardo le tenere pieghe del collo, la sua vellutata e tentatrice pelle.
    -Ti piace quello che vedi?-
    Tom registra troppo tardi l’errore da lui commesso: avrebbe dovuto rimanere a guardare la maglietta.
    Invece aveva posato gli occhi sul viso: le ciglia vengono sbattute leggermente, lentamente, uno sguardo un po’obliquo dal basso verso l’alto lo incatena, la punta della lingua torna a fare capolino in quel sorriso, tra quelle labbra dischiuse.
    Persino per uno come lui è troppo, non può che abbassare lo sguardo e volgere il viso rovente altrove.
    E’ aldilà dell’eccitazione, della sensualità.
    Gli enormi abiti iniziano ad essergli stretti, lo soffocano, nemmeno un sospiro pesante lo calma, il cuore batte dolorosamente forte nel suo petto.
    Con due dita allarga lo scollo della gigantesca maglia.
    Aria, ha bisogno di aria.

    Due mani spingono Tom lontano –uhm, così va bene!- Bill, soddisfatto, si rannicchia sul fianco nella parte centrale e più lunga di questa morbida U, mettendosi poi le mani sotto una guancia, unite come una preghiera.
    Come la preghiera di Tom ad un qualunque dio di farlo arrivare vivo a casa.
    -Veramente, il letto-
    -Umpf!-
    Il sedere, quel sedere, si scuote leggermente mentre tutto il corpo sembra accompagnare il gesto della mano di questa splendida creatura.
    Una linea di pelle più chiara tenta il rasta, è proprio lì, al di sopra dell’elastico dei boxer.
    La maglietta leggermente sollevata e non fa che mostrare a Tom ancor più tentazioni.
    Senza pensarci più di un secondo, avvicina la mano per sfiorare quella schiena liscia, meravigliosa, ma qualcosa, qualcuno, lo blocca: Bill si sfila una scarpa aiutandosi con l’altro piede ed un attimo prima che un polpastrello lo accarezzi il suo piedino, fasciato da una calzetta scura, allontana il ragazzo biondo con un colpo leggero e deciso al suo torace.
    -Non ci pensare nemmeno- mugugna senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.
    -Ma…- tenta l’altro supplichevole quasi, mentre detiene tra le mani l’unica parte del corpo che la sua bambola ha deciso di concedergli.
    Che diavolo sta facendo???
    Questa maledetta diva è sua, non deve mica chiedere per fare quello che vuole!
    Glie la farà vedere!
    Lo supplicherà di continuare, tzè!
    Così, con cipiglio combattivo, il pokerista si appresta a fare un massaggio a quel bel piedino, le donne l’hanno sempre adorato e lui adora i massaggi, perché per Bill dovrebbe essere diverso?!
    Si concentra sulle dita, poi sulla pianta, con movimenti esperti verso l’esterno.
    Abbassa un po’ la stoffa, innalzando ciò che tiene per le mani, per depositare baci sulla caviglia.
    Solleva l’orlo del jeans, risalendo al polpaccio, poi al ginocchio intrappolato nel tessuto spesso e stretto e, finalmente, arriva verso la coscia.
    Ma anche qui viene stoppato all’istante dalla sua fata che pensa bene di tirare indietro il piede.
    -Lo capisci che “no” vuol dire “no”?-
    -E tu lo capisci che sei mio e che fai quello che voglio io?-
    Ottima argomentazione Mr. Poker, peccato si sia fatto distrarre un’altra volta: la gamba sollevata, piegata nel tentativo di sottrarsi all’altro di Bill, lascia in bella mostra il cavallo dei suoi pantaloni, riducendo il campione in uno stato di apparente catatonia.
    Tom da lì vede tutto: non solo il sesso di Bill sotto i jeans, ma anche il suo splendido sedere da una nuova angolazione, per non parlare di quella linea che divide i glutei sodi.
    -Perché non mi obblighi? Tu puoi anche decidere quello che vuoi con quel coglione di Andreas, ma sono io a scegliere! E lasciami!- tenta con più forza di riprendere possesso del proprio arto, inutilmente.
    Il rasta potrebbe rispondere a tono, ma una miriade di pensieri lo stanno stordendo, uno più di tutti…
    “Di lato, sì di lato, sì sì sì” si ripete come un pazzo mentre immagina lui e bill che fanno sesso proprio in quella posizione, mentre lo stringe, lo morde, lo fa gemere convulsamente.
    Ovunque: dal divano su cui sono ora al letto di casa, ma anche quello del jet, ma anche un pavimento qualsiasi, ma pure…

    Bill sorride soddisfatto, metà dell’opera è quasi compiuta.
    Poteva forse resistergli questo qua?
    Guardatelo, cielo!, impazzito per una sua semplice estremità!
    “Giochiamoci ancora” pensa “ solo un altro po’ e poi lo devasto!” decisissimo a vender cara la pelle, a far passare la voglia di controllare tutto al ragazzo che ha ammaliato.
    -Bene, visto che ti piace così tanto il mio piede ti darò anche l’altro, che dici? Sfilami la scarpa- gli ordina con voce gentile, carica di mille promesse, mentre di stende sulla schiena.
    Tom come un automa fa ciò che gli è stato chiesto e, meraviglia delle meraviglie, si ritrova entrambi i piedi di Bill in grembo ma soprattutto, gode della vista delle sue gambe flesse, dei suoi gomiti puntati sul divano per permettergli di avere il busto rivolto verso di lui e di quel viso che studia, sornione, la sua espressione.
    -Uhm, così va bene, comodo questo divano- e la mano raffinata prende a stringere lo schienale morbido, poi lo accarezza, senza mai spostare gli occhi dai suoi, per poi lasciar cadere la mano sul proprio sesso.
    Lì, distogliendo brevemente lo sguardo, sbatte le lunghe ciglia, per poi accarezzare il proprio corpo con un’occhiata d’invito, quasi, a Tom di allietarsi con ciò che ora come ora può solo rimirare e non toccare.
    Per quanto Tom continui a ripetersi “ha un pene, un pene, un pene, un peeeeene!!!” il gesto continua ad inebriarlo, a sconvolgerlo, a lasciarlo senza fiato.
    Non riesce a spostare gli occhi da quella mano.
    L’unico pensiero logico che la sua mente riesce a formulare è che quella mano è di troppo o, semplicemente, è quella dell’individuo sbagliato.

    Bill gioisce di cuore per l’ennesima battaglia vinta, sembrava così sbruffone ed invece…!
    E’ solo un cuccioletto, un cosino piccolo e quasi indifeso!
    Si sente quasi in colpa…Naaaaaaaaa!
    E’ tutto troppo bello!
    Gli sta massaggiando i piedi, che servetto ubbidiente si è conquistato!
    Con quello sguardo perso poi, e quel piercing che si tormenta con la lingua!
    Ora Bill capisce come mai le donne cadano in deliquio a frotte di fronte a lui: è veramente notevole il ragazzo, specialmente quando ti guarda con “intenzione”.
    Ricorda bene Bill, l’occhiata rivoltagli la sera precedente mentre stava giocando.
    Aveva fatto quasi un pensierino sul poterlo rivedere in un’altra sede, magari più per gioco che per desiderio ma comunque, prima che tutto precipitasse, c’era stato un attimo in cui l’aveva sconvolto.
    Non gli era mai successo prima, Andreas è sempre stato l’unico per lui, nessuno era mai stato degno di nota ai suoi occhi.
    Era riuscito a convincersi che fosse stato solo uno sbandamento, in relazione ad una crisi che stavano vivendo, ma poi QUELLO aveva deciso di portarselo a casa come un trofeo e Bill non aveva più avuto altri pensieri se non quello di scappare da quella situazione.
    Si accorge dello sguardo incuriosito e lievemente preoccupato (gli sembra) di Tom, evidentemente i brutti pensieri devono aver mutato l’espressione del suo viso.
    Pronto a rimediare, onde evitare che il suo fascino possa appannarsi, ruba un piedino dalle mani in grembo dell’altro e gli dà una leggera pacchetta sul mento con le dita di esso.
    A Tom sembra quasi una carezza scherzosa.

    Gli piace, oh eccome se gli piace!
    Tom decide in quel momento che lo scopo della missione è radicalmente cambiato.
    Va fatto un piano, con tanto di studio della strana figura adagiata vicino a lui con… gulp! La mano ancora tra le cosce.
    Ma perché si comporta così?? Non potrebbe essere più arrendevole santo cielo?
    Tanto a casa può raccontare quello che vuole, no?
    Già a casa…
    Bella idea quella di Malibù, peccato che così si perdano ben otto ore: quattordici di viaggio, tra una cosa ed un’altra, meno le sei di fuso orario.
    Se solo riuscisse a capirci qualcosa!
    Se sapesse cosa gli passa per la testa elaborerebbe una strategia e poi, bum! Via col weekend più magico di sempre, la serie di ore più incredibile della sua vita! Roba che quel carciofo nemmeno tra mille anni l’avrebbe saputo imitare!
    Lo vuole, disperatamente, dissennatamente e ossessivamente.
    E l’erezione che pulsa dolorosamente nei boxer non aiuta di certo.
    Beh a quello c’è soluzione… tra venti minuti, quando l’altro non potrà più sospettare, si chiuderà in bagno.
    Sì come un adolescente sfigato e allora?
    E’ anche vero che potrebbe forzarlo a toccarlo, anche solo a strusciarglisi un po’ addosso ma poi?
    Già è strano, se poi gli dai un motivo in più per comportarsi male è un suicidio!
    Oltre al fatto che per il momento lui, Tom Kaulitz il ventitreenne Sex Gott, sta agognando un abbraccio, un sorriso sincero, un gesto che parta spontaneamente da Bill.
    Voleva solo conoscerlo meglio, ammirarlo più da vicino, ecco perché era andato in quella casa a suo gusto orrenda.
    Poi quella fata l’aveva ammaliato, sedotto,e senza pensarci ha afferrato la palla al balzo.
    Voleva, vuole, solo…
    Solo cosa? Attirarlo a sé?
    Beh forse sì.
    Forse sì.

    I minuti passano in fretta quando li trascorri vicino (e pensando) all’oggetto dei tuoi desideri.
    E’ passato un quarto d’ora, si sente meno famelico, ma la sua erezione no.
    Sta lì dolorosamente intrappolata tra la stoffa, i boxer messi male lo tormentano, il proprio sesso ha cercato uno tra i percorsi peggiori per riuscire a svettare.
    Deciso che non sarà qualche minuto a fare la differenza, allontana con cura le estremità di Bill, cercando di non venire sul posto quando le sue dita si arricciano contro la stoffa tesa sul suo inguine, come un gattino che “impasta” con le proprie zampette.
    Ovvio che Tom pensa a tutto un altro tipo di felino ora, un felino perfido… no innocente, infondo mica lo fa apposta!
    Cioè lui è così e basta!
    Non è una ragazza in realtà, lo sembra solo, e loro boys questi giochetti non li fanno!
    Così, tutto preso dalle sue fiabe il rasta scappa a rifugiarsi in bagno.
    Il suddetto felino, intanto, ridacchia silenziosamente.
    L’aveva definito un “gatto randagio” nella lotta, beh allora non ha ancora visto nulla, ora si sente una tigre!
    Lui è sempre stato il micino solo della sua migliore amica e compagna d’avventure, ma per una volta avrebbe fatto uno strappo alla regola.
    Lei sì che lo aveva raccattato come un randagio, offrendogli una casa, nel vero senso della parola.
    Non vede l’ora di raccontarle della sua epica impresa, mimando tutto quello che ha fatto!
    Ma bando alle ciance il suo bambolotto sta tornando così, mentre finge di dormire, lo osserva con gli occhi a fessura e vede i piedi fermarsi davanti al tavolo, esitare, per poi proseguire.
    “Ma cosa…”
    Tom ha deciso di non punirsi ulteriormente così si posiziona nella poltrona reclinabile, a fianco a Tobias.
    Che scelta stupida! Bill non l’avrebbe certo tormentato ancora!
    “Bravo, vai pure dal tuo amichetto, tanto tornerai…”

    -Allora Boss?!- gli sussurra piano Tobias –Come andiamo?-
    -Male… Mi sta tirando scemo, vecchio!- gli risponde sempre a bassa voce il “boss”, abbattuto.
    -Ho visto, ho visto.- ora il bodyguard lo guarda dritto in volto, non elude più il suo sguardo, sono in zona “amicizia” –Ma sta tranquillo, hai tu il coltello dalla parte del manico, giusto?-
    “Seee Tobi come no… “
    Tom comunque annuisce, mostrando sicurezza.
    Effettivamente è Lui a comandare il gioco!
    Quella bamboletta lì è sua!
    L’ha vinta onestamente! Poi si è fatta anche trovare ed è venuta senza storie.
    Si è fatta pure spupazzare!
    Perché, trucco o non trucco, avrebbe potuto benissimo tirargli un pugno nello stomaco da vero uomo se non voleva farsi togliere quella odiosissima giacca, no?
    Ed è vero o no che è stato lo zuccherino a mettersi comodo, flirtando?
    -Ma… secondo te…- riprende a parlare Tom all’uomo al suo fianco.
    -Dimmi capo-
    -Secondo te ci stava provando prima?- meglio mostrarsi dubbiosi, ed ingoiare un po’ d’orgoglio, che continuare a brancolare nel buio.
    -Quando? Di quale, delle circa duecento volte, vuoi sapere di preciso?- gli risponde sorridendo, con uno sguardo di pura intesa maschile.
    Bene, ora sa più o meno come agire.
    E’ ovvio che Bill lo vuole, l’ha detto anche Tobias! Solo che ancora non lo sa.
    Ha solo bisogno di arrivare a casa, nel suo territorio non ci sarebbe stata storia.
    Si abbassa sul sedile e gira la testa di novanta gradi verso il divano, con il viso mezzo nascosto spia Bill con un occhio. Sta dormendo probabilmente, il respiro è pacifico e soprattutto regolare.
    Perfetto, allora può fare un sonnellino anche lui.
    Tom ne ha davvero bisogno, aveva passato la notte precedente ad aggirarsi, come un pazzo invasato, nella suite dell’albergo dove stava alloggiando, fantasticando e ghignando.
    Continuava a sfregarsi le mani, a fare strane espressioni con la faccia, mimando dei sorrisi assurdi.
    Erano i sorrisi di Bill.
    Per tutta la notte aveva rivissuto quelle magiche espressioni che gli erano state donate, solo che si immaginava di essere non in quella casa piena di idioti ma bensì in un pub, in un ristorante, lì in camera…
    Ovviamente con Bill.
    Per ore aveva continuato a sogghignare, mettendosi in posa, sporgendo le labbra e regalando sorrisi indicativamente a :armadio, specchio, tavolino basso di cristallo, comodino e testata del letto.
    Per non parlare del tentativo di seduzione ai danni del balconcino!
    Insomma, la suite era passata dal conoscere un campione di poker, che se ne era andato appena posati i bagagli, al ritrovarsi circa cinque ore dopo un essere strano, mezzo nudo e mezzo scemo.
    Un demente proprio.

    All’incirca quattro ore dopo, un caldo tocco di due mani sulle proprie spalle fa svegliare Tom di soprassalto.
    -Perdonami…- una voce flautata giunge al suo orecchio –vorrei una sigaretta- e pollice ed indice di ambo le mani lo massaggiano lievemente.
    -Ehm…- Tom cerca come un pazzo nelle tasche, ma una voce lo informa che –sono lì, sul tavolo-
    -Prendi pure allora!- gli risponde con un sorriso raggiante.
    Cazzo no!
    Il rasta voleva, doveva, mostrasi sicuro di sé e completamente tranquillo!
    Ma se quello ti spunta dietro all’improvviso, appena sveglio e quindi disarmato, cosa puoi fare?
    Lo segue d’istinto, come se lo stesse calamitando verso di lui.
    -Dormito bene dolcezza?- chiede Tom mentre si siede al suo fianco.
    -Sì, grazie.-
    Composta, educata, la figura dai capelli scuri riprende il suo algido contegno.
    Ora è un muro, il lady boy è irraggiungibile ed il pokerista non sa come fare per attraversare quella distanza.
    Mentre si accende anche lui una sigaretta lo spia da sotto le ciglia, cercando di vedere, di capire una qualunque cosa.
    Nulla.
    Non lo guarda minimamente. Non lo considera.
    Decidendo di fregarsene altamente di tutti questi tira e molla, Tom prende in mano la situazione… e l’orlo della maglietta di Bill.
    -Mmm…- gli intima minacciosa la bambolina.
    Il rasta non ci bada e la solleva lentamente mentre accarezza l’addome piatto.
    Eccolo lì.
    La conferma di ciò che già sapeva: poteva, uno di questi sexy fianchi in rilievo, non avere qualcosa in grado da farti girare la testa?
    Ovviamente no!
    Il particolare che cattura tutta la sua attenzione è un tatuaggio, tre stelle nere concentriche dai bordi spessi.
    Senza curarsi di nulla Tom prende a sfiorare la stella centrale e piena con i polpastrelli.
    Non gli interessa minimamente la mano sinistra di Bill sul proprio polso, anzi si avvicina il viso al suo.
    -Ti faccio un altro neo sulla guancia con questa, coglione!- lo minaccia sventolandogli sotto al naso la sigaretta.
    Tom si sposta, solo per posare la propria bionda accesa, dando però l’impressione di una resa al moro.
    Appena gli lascia il polso il rasta riparte all’attacco, stavolta prendendogli il viso tra le mani –posala all’istante- ordina, stavolta con tono deciso.
    -E se non lo facessi?- lo provoca Bill, con la sua espressione sensuale, inarcando il sopracciglio, senza fare nemmeno un gesto.
    Adesso è Tom a stringergli dolorosamente il polso, il destro, per disarmarlo –poche chiacchiere e smettila con questo tono. Conservalo per quando saremo a casa.- all’espressione sbigottita e successivamente caparbia Bill, Tom capisce che sarà dura.
    Ma non impossibile.
    -Voglio un caffè Tom- lo informa incattivito, mentre posa la sigaretta con il polso ancora prigioniero della mano del rasta.
    -Chiamo Sandy… ma solo se ti lasci un po’ andare…-
    -Non c’è bisogno, faccio da me- e si libera il polso alzandosi.
    Passa volutamente di fronte a Tom, mettendo in bella mostra il suo splendido sedere.
    Il pokerista sfiora una natica col palmo della mano, lasciandogli due dita nella tasca posteriore dei jeans, tirando leggermente per trattenerlo ancora vicino.
    Bill sembra non notarlo neppure, continua ad avanzare, il braccio di Tom si tende fino al limite, poi le sue dita cadono,la mano sbatte dolorosamente e rumorosamente su tavolo.
    Come se niente fosse la sua fata supera Tobias che dorme e la porta, sparendo.
    Ovviamente ondeggiando i fianchi morbidamente e dimenando l’ altrettanto morbido sedere.
    Sì è morbido! Morbido!!!
    Un secondo in più e Tom lo avrebbe portato in camera a forza, scaraventato sul letto e votato al piacere!
    Deve… deve…
    Deve solo riuscire ad avvicinarglisi di più, trovare una nicchia morbida in quella figuretta granitica e dopo lasciare che la sua estrema figaggine faccia il resto.
    Non può continuare a scappargli in eterno no?
    Prende la sigaretta mezza consumata di Bill fra le dita, il filtro è lievemente umido, una scarica d’eccitazione gli percorre la schiena.
    Da quando gli basta così poco? Che stia diventando romantico???
    “O disperato?”
    Dopo svariati minuti Tom decide di andare a vedere cosa lo sta separando dalla sua meraviglia, magari col pretesto di fargli vedere come funziona la macchina dell’espresso qualcosa si sarebbe sbloccato…
    Di Bill nessuna traccia, Sandy dorme lì vicino su una panchetta imbottita, con il capo appoggiato su una mano.
    “Beh almeno non è ripartito all’attacco di” si immobilizza all’istante.
    “Ma porca puttana!!!!” sente dei gridolini divertiti ed eccitati provenire dalla cabina del pilota.
    Dietro alla porta lo scenario è molto peggio di come se l’era immaginato: la sua bambola in braccio a quello che sarà a breve un uomo morto, con le mani sulla cloche che ridacchia felice.
    Felice????
    “Aaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhh!!!!!” ringhia dentro di sé mentre se ne esce con un –che bello stai mostrando a Bill come funziona il tuo futuro ex lavoro? Ti piace Bill? Ti diverti Biiiiill??-
    -Oh sì tantissimo!- dichiara entusiasta ed innocente quel demonio camuffato da essere umano.
    -Ehm… Sai era curiosa, curiosO di vedere, cioè-
    -Gli ho portato un caffè, Tom! Sai dopo tutte queste ore!!!- gli sbatte in faccia questa bambola implacabile sorridendo, bevendosi un sorso di caffè.
    -Allora come sta Karen? Non ti ho nemmeno chiesto! Ed i bambini? – “E adesso vediamo se il tuo bel pilota non ti butta a terra, stronzetta!”
    -Oh benissimo, davvero!-
    Tom lo vede tremare, poi eludere lo sguardo di Bill, poi stringere con forza la cloche.
    Dopo un fragoroso silenzio, dove il ghigno del rasta regna sovrano una voce melodiosa butta lì un –Beh… grazie mille! La lascio lavorare! Scusi se le ho rubato tanto tempo!!- e detto questo la Divetta si alza, in imbarazzo.
    E’ la prima volta che riesce a destabilizzarlo veramente ed il pokerista gli mostra il suo ghigno allargato a dismisura.
    Bill lo guarda truce in maniera impressionante ma questo non fa che galvanizzarlo sempre più.
    Lo prende per mano, intreccia le dita tra le sue.
    Bill guarda le loro mani con disgusto
    Non lo porta al divano, lo fa proseguire.
    -Adesso- sussurra alterato –tu bambolina mi spieghi un paio di cose-
    Lo porta inaspettatamente nel bagno, chiude la porta e si libera dalla sua mano con violenza.
    -Cos’è che vuoi? Cosa cazzo hai, eh? Spiegamelo perché non ci arrivo!- continua con la voce bassa il rasta, mentre il suo cuore pompa sempre più velocemente, proporzionalmente alla sua rabbia
    Bill sembra più soddisfatto che colpito –gli ho portato un caffè!- replica giocando con una vocetta innocente e quasi infantile –e poi gli ho solo chiesto come funzionava e se era difficile…-
    Tom immagina la scena: Bill tutto carino, i capelli un po’ arruffati dal sonno, chiedergli come si fa e come non si fa, dicendogli che gli sarebbe taaaaaaanto piaciuto vedere come faceva!
    E così gli è saltato in braccio, sicuramente facendo le sue moine.
    -Poi sai, c’è solo un posto in cabina così…- i suoi occhi, la voce, diventano disumanamente allusivi –è stato così gentile…-
    -Tu sei solo, solo-
    -Una puttana?- riprende in mano il gioco Bill,passandogli l’indice sull’erezione mezza celata dagli abiti larghi, titillandosi con la punta della lingua l’angolo delle labbra sorridenti e derisorie.
    Va bene tutto, provocarlo, fare la carina con chiunque, brandire contro di lui ogni offesa spesso gratuita, ma questo no!
    Prenderlo in giro no!
    -Adesso basta! Veramente basta!- gli urla contro.
    -Ma togliti!- la bambola cerca di superarlo dandogli una spallata, Tom gli afferra con il pugno chiuso la maglietta.
    Neanche lì Bill sembra prenderlo troppo sul serio ed il rasta inizia a vedere rosso, prendendo a scuoterlo.
    -Ti ho detto di finirla! Non lo capisci?-
    -Che cosa dovrei capire, eh? Che il piccolo Tommy è arrabbiato? Che farai i capricci? Batterai i piedi a terra???- lo canzona sporgendo le labbra, senza nemmeno muoversi per difendersi, sicuro.
    Tom lascia la presa, le mani gli tremano dallo sforzo di non prenderlo a schiaffi.
    Gira i tacchi per andarsene ma un –Visto? Poooovero Tommy! Povero piccolo Tommy!- lo fa talmente incazzare che gli si getta addosso.
    Preso in contropiede Bill boccheggia, il rasta lo circonda con le braccia e lo prende di peso.
    La presa è tanto salda che gli sembra di sentire la cassa toracica stringersi, l’aria quasi uscire da sola dai suoi polmoni.
    La camera. Da letto.
    La bambola lo colpisce ripetutamente al polpaccio con dei calci, ma il pokerista non si ferma, è tanta la rabbia da non farci nemmeno caso.
    Si lascia cadere ancora stretto a lui sul letto, a peso morto, mentre la bambola continua a girare la testa verso ogni direzione, cercando aiuto con lo sguardo.
    -Ora hai capito che la devi smettere?-
    Per tutta risposta Bill tenta di morderlo al collo, mentre gli pianta le unghie sui fianchi protetti dalla maglietta.
    Tom si ritrae solo quel tanto che basta, non sorride più, i suoi tratti sono induriti, Bill capisce di aver esagerato veramente troppo questa volta.
    Voleva una reazione? Complimenti Bill l’hai avuta!
    Il rasta lo stringe ancora di più –sei senza fiato bambolina? Deliziami con le tue mossette, avanti!- lo provoca mentre gli infligge una botta contro il cavallo dei pantaloni aderenti con la propria erezione.
    La bambola rimane muta, senza fiato anche quando la presa si fa più gentile, hai il viso rosso e congestionato, la pelle appare ancor più trasparente.
    La splendida figura, schiacciata sotto il ragazzo dagli abiti giganti, prega solo che l’altro non faccia commenti sul suo stato, sull’eccitazione che gli è spuntata da quando è stato afferrato con forza.
    Il suo potere si è sgretolato sotto l’attacco di due braccia forti che ora lo stanno lasciando.
    Il pokerista Dio_Del_Sesso si alza aiutandosi con le mani all’altezza del suo viso piantandogli un ginocchio tra le gambe.
    In piedi di fronte a lui, lo fa rialzare tirandolo per un braccio -li vedi questi?- chiede Tom sollevandosi la maglietta ed accarezzandosi gli addominali –non me li sono fatti in palestra, sai?- voce bassa, melliflua, lo strattona con forza –preferisco la ginnastica da camera… e questi due giorni mi allenerò parecchio se continui così, stanne certo!-
    Mentre lascia il suo braccio lo spinge di nuovo sul letto e fa in modo di guardarlo con l’occhiata più ardente e pericolosa che riesce a trovare.
    Vuole provocarlo questa ragazzina? Bene, ora Mr. Kaulitz le insegnerà un po’ di educazione.
    Un brivido di eccitazione lo percorre, il senso di potere assoluto lo riscalda.
    Tom si volta e si allontana in direzione del soggiorno ed arriva al tavolo, lasciandosi sprofondare nel divano.
    Oh, ora sì che si sente un vero gangsta’!
    Bello, ricco, forte e circondato da… a proposito, dov’è lo zuccherino?
    Non penserà certo di scappargli proprio adesso?
    Gli lascia cinque minuti d’orologio di vantaggio, poi lo chiama a sé.

    Quasi desidera di doverlo andare a recuperare, ma la figura scalza e sconvolta arriva celermente.
    Bill torna col capo chino, vergognoso, gli occhi si spostano bassi mentre guardano in giro.
    Gli si siede vicino, ma non troppo, si guarda le mani.
    -Perché mi devi portare a questo?- il rasta posa una mano sulle sue. Il mostro non c’è più.
    -Ah è colpa mia ora???- scatta all’istante con occhi fiammeggianti e la voce bassa.
    -Tu… Tu- annaspa il rasta.
    “E adesso??” è sconvolgente, Bill è davvero sconvolgente.
    -Io, io IO!!- gli si siede in braccio, cattivo e rigido, con gesti violenti –mi vuoi così? Bene, goditi il tuo puttano a noleggio!-
    Tom fa per replicare qualcosa, qualunque cosa -non voglio sentire più nulla!- lo gela lapidario Bill.
    Tom sospira forte, affranto.
    Come sono arrivati a questo punto?
    Non riesce a sistemare i pezzi del puzzle, è tutto così confuso nella sua testa.
    Non gli riesce nemmeno di godersi la vicinanza di quel corpo splendido,sente lo stomaco sottosopra.
    Nasconde la testa dietro la spalla del moro, si scalda con le mani come può, circondando quel niente tra le proprie braccia.
    Freddo, tanto freddo.
    Bill si sporge in avanti per prendere una sigaretta, Tom il bambolotto asseconda il suo movimento, rimanendosene nel buio della sua testa.
    Sente la coda dell’occhio studiarlo, poi il filtro avvicinarsi alle sue labbra.
    Esala una boccata di fumo contro la seduta del divano, si schiaccia ancor di più contro la schiena, quella che lo difende da tutto quello che sta accadendo.
    -Non tentare di diventare mio amico, alla prima occasione ti distruggerò.-
    -Io non…- prova a schermirsi ciò che del pokerista è rimasto.
    -Scopami e basta okay? E comunque ti preferisco stronzo, mi è tutto più semplice.-
    Tom non lo ascolta più, è tutto troppo difficile.




    Ringraziamenti :
    Ad Hel, cuore del mio cuore, angelo che porta con sè consigli, allegria ed amore.
    A tutte le ragazze che leggono questa strana fic, che mi sostengono e mi stanno aiutando a migliorare.
    Grazie a tutte per ciò che fate per me, per l'immenso affetto che mi state donando, per lo sconfinato cuore che avete deciso di condividere con me.

    Il mio cuore è vostro, per questo vi ringrazio tutte insieme: non ce ne sarebbe abbastanza,suddiviso, per ricompensavi tutte per il ruolo grande che avete.
    Siete fantastiche, i vostri commenti sono sempre toccanti, precisi, meravigliosi. Come tutte voi.
    Vi amo alla follia, lo sapete?




    Note mie:
    ok,allora..ho postato questo capitolo per quelle 3-4 lettrici e basta!
    Mi complimento con loro per aver letto,almeno!
    Comunque visto che qui non si va avanti dal mio punto di vista.. ho deciso che posterò venerdì,ma non domani..ebbene si,venerdi prossimo che penso sia il 24 se non sbaglio!
    Ciao!

     
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  13. gagy~ {Yo!}
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    Hai postatooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!

    *_________________________________________________________________________________________________*
    porca vacca così non va bene proprio!! devi continuareeee!!!
     
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  14. baby_jumbi_89
        +1   -1
     
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    "Buona" notizia per le lettrici di questa ficcy!
    Volevo postare il prossimo capitolo venerdi,ma una mia carissima amica mi ha pregata di postarlo mercoledi,visto che è anche il suo compleanno!
    Quindi ci si vede mercoledi con il nuovo chappy!^^
    bye-bye
     
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  15. ..::Ire::..
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    Seeeeeee!!


    *_____*

    Amo la tua amica!


    E mi spiace che questa fic abbia effettivamente poche lettrici.
    E' così diversa che l'adoro...
     
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1617 replies since 1/10/2008, 20:33   23731 views
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